S. Luca, ‘blitz’ di comitati e consiglieri: “Pochi letti”






“Al san Luca non c’è un numero di posti letto congruo rispetto alle reali esigenze dei cittadini della Piana di Lucca”. Non cambiano idea, nemmeno dopo il sopralluogo fiume andato in scena questa mattina (24 settembre) i Comitati sanità riuniti, su proposta del gruppo consiliare SìAmo Lucca, per confrontarsi con i vertici locali dell’Asl sull’eterno dilemma del reale numero di letti disponibili e sul tema della promiscuità nelle stanze.
Con loro (per i comitati ci sono Paolo Pescucci, Gabriella Bertani e Gemma Urbani) ci sono anche i parlamentari Gloria Vizzini (deputata M5S) e Massimo Mallegni (senatore Forza Italia), i Consiglieri regionali Stefano Baccelli (Pd), Andrea Quartini (M5s), Elisa Montemagni (Lega) e Maurizio Marchetti, oltre ai consiglieri comunali di SìAmo Lucca e Lucca in Movimento, capitanati dal capogruppo Remo Santini, Cristina Consani e Serena Borselli. Ad accoglierli, ecco invece Michela Maielli (direttore ospedale), Fabiana Frosini (direttrice del Pronto soccorso), Spartaco Mencaroni (medico) ed i dottori Franceschini e Natucci per la parte infermieristica.
Partiamo dai numeri: del resto, l’incontro di oggi è stato fissato proprio per sgombrare il campo da dubbi di sorta, ascoltando i dati in possesso dell’Asl. Dunque, secondo quanto afferma Maielli “il San Luca oggi ha 458 posti letto in totale, di cui 311 ordinari, 56 dedicati al day hospital e 91 posti tecnici (tra cui culle e poltrone)”. Ed è proprio quest’ultimo aspetto ad innescare la polemica.
“Il san Luca è stato originariamente concepito per avere 410 posti letto – obiettano Santini e Alessandro Di Vito – a fronte dei 170 mila abitanti della Piana. Quindi, intanto, i posti dovrebbero essere 510. Inoltre, oggi vengono annoverati nel conto anche i posti tecnici: senza contare culle, poltrone ed ogni altra sistemazione definita come ‘tecnica’, si arriva ad un numero di 367 posti effettivi. Bisognerebbe dunque avere l’onestà di ammettere che l’ospedale è stato costruito con i soldi dei cittadini, non informati del fatto che le linee guida sono cambiate nel tempo”.
Dati, quelli espressi, ai quali è necessario sommare i 28 posti per cure intermedie a Campo di Marte ed i 12 nella struttura di Marlia. Baccelli, proprio in questo senso, invita a non perdere la bussola del ragionamento: “Mi pare – afferma – che derubricare oggi la questione ad un mero conteggio dei posti non sia sufficiente. Il punto è chiedersi se sono sufficienti, certo, ma non dimentichiamo che il tema è che si tratta di un ospedale per acuti. Di conseguenza, il sistema funziona soltanto con il combinato disposto di un ospedale ad alta intensità di cura che viaggia insieme agli altri servizi intermedi”.
Anche Mallegni concorda sulla necessità di “una reale risposta alle concrete esigenze dei cittadini. Ha poco senso domandare quanti siano i posti letto, nel contesto di un ospedale per acuti. La vera questione consiste nel capire se questa dislocazione è sufficiente in relazione alla popolazione. I problemi sono quelli legati ai tempi attesa, alla possibilità di degenza qua ed alle funzionalità delle specialistiche”
Poi inizia il “tour” dei singoli reparti. Il punto di partenza è la terapia intensiva e sub-intensiva: qui si annoverano 24 posti letto (con un infermiere ogni due posti letto per l’intensiva e uno ogni quattro per la sub).
Nel complesso, fa notare il dottor Ferdinando Cellai intervenendo sul luogo, considerando anche i posti assegnati al Pronto soccorso si arriva a 32 posti letto.
Quindi l’area chirurgica: 75 posti letto globali. Questa è una delle zone che più potrebbero prestarsi alla promiscuità uomo-donna, ma i medici assicurano che “qua si tratta di un’eccezione, un episodio che si è verificato soltanto una volta”. Maielli precisa che “In generale, il tema della promiscuità può interessare soltanto la notte, quando abbiamo pazienti che dovrebbero trascorrere tutto il tempo in barella: a quel punto, preferiamo metterli in camera”.
