Zucconi (Fdi) chiede slittamento fatturazione elettronica

Mercoledì scorso (10 ottobre) al question time della commissione finanze il sottosegretario per l’economia e le finanze, Alessio Mattia Villarosa, è stato interrogato dall’onorevole Riccardo Zucconi di Fratelli d’Italia sulle imminenti ripercussioni negative che potrebbe comportare, a partire dall’1 gennaio 2019, l’applicazione dell’obbligo della fatturazione elettronica sul mondo del lavoro.
Il deputato toscano, eletto nella circoscrizione di Lucca, ha rimarcato come, se si escludono i disguidi di trasmissione, gli invii di fatture elettroniche tra privati transitate nel Sistema di interscambio (Sdi) nei primi cinque mesi dell’anno in corso non arrivano al 2 per cento del totale. Un numero veramente esiguo che denota, secondo Zucconi, la totale impreparazione del mondo delle imprese a questa imminente rivoluzione, che comporterà, se non si interverrà per tempo da un punto di vista legislativo, effetti nefasti per l’intero settore, considerando anche la sanzione pecuniaria prevista (2 euro per ogni fattura non emessa).
In virtù di queste criticità, il deputato ha dunque invitato il governo a seguire la proposta di legge che Fratelli d’Italia ha già presentato in merito: far slittare, necessariamente, l’applicazione di questo obbligo e di rimandarlo in base alla grandezza dell’azienda. In particolar modo la proposta di legge del gruppo parlamentare guidato da Giorgia Meloni prevede l’avvio dell’obbligo della fatturazione elettronica tra privati “a partire dall’1 gennaio 2019, per le società quotate in borsa e per gli altri soggetti con più di 250 dipendenti; dall’1 gennaio 2020, per gli altri soggetti con più di 50 dipendenti; dall’1 gennaio 2021, per gli altri soggetti con più di 10 dipendenti; dall’1 gennaio 2022, per tutti gli altri soggetti non esonerati”.
“Una soluzione semplice e ragionevole”, secondo Zucconi che invece è stata dal governo come si è evinto dalla risposta all’interrogazione del sottosegretario Villarosa che “ha cercato di motivare tale decisione, evidenziando come questo differimento, non solo inficerebbe la lotta all’evasione fiscale, ma comporterebbe anche ‘l’introduzione di elementi di notevole complessità per gli operatori e gli intermediari nei processi amministrativi e contabili’, oltre che per la operatività dell’Agenzia delle Entrate. Peccato che così non sia se teniamo da conto le dichiarazioni del Direttore centrale della Gestione tributi dell’Agenzia delle entrate, intervenuto a riguardo nel mese di settembre al Forum nazionale dei commercialisti, il quale si è espresso per uno slittamento nell’applicazione del suddetto obbligo. Pertanto, alla fine l’obbligo al 1° gennaio 2019 permane per tutti e la stangata vessatoria è pressoché pronta a discapito di tutte le piccole e medie imprese”.