A Lucca la ricetta Pd per il rilancio della sanità

2 ottobre 2018 | 16:50
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A Lucca la ricetta Pd per il rilancio della sanità

Un più efficace funzionamento del pronto soccorso, revisione del sistema e abbattimento del costo dei ticket, abbattimento dei tempi delle liste d’attesa grazie a un miglior coordinamento tra ospedali e territorio. Sono questi i punti cardine legati alla sanità presentati questo pomeriggio (2 ottobre) nella sala del Consiglio di Palazzo Ducale. Il focus sulla sanità si inseriva all’interno di un’iniziativa più ampia in cui alcuni esponenti del Partito Democratico regionale, capitanati dall’ex presidente della Provincia Stefano Baccelli, hanno esposto quelli che saranno i punti cardine della loro azione di governo fino al 2020, anno in cui terminerà la legislatura. L’iniziativa, a cui hanno partecipato molti esponenti Dem, dei comitati sanità e delle associazioni professionali, ha visto la presenza anche dell’assessore regionale alla sanità Stefania Saccardi e del presidente della Commissione sanità Stefano Scaramelli. Da molti degli interlocutori presenti è arrivato un invito alla concretezza ed è stata ribadita la necessità di potenziare i servizi sul territorio come unica soluzione per non ingolfare i pronto soccorso. Da parte sua, l’assessore ha riconosciuto che alcune migliorie devono essere fatte ma ha anche ribadito con forza i risultati raggiunti durante il suo mandato dove, per esempio in provincia di Lucca, sono raddoppiati i posti letto per le cure intermedie.

