
Sindacati e studenti in piazza contro la Provincia per il trasferimento nei container delle classi delle scuole Paladini e Civitali.
Domani (20 ottobre) si svolgerà la manifestazione, indetta da Cobas Scuola, Flc Cgil, Rsu del Carrara – Nottolini Busdraghi e Rsu del Civitali – Paladini – Machiavelli su mandato dell’assemblea sindacale dei lavoratori delle due istituzioni scolastiche, per chiedere ancora una volta alla Provincia di Lucca un numero di aule pari al numero di classi, più i laboratori senza rotazioni. L’appuntamento è alle 15 in piazza San Michele.
L’assemblea, a cui avevano partecipato oltre 90 lavoratori, aveva ritenuto insoddisfacente l’esito dell’incontro delle Rsu con il presidente Menesini. “Il presidente Menesini ha chiaramente opposto un netto rifiuto alla richiesta di garantire nel corso del corrente anno scolastico un numero di aule pari al numero di classi più i laboratori da usare senza rotazioni, motivandola con l’indisponibilità di fondi – ha spiegato l’assemblea – Pur confermando la propria contrarietà alla scuola nei prefabbricati, ma considerando ormai irreversibile tale scelta”. Per l’assemblea si tratterebbe invece di una spesa limitata al costo del noleggio e del montaggio di uno o due moduli in più per garantire al Carrara e al Civitali le 8 aule mancanti. “Ciò conferma che la logica del risparmio di fatto viene considerata politicamente prioritaria rispetto alla garanzia del diritto all’istruzione costituzionalmente garantito – ha quindi ribadito l’assemblea – La scelta del modello organizzativo spetta alle Istituzioni scolastiche autonome, in particolare al consiglio d‘istituto, al collegio dei docenti, al dirigente scolastico e, per gli aspetti contrattuali, alle Rsu – ribadice l’Assemblea – Non è di competenza della Provincia scegliere un modello di organizzazione del lavoro basato su un numero di aule inferiori al numero di classi con l’uso a rotazione delle aule stesse e/o dei laboratori. Imporre tale modello semplicemente sottraendo delle aule è un atto sostanzialmente non democratico. Nel merito, tale modello organizzativo non garantisce un’efficace azione didattica: infatti, non si può fare lezione ordinaria in un laboratorio che è dispersivo, ha effetti negativi sulla concentrazione e, soprattutto, rende difficile la didattica interattiva; viene di fatto ridotta o impedita l’attività laboratoriale per le materie professionalizzanti; la continua rotazione delle classi riduce significativamente il tempo effettivo di lezione e crea problemi per la vigilanza degli alunni e rischi per le attrezzature di laboratorio”.
“L’emergenza rischia di diventare normalità se tale situazione si protrarrà per 3 anni. Non è credibile l’impegno del Presidente a consegnare entro settembre 2019 – continua l’assemblea – il padiglione ospedale, i cui lavori sono sospesi da un anno per una lite giudiziaria in corso. Ma anche se fosse così quel padiglione è destinato al Nottolini che ha numerosi laboratori, per cui si troverebbero a convivere Carrara, Nottolini e Civitali e l’imposizione delle rotazioni continuerebbe, seppur in modo più limitato. Inoltre, il tutto deve essere conciliato con l’avvio dei lavori, finanziati per il triennio 2019-21, al padiglione centrale, che deve essere completamente demolito e ricostruito e che ospita, oltre alle classi, anche biblioteca, presidenza e segreteria”.
Nella discussione sono emersi una serie di problemi specifici: “Il disagio – si legge nell’elenco – del personale Ata con la segreteria del Machiavelli costretta a reperire i documenti ripartiti tra due sedi (in prospettiva tre sedi) e a chiedere l’autorizzazione ogni volta che deve recarsi al Paladini; l’esigenza che i prossimi lavori al Machiavelli siano svolti in condizione di sicurezza; l’infiltrazione di acqua nei nuovi prefabbricati; l’attesa per i lavori di imbiancatura degli spazi esigui ricavati dall’ufficio tecnico del Carrara e dalla sala mummie; le difficoltà particolari a svolgere le attività del laboratorio Moda (ricavato nell’atrio) per la mancanza di soffitto e pareti e la particolare deconcentrazione degli studenti per il continuo passaggio di persone; l’assurdità della situazione all’agrario, in cui la nuova sede (che doveva essere disponibile dalla primavera 2018) non è ancora utilizzabile perché è ancora vigente il vecchio certificato di inagibilità e non ancora disponibile il nuovo certificato, con il paradosso che siamo costretti a far lezione nella vecchia sede pur essendo pronta la nuova”.
Per tutte queste motivazioni e, in particolare, per rivendicare un numero di aule pari al numero delle classi più i laboratori senza rotazioni, l’assemblea sindacale, le Rsu, le organizzazioni e i sindacati firmatari hanno deliberato lo stato di agitazione, decidendo come prima tappa l’indizione della manifestazione. L’assemblea invita quindi, a partecipare i docenti e il personale Ata di tutte le scuole, i genitori, gli studenti e i cittadini che hanno a cuore le sorti della scuola pubblica.