Comitati sanità insistono: “Al San Luca pazienti trattati come numeri”

“La risposta data dall’Asl è inaccettabile”. Questa la replica dei Comitati sanità di Lucca che avevano segnalato la situazione di disagio provata da alcuni pazienti del San Luca dove, secondo i comitati, non sarebbe stata rispettata nelle varie corsie la divisione tra uomini e donne, con i disagi connessi a questa situazione. La risposta dell’azienda sanitaria, che non si era fatta attendere, parlava di una misura limitata e temporanea finalizzata semplicemente a non trasferire i pazienti in altri nosocomi e soprattutto in via del tutto eccezionale. Una risposta che non ha soddisfatto i comitati che invece denunciano come l’utilizzo di camere promiscue sia ormai diventata una routine.
“Non la accettiamo perché il San Luca noi cittadini lo frequentiamo e la realtà la conosciamo, purtroppo, molto bene. E ripetiamo a gran voce che l’attuale organizzazione del nostro Ospedale fa acqua anche nella fase di accoglienza – accusano dai comitati -. Infatti, la sistemazione in camera mista (uomo-donna) è divenuta routine, non eccezione. La questione non può essere liquidata con tanta superficialità dalla direzione aziendale. Questa, secondo noi, è una precisa strategia di politica sanitaria che, se anche attuata in altre parti d’Italia, non ha giustificazione in un ospedale nuovo e in una regione che ha (aveva) come faro guida la ‘centralità del paziente’. E non è neppure vero che si ricorre alle camere miste solo per garantire le cure ed evitare trasferimenti in altri ospedali. Lo prova il fatto che i pazienti di sesso differente nella stanza promiscua rimangono confinati per tutta la durata della loro degenza. Mentre in più di un caso la presenza della stessa anomala situazione in più di una stanza consentirebbe di ristabilire la normalità con pochi spostamenti di letto. Quanto poi al rispetto della privacy, a garantirlo non vi è che una esile tenda, che comunque riduce ulteriormente lo spazio di sopravvivenza, già condizionato dal blocco delle finestre e dall’aerazione artificiale”.
“Il concetto di salute non va d’accordo con i pareggi di bilancio e relativi premi ai presidenti Asl – accusano i comitati – così come i contenimenti della spesa dei singoli reparti, sempre con i relativi premi ai dirigenti. I criteri aziendali non devono essere applicati alle persone. Noi Comitati Sanità sosteniamo e ribadiamo che la privacy non è affatto garantita come dovrebbe, e le camere miste, nella degenza ordinaria, sono profondamente lesive della persona, soprattutto di quella dignità e riservatezza che reputiamo sacre e irrinunciabili e per il cui rispetto non servono leggi né tanto meno linee guida o codici di procedura”.
“Noi, comuni cittadini – conclude la nota – pensiamo che basterebbero una buona dose di sensibilità umana e, soprattutto, di buon senso. Un malato, in una famiglia è uno sconvolgimento totale, una destabilizzazione, una sofferenza difficile da spiegare. Sarebbe però da paese civile che i malati e le loro famiglie potessero occuparsi solo dei drammi e dei problemi che stanno vivendo, senza vedersi trattati come numeri. Due parole le dedichiamo comunque a una amministrazione che viaggia ormai fuori rispetto alle reali necessità sanitarie e umane dei cittadini cui per anni ha fatto credere di voler costruire un ospedale per offrire risposte personalizzate ai diversi bisogni di cura ed assistenza del paziente”.