“Oggi siamo qui non per fare spot elettorali – ha esordito Stefano Baccelli – ma per dire cosa vogliamo fare concretamente nei prossimi mesi. Per quanto riguarda la sanità, che è uno dei temi più scottanti anche a Lucca, il nostro impegno sarà per una maggiore efficienza dei pronto soccorso, l’abbattimento dei ticket e l’abbattimento delle liste d’attesa. Un altro aspetto fondamentale è quello del rapporto con i familiari dei pazienti: dobbiamo trovare il modo di avere cura dei familiari perché l’ansia si crea dalla mancanza di conoscenza delle condizioni del paziente. Dobbiamo trovare le modalità per comunicare con i familiari in sala d’attesa: questo fa la differenza e aiuta a migliorare la percezione della qualità del lavoro. Sarà su questi capisaldi che lavoreremo fino al 2020″.
Sulla polemica degli ultimi giorni legata alla carenza di posti letto al San Luca Baccelli è chiaro: “Non sono tanto i posti letto che devono essere considerati quanto tutto il personale necessario per poter assicurare posti letto in più. Quindi non si può ragionare sulla base di meri numeri che furono pensati in fase di progettazione oltre 15 anni fa ma sulla capacità di rispondere ai bisogni e questo possiamo farlo anche potenziando il ruolo dei medici di famiglia e di tutte le strutture presenti sul territorio. In questi ultimi anni – conclude – la Regione si è un po’ allontanata dai territori e noi su questo possiamo e dobbiamo fare di più”.
È stata poi la volta di Stefano Scaramelli che ha invitato tutte le parti sociali a non creare inutili allarmismi che possono anche portare a reazioni violente: “Ci dobbiamo impegnare tutti a difesa del sistema sanitario pubblico che in questo momento è un po’ sotto assedio. Ma non si pensi che il privato sia la soluzione di tutti i mali. La nostra è una delle regioni che spende di più per approvvigionamento farmaceutico proprio perché noi cerchiamo di non lasciare indietro nessuno: questa è una scelta politica che aziende private non farebbero. Il nostro è un sistema che viaggia e questo deve essere un principio cardine. Detto questo, è chiaro che il sistema sanitario debba essere potenziato con una maggiore remunerazione per chi ci lavora, con l’abbattimento delle liste di attesa e prestando massima attenzione ai pronto soccorso che sono la prima interfaccia con il cittadino. Questo sistema, che rappresenta un’eccellenza per quanto riguarda i sistemi essenziali di assistenza, deve essere difeso da chi dice ogni giorno che c’è qualcosa che non va”.
È stata poi la volta del sindaco Alessandro Tambellini che non ha mancato di ribadire l’importanza del rapporto tra centri per l’intensità di cura e il territorio: “È necessario fare il punto sulla riforma della sanità e chiedersi se ha portato i risultati che tutti si aspettavano o se ci sono delle criticità. Bisogna capire se le aree vaste che si sono costruite intorno a tre poli di eccellenza come Siena, Firenze e Pisa, siano state in grado di integrarsi con i territori e capire anche se l’ottimizzazione delle risorse è adeguata rispetto a quelle che sono le esigenze. Questo anche e soprattutto per quanto riguarda gli ospedali che svolgono una funzione essenzialmente locale. In questo si rilevano delle criticità non c’è dubbio. Non si deve però ragionare in termini di una generica richiesta di ulteriori posti letto ma analizzare dove ci sono i maggiori problemi e cercare di risolverli”.
“L’accesso ai pronto soccorso – ha concluso Tambellini – è ingolfato a causa delle malattie croniche. Dobbiamo quindi trovare delle soluzioni intermedie che permettano ai pronto soccorso di essere alleggeriti. Questa discussione deve poi arrivare a dei momenti conclusivi per essere costruttiva e superare delle contrapposizioni ideologiche spesso prive di fondamento”.
Dopo gli interventi istituzionali, hanno preso la parola diversi esponenti dei comitati sanità per spiegare le loro ragioni: “Quello che ha portato alla famosa conta degli scorsi giorni – ha spiegato la signora Gina Trulio – è la mancanza di attenzione per il territorio. All’interno dei livelli essenziali di assistenza è prevista anche l’assistenza domiciliare integrata. Questa opportunità non viene mai pubblicizzata ma è un momento importante in cui il territorio si incontra con la sanità. Ancora oggi la degenza di un paziente è tutta a carico della famiglia ma oggi non ci sono più le famiglie numerose di 40 anni fa. La conta dei letti arriva quindi perché manca tutto il resto. E ancora, ci siamo impuntati sul Campo di Marte perché il territorio qualche risposta la deve pur dare, non si può smantellare pure quella struttura”.
Ha poi preso la parola Umberto Quiriconi, presidente dell’ordine dei medici di Lucca che ha segnalato le criticità legate alla mancanza di personale: “Baccelli prima ha parlato di umiltà, vuol dire che si è finalmente presa consapevolezza delle criticità della riforma e che si è deciso di mettere mano per risolvere i problemi. Il bisogno di salute che noi percepiamo oggi è molto diverso rispetto a quello di 30 anni fa: è molto più esigente. E per salute non si intende solo l’assenza di malattie ma anche l’integrità psichica e sociale. I tagli al personale che ci sono stati, che anche il presidente Rossi ha giudicato eccessivi, noi li abbiamo subiti sulla nostra pelle. Ci siamo dovuti fare carico di un super lavoro e assumerci responsabilità che non ci spettavano. Quello che voglio dire qui oggi è che le istituzioni ascoltino di più i professionisti che sono sul campo tutti i giorni. La loro consulenza è gratuita e può essere un patrimonio importnate per chi deve decidere”.
“Ogni persona avrebbe diritto ad un intervento individuale personalizzato che unisca aspetto sanitario e sociale – ha sottolineato la signora Del Carlo -. Questo è impossibile senza un coordinamento tra azienda sanitaria e Comuni: è questo è il nodo fecale della questione”.
È toccato infine all’assessore Stefania Saccardi trarre le conclusioni dell’incontro: “Voglio ricordare che la riforma sanitaria era stata approvata durante la precedente legislatura e aveva notevoli carenze proprio per quanto riguarda il rapporto con il territorio. Noi ci siamo impegnati per colmare questa lacuna. Il sistema sanitario toscano muove risorse per 7 miliardi e occupa 55mila persone, senza ocntare l’indotto. Un sistema così complesso ha bisogno di tempo per adeguarsi ai cambiamenti. Oggi siamo in grado di poter vedere gli effetti della riforma. L’ospedale è pensato per l’intensità di cura, per cui è fondamentale che funzioni bene quello che c’è prima e quello che c’è dopo”.
“Questa è una delle città che ha la fortuna di avere un ospedale nuovo – incalza Saccardi -. Chi è prodigo di critiche, forse non si ricorda come si lavorava e come si veniva accolti prima al Campo di Marte o come si lavora ancora oggi in altre zone della Toscana come a Livorno. Come si può pensare oggi, con tutti i passi avanti che si sono fatti, di ragionare ancora in termini di posti letto? Oggi si può risolvere in day hospital quello che 20 fa richiedeva un ricovero di 15 giorni. Allora si deve ragionare in termini di bisogni e di risposte adeguate. Sappiamo che il pronto soccorso è il punto più critico ed è proprio su questo che abbiamo lavorato con alcune delibere che ne migliorirno l’organizzazione. Non penso che la soluzione sia costruire pronto soccorso grandi come aeroporti, la soluzione è attivare il territorio affinché si prenda carico delle malattie croniche”.
L’assessore riconosce comunque che alcune criticità ci sono ma ribadisce anche quanto di buono fatto: “Durante il mio mandato le case della salute sono raddoppiate. A Lucca sono raddoppiati i posti letto, passando da 12 e 24 al Campo di Marte, altri 12 ci sono a Marlia. Certamente si può fare ancora meglio e lavoreremo in termini di aumento dell’offerta di posti letto ad alta intensità di cura. Rimane la criticità legata alle liste d’attesa: da un lato abbiamo cercato di fare delle corsie preferenziali per le visite urgenti e le visite brevi, dall’altro non possiamo far passare un anno per dare una risposta per le visite cosiddette differibili. In questo senso la riforma del Cup giocherà un ruolo non indifferente e dove non riusciremo ad arrivare noi faremo accordi con strutture private. Nonostante questo ci dobbiamo ricordare che il nostro è un sistema che funziona: siamo la seconda regione in Italia dopo il Veneto per i livelli essenziali di assistenza e abbiamo stanziato ben 89 milioni di euro per la non autosufficienza. Fondi ulteriori che non rientrano nei livelli minimi di assistenza”.

Luca Dal Poggetto