Primarie Pd, Menesini e Capannori si tirano fuori

11 ottobre 2018 | 11:28
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Primarie Pd, Menesini e Capannori si tirano fuori

Il Pd di Capannori, e il sindaco Luca Menesini, si tirano fuori dalla corsa per le primarie per la segreteria regionale. Nessun candidato espresso nelle liste a sostegno di Bonafè o Fabiani, nessun percorso avviato e condiviso sul territorio. A spiegarne i motivi è proprio il sindaco, Luca Menesini, che si appresta a correre per il secondo mandato da sindaco nel 2019.
“In accordo con gli esponenti del Partito Democratico di Capannori – dice – come Capannori abbiamo scelto di non esprimere alcun candidato nelle liste a sostegno dei due candidati segretario. Che vuol dire? Che abbiamo detto “no” ad entrare nella prossima assemblea regionale del Pd. Perché abbiamo fatto questa scelta? Perché per come è stato impostato anche questo congresso si continua sulla scia tracciata in questi anni dalla classe dirigente del Pd, a livello regionale e nazionale. Sembra la solita corsa ad accaparrarsi i posti, a cui alla fine partecipano sempre i soliti noti, senza che nessuno capisca la logica e l’utilità per i cittadini di tutto questo. Ennesima occasione persa di proporsi su temi sentiti, con nuovi modi, in nuove tempistiche”.

“Mi sarebbe piaciuto – dice il sindaco e presidente della Provincia –  un dibattito su temi centrali per la Toscana come la politica ambientale per dire chiaramente sì a rifiuti zero; la sanità per dire basta con l’approccio dei tagli lineari e dare invece spazio ai bisogni di pazienti, medici, infermieri, personale ausiliare; l’occupazione, per fare misure serie a sostegno delle assunzioni e per fare pressione sul Governo; la burocrazia, per snellire le pratiche oggi sempre ingessate; il sociale per aiutare le persone in difficoltà ad arrivare a fine mese. Il congresso si svolge invece a corsa, in fretta e furia, senza un percorso condiviso con i territori. Insomma, sempre la stessa storia, che però non è la mia storia, e quindi me ne sto fuori. Se il nuovo segretario, poi, avrà voglia di capire le istanze di chi ogni giorno lavora H24 per i cittadini e provare a cambiare davvero, in noi trova un porta aperta. Ma ci vuole concretezza e dialogo con le persone, non analisi autoreferenziali che, fermo restando le cose positive fatte, assolvono sempre tutto, anche quello che è stato sbagliato”.
“Sono una persona – conclude – che crede fermamente in certi valori e rivoglio un Pd che li esprima anche a livello regionale e nazionale. Sul territorio il Pd funziona perché è fatto da persone vere, che conoscono i problemi e lottano per le soluzioni: la classe dirigente regionale e nazionale deve capire che a queste persone non deve dare la linea, da queste persone deve prendere la linea, da queste persone deve imparare. A chi mi dice che così facendo non farò “carriera” dico con grande tranquillità e semplicità che non me ne importa, l’importante è fare bene per i cittadini e poter camminare sempre a schiena dritta”.