Antifascismo, ‘Sinistra con’ a Bindocci: “Se ne è distante smetta di firmare atti con Casapound”

7 settembre 2018 | 15:54
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Antifascismo, ‘Sinistra con’ a Bindocci: “Se ne è distante smetta di firmare atti con Casapound”

“Daniele Bianucci ha fatto bene a sottolineare l’importanza della partecipazione alle iniziative per ricordare la liberazione di Lucca dal nazifascismo e a quelle per riaffermare l’attualità della resistenza e dell’antifascismo. E assieme a richiamare tutti alla coerenza nella pratica politica quotidiana in Consiglio Comunale. Noi pensiamo che l’antifascismo sia un valore fondante la nostra repubblica, che non può che essere fatto proprio da tutti coloro che si riconoscono nella carta costituzionale. E, quindi, auspicheremo sempre che siano in tanti a rivendicarlo. Nessuno può far finta di non vedere che oggi viviamo una fase storica e politica in cui addirittura si rivendica di essere fascisti e ci si definisce tali, come non perde occasione di fare Casapound. Ecco perché serve coerenza e rigore. Bindocci ha la possibilità di dimostrare con i fatti la sua lontananza da Casapound, smettendo di firmare in consiglio comunale tanti atti insieme con il capogruppo Fabio Barsanti”. Cosí l’associazione Sinistra con, nata dall’esperienza della lista di impegno civico Sinistra conTambellini, risponde al capogruppo dei 5stelle Bindocci.

“Bindocci poi torna, ancora una volta, sulla vicenda del suo ‘scarabocchio’ sul caporalato, presentato strumentalmente a notte fonda al consiglio comunale di agosto: quando tentò, con quelle tre righe mal scritte ed improvvisate, di fare ostruzionismo (e il valore della mossa si commenta da sé) all’ordine del giorno che l’intera assise di Palazzo Santini invece approvò all’unanimità (l’unico voto che mancò fu proprio il suo) contro la proposta del governo di Di Maio e Salvini, di tagliare le risorse già stanziate per la riqualificazione dei quartieri di San Vito e San Concordio – prosegue Sinistra con – E qui Bindocci arriva, con il suo solito fare sguaiato, addirittura ad usare parole offensive (“sindacato di comodo”) verso il principale sindacato italiano, dimenticandosi, peraltro, di esserne stato a lungo dirigente, prima di passare ad un altro. Davvero l’impegno per i diritti è tema troppo serio, e riguarda direttamente la vita delle persone, per essere strumentalizzato in questo modo. Noi, anche in questo caso, pensiamo che occorre essere in tanti a rivendicare e operare per difendere ed allargare i diritti di tutte e di tutti”.