Poi ci si sposta a medicina interna, un’area suddivisa in tre ‘setting’, a loro volta ripartiti in cellule che ospitano dai 13 ai 15 letti. Nel setting A ci sono 42 letti, che diventano 52 nel B e 24 nel C. La media infermiere/paziente, qui, racconta di uno a sette al mattino (uno a otto nel pomeriggio ed uno a 14 di notte): “Siamo ben oltre la media regionale – fanno notare dalla Usl – fissata, di notte, ad un infermiere ogni 36 pazienti”. Sempre nelle ore notturne, in questo reparto, è presente una guardia medica ogni 80 pazienti.
Quindi Pediatria, con i suoi 21 posti letto e Ostetricia, dotata per la degenza ordinaria di 24 posti, ai quali è necessario aggiungere 23 culle (considerate come posti letto, ndr), 5 sale parto, due sale cesareo ed una saletta per la simulazione. Nell’ala dedicata alla dialisi, ancora, i posti sono 38; nel Day hospital chirurgico ecco invece 18 letti più 16 poltrone.
Nel setting F, quello che ospita la medicina d’urgenza, ecco invece 18 posti letto. Nel reparto Malattie infettive ce ne sono invece, lo stesso numero messo a disposizione per Psichiatria.
Poi ecco uno dei reparti maggiormente oggetto di discussione: il Day hospital oncologico conta 12 poltrone e 6 letti, per sei stanze. “Non è possibile – commenta amara Gemma Urbani – che i pazienti oncologici vengano dirottati in medicina generale, dopo le prime cure. E’ un problema di affidabilità che viene meno: ci chiediamo quando Lucca potrà riavere qui camere a bassa carica batterica, perché i malati oncologici hanno bisogno di stare a contatto con i loro dottori”.
Altro giro, altro tassello doloroso: il Pronto soccorso mette su 18 posti totali, ma emerge la presenza di un’ulteriore stanza (stanza di osservazione breve, ndr) dotata di due ulteriori posti e, fino ad oggi, mai utilizzata. “Vorremmo sapere – commentano Quartini e Vizzini – come mai le persone continuano a lamentarsi per le lunghe attese e la mancanza di posti, salvo poi scoprire che non vengono utilizzati tutti. In generale – il loro appunto – manca comunque sul territorio una rete di cure intermedie capace di intercettare i flussi di pazienti che vengono dimessi dall’ospedale per acuti”. Ma, secondo i medici del Pronto soccorso: “Il problema non nasce dalla mancanza di posti, bensì dalla necessità di dimettere – trattandosi appunto di un ospedale per soli acuti – un numero alto di pazienti. Ovviamente – precisano – dobbiamo dimetterli in totale sicurezza e questo crea ritardi a causa di accertamenti ed esami multipli”.
All’esito della visita giunge anche la presa di posizione ufficiale da parte della Usl: “La dottoressa Maielli ha ribadito che i posti letto dell’ospedale San Luca quelli già comunicati nelle settimane precedenti: 367 + 91 letti tecnici (dialisi, Obi, culle, poltrone) per un totale complessivo di 458 posti letto, contro i 434 (362+72 letti tecnici) che aveva il vecchio ospedale Campo di Marte nel 2014. In più a Lucca sono in aumento nell’ultimo periodo anche i posti letto di cure intermedie, che però non erano oggetto della richiesta di verifica arrivata all’Azienda. La direttrice dell’ospedale ha inoltre confermato che al San Luca, come in tutti gli altri ospedali d’Italia, le camere miste (uomo – donna) sono casi sporadici ed eccezionali, per risolvere situazioni critiche e non fanno parte dell’attività ordinaria. La privacy delle persone è inoltre preservata sempre e comunque”. L’Azienda precisa inoltre che “per quanto riguarda il funzionamento dell’ospedale, grazie alla disponibilità ed alla professionalità del personale – come hanno potuto verificare i partecipanti al sopralluogo odierno – viene fornita quotidianamente un’assistenza adeguata all’interno di stanze di degenza (tutte ad uno o due letti) caratterizzate da un elevato comfort. Il tasso di occupazione dei posti letto è ovviamente più alto nell’area medica e proprio per questo – come è stato spiegato dalla dottoressa Maielli e dagli altri professionisti presenti – è stata attuata una ricalibrazione, con un aumento dei posti letto disponibili in area medica, che ha dato buoni risultati ed ha permesso di migliorare anche l’attività del Pronto soccorso. Se necessario, verranno effettuare altre azioni di questo tipo per favorire un sempre miglior utilizzo dei posti letto”.
Paolo Lazzari