Ex Lazzi, Bindocci: “Comune faccia chiarezza per salute cittadini”

Ex Lazzi, Comune faccia chiarezza. A chiederlo è il consigliere comunale Massimiliano Bindocci: “Abbiamo atteso di avere le reazioni alla visita fatta da attivisti e portavoce del M5S al cantiere delle officine ex Lazzi prima di intervenire – dice – Vogliamo anzitutto chiarire che il nostro interesse verso quest’annosa questione è rivolto anzitutto alla salute pubblica, non facciamo per adesso nessuna accusa, ci limitiamo a chiedere e pretendiamo chiarezza su questa ormai, annosa vicenda. Alcuni assessori della maggioranza attuale segnalavano la cosa già anni fa, quando erano all’opposizione e stupisce che adesso sembri dimenticata o marginale”-
“L’ipotesi che da decenni in quel sito sia presente un importante inquinamento da trielina ed altre sostanze nocive cancerogene preoccupa – prosegue Bindocci – Preoccupa la lentezza con cui procedono le opere di bonifica della falda acquosa, e l’ipotesi che si debba aspettare ancora altri anni di lavori per bonificare la falda non ci sembra positiva. Vogliamo avere risposte chiare alle seguenti dimande: all’esterno del sito, soprattutto nella zona a valle della corrente sotterranea delle acque, quale è la situazione dell’inquinamento?”:
“Il Comune parla di analisi effettuate che tranquillizzano, noi chiediamo – anche con accesso agli atti se serve – di vedere i risultati di queste analisi – conclude Bindocci – di vedere se vi sono dei punti di prelievo all’esterno del sito che superino i limiti ammessi. Vorremmo essere sicuro che non ci sia stato il superamento dei limiti di legge (in tal caso dovrebbe essere fatta un’ordinanza per avvertire la popolazione e vietare l’uso umano o agro-alimentare dell’acqua emunta dai pozzi privati della zona). Sappiamo che Geal dichiara piena sicurezza dei propri pozzi, ma prima dei filtri come è la qualità dell’acqua? Vorremmo vedere i dati delle analisi pre e post filtrazione. Vorremmo sapere poi se i pozzi dei privati che in genere non hanno filtri vengono controllati. Infine, abbiamo visto nella nota del Comune, che la fideiussione a garanzia scaduta a dicembre 2017 non è stata rinnovata, si è infine giunti a fare denuncia alla magistratura, ma quando è stata fatta la denuncia, visto che la con società che si sapeva che era in liquidazione. Se la Lazzi in liquidazione non paga la bonifica i milioni di euro necessari chi li deve pagare? Abbiamo ancora gli articoli di giornale dell’ottobre 2013 ove Tambellini dichiarava che si doveva pignorare la Lazzi per evitare che il costo della bonifica ricadesse sulla testa dei cittadini. Insomma chiarezza e risposte, per l’acqua sana oltre che pubblica e per una corretta gestione dei soldi dei cittadini”.