Sanità, liste d’attesa in Versilia: scatta interrogazione di Forza Italia e Lega

27 settembre 2018 | 11:36
Share0
Sanità, liste d’attesa in Versilia: scatta interrogazione di Forza Italia e Lega

Continuano, in Versilia, le lamentele per le lunghe liste d’attesa della sanità che in questi giorni sono tornate protagoniste sulla cronaca a causa di una signora che, pensate, per una visita ginecologica dovrà attendere giugno del 2019. A presentare un’interrogazione alla Regione per chiedere spiegazioni su quanto accaduto a Viareggio Maurizio Marchetti, capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, che scrive: “A luglio la giunta regionale ha emanato una delibera con cui rinnova le linee guida per il contenimento delle liste d’attesa per visite specialistiche e diagnostica. Lì si fissano tempi massimi di erogazione, poi però si legge sulle cronache locali che in Versilia una signora potrà vedere il ginecologo solo nel 2019”.

“Qualcosa non torna – continua Marchetti – a cosa avrebbe avuto diritto, la signora? Perché secondo delibera ci risulterebbero 15 o 30 giorni massimo, per quel tipo di visita, a seconda della classe di priorità indicata sull’impegnativa. Se anche così non fosse, in nove mesi si fa un bambino, ecco perché ho presentato un’interrogazione. L’atto – spiega il capogruppo – poi si apre ad esplorare più a fondo i risultati eventualmente prodotti nella Asl Toscana nord ovest dalla delibera 750 sul contenimento delle liste d’attesa emanata dalla Regione il 2 luglio scorso, in particolare riguardo ai tempi massimi di erogazione delle prestazioni fissati nell’Allegato A. Ho tentato di verificare da me solo – spiega Marchetti – ma sul sito della Asl Toscana nord ovest l’ultimo rilevamento disponibile sui tempi medi d’attesa è per l’appunto del luglio scorso, e ciò mi rende impossibile verificare se la delibera 750, dello stesso mese, abbia prodotto un qualche effetto. Per questo nella mia interrogazione chiedo intanto i dati aggiornati alla data odierna per tutte le discipline oggetto di monitoraggio regionale, in Versilia e in tutto il territorio d’Area vasta, zona per zona”. 
Marchetti chiede poi, riguardo al caso specifico della signora, in quale area geografica di riferimento la visita ginecologica doveva essere garantita nei tempi di legge: “La delibera di cui sopra – spiega Marchetti – indica perimetri geografici entro cui ciascuna prestazione va assicurata al paziente. Per le visite ginecologiche, non solo quelle, ma insomma per il nostro caso, l’area è quella indicata con sigla Ag, ovvero l’Area geografica di garanzia la cui definizione è demandata alla singola Azienda sanitaria. Ebbene: voglio sapere quale sia quella applicabile nel caso specifico”. 
Insomma, il capogruppo di Forza Italia ne fa una questione anche di principio: “I cittadini devono poter sapere cosa spetta loro, quando si recano allo sportello. Questo perché un diritto stabilito sulla carta ma non comprensibile, diventa non esigibile. E quindi cessa di essere un diritto. Per la salute il giochino deve valere meno che per altri ambiti, perché si tratta di materia più sensibile. E allora vogliamo sapere tutto nel dettaglio. Io non conosco la classe di priorità indicata sull’impegnativa della signora – premette Marchetti – ma sono piuttosto certo che un tempo di attesa di 9 mesi per accedere a una prestazione non sia congruente col rispetto del diritto alla salute delle persone e non risponda correttamente al bisogno di salute espresso dalla paziente”. In merito all’argomento non si fa attendere anche il commento di Elisa Montemagni, capogruppo in consiglio regionale della Lega, che scrive: “Mentre c’è chi sbandiera a destra e manca il massimo impegno per ridurre le odiose liste d’attesa in sanità, ecco che puntualmente la cronaca riporta la notizia di un esame ginecologico fissato dopo ben nove mesi dalla richiesta. Questa la risposta che l’Asl Toscana nord ovest avrebbe dato ad una signora settantenne la quale, tra l’altro, segnala come ovviamente non sia l’unica destinataria di queste inaccettabili lungaggini per effettuare esami o visite. Insomma -precisa l’esponente leghista – i cittadini sono stufi di promesse e parole al vento e chiedono maggiore rispetto da parte di chi dovrebbe garantire un servizio efficiente. Il tutto – conclude Montemagni -comporta, oltre che insopportabili disagi, anche il naturale ricorso alle strutture private e quindi oneri spesso non sostenibili da tutti; qualcuno, prima o poi, si renderà conto, dunque, di questa annosa criticità o continuerà solamente a fare improduttivi proclami?”.