
Lucca, dopo Torino, Bologna e Firenze, chiede al governo di sospendere gli effetti del decreto immigrazione e sicurezza firmato dal ministro Salvini, attraverso un ordine del giorno presentato dalla maggioranza (Pd, Lucca Civica, Sinistra con Tambellini) ma condiviso e votato anche dal consigliere M5S, Massimiliano Bindocci. Un atto che ricalca quello approvato dal consiglio comunale della città della Mole, a maggioranza M5S, che ha aperto la strada, accogliendo e facendo proprio un allarme lanciato da Anci sugli effetti della futura legge sul sistema dell’accoglienza dei migranti e sul passaggio dal sistema dello Sprar a quello dei Cas, strutture gestite sul territorio dalle prefettura attraverso accordi con le cooperative, “togliendo la gestione e la governante ai Comuni”, ha ribadito l’assessore al sociale Lucia Del Chiaro.
L’ordine del giorno che impegna il sindaco e la giunta a farsi promotori della richiesta di sospensione del decreto, fino al termine dell’iter parlamentare, per arrivare ad una revisione, accogliendo le istanze dei Comuni è stato approvato con 21 voti favorevoli, 8 contrari (l’opposizione, meno il consigliere 5 Stelle) e un astenuto (Donatella Buonriposi).
A introdurre le motivazioni della presentazione dell’ordine del giorno è stato il capogruppo del Pd, Renato Bonturi. “Il tema dell’immigrazione – ha detto – è stato utilizzato in maniera impropria e strumentale da gran parte dei partiti che oggi sono al governo. Il nostro non è furore ideologico, ma il nostro documento nasce da un lavoro fatto da Anci e che è stato già approvato ad esempio dal Comune di Torino, che è rappresentato da una forza che è al governo. Noi chiediamo che il decreto sia sospeso, perché l’analisi che fa Anci e hanno fatto Firenze e Bologna è l’indebolimento del sistema dell’accoglienza che abbiamo, in particolare il sistema Sprar, viene depotenziato a favore dell’accoglienza emergenziale, ovvero i Cas che vengono gestiti a livello di prefetture e che già in passato avevano creato diverse criticità. Non si ricerca con quest’anno una posizione antigovernativa, ma vogliamo chiedere al governo di fermarsi, perché vengano assunte iniziative e risoluzioni di ampio respiro su questioni tanto complesse”.
L’assessore alle politiche sociali Lucia Del Chiaro ha chiarito le motivazioni della mozione: “Rappresento Lucca in commissione immigrazione e in Anci – ha detto – e sono entrata in possesso di tutta la documentazione sulle criticità che comporta il decreto”
“Attualmente – ha aggiunto l’assessore – 288 richiedenti asili sul territorio comunale, 8 persone a centro. Noi abbiamo esclusivamente un modello basato sui Cas ma è stato avviato un percorso per passare al progetto Sprar. I Cas – ha detto l’assessore – costituiscono una modalità emergenziale di accoglienza e sono gestiti dalle prefetture. La relazione è esclusivamente fra cooperative e prefetture”. Con il progetto Sprar invece il Comune gioca un ruolo fondamentale, ha spiegato l’assessore: “Il decreto del governo non lascia ben sperare sul futuro dello Sprar – ha aggiunto -: secondo noi questo allontanerà ancora più dai Comuni e dal suo controllo il tema dell’accoglienza, togliendo di fatto agli enti locali la governante”. “Se una persona perde la protezione all’interno di Cas o di uno Sprar non scompare, ma si riversa sul territorio”.
Il consigliere comunale della Lega, Giovanni Minniti (che poi si è allontanato dall’aula) ha sostenuto che sul tema “Salvini non ha fatto altro che interpretare i bisogni degli italiani che dicono no a questa immigrazione. Vi chiedo di non approvare questa mozione per non fare una brutta figura. Una legge può essere cancellata solo con un’altra legge. Non devono esistere secondo noi delle zone ombra per le persone. Questo decreto mette fine alla stagione del buonismo inaugurato dai governi del centrosinistra per assecondare il business dell’accoglienza. Il Re è nudo e la pacchia è finita – ha detto Minniti -: il compito delle amministrazioni non è quello di accogliere migranti economici del tutto incompatibili con i nostri tessuti sociali”.
Il consigliere di Sinistra con Tambellini, Daniele Bianucci, cita l’intervento della capogruppo dei Cinque Stelle a Torino, che ha approvato un atto simile, per “spiegare quanto è trasversale la contrarietà al decreto di Salvini – ha detto -, questo provvedimento mette in discussione l’articolo 10 della nostra Costituzione, e perché minaccia a in maniera decisiva la dignità di tante persone. Ma stasera vogliamo soltanto affermare che il decreto Salvini sposta i problemi completamente sul territorio ma non dà né risorse né governante ai Comuni. E’ nato in modo ideologico e populista da parte del governo: contro di esso c’è una contrarietà ampia e diffusa. Gli effetti spiccioli abbiamo provato anche a prevederli. In Toscana ci saranno 2.600 persone cui sarà revocato il permesso umanitario e si riverseranno sul territorio. Con il decreto Salvini Anci stima che saranno di oltre 200mila euro i costi che ricadranno sui Comuni. Chiediamo quindi una sospensione del decreto per superare le varie criticità segnalate”.
Remo Santini, presidente di Siamo Lucca, sostiene “pericoloso il documento presentato dalla maggioranza. Passa il messaggio: una legge non ci piace, allora disapplichiamola. Una legge può non essere condivisa, ma la si deve rispettare sempre. La discussione di questa sera sembra quasi un ordine di scuderia partito dai vertici. Qui siamo al copia incolla. Noi chiediamo la disapplicazione di una legge? Siamo alla Repubblica di Lucca? Tutto questo nervosismo nasce dalla certezza di certi settori di perdere soldi? Ci chiediamo: è soltanto per le ricadute che questo decreto avrà sui Comuni o perché c’è dietro un business che verrà intaccato? Secondo noi servirà del tempo per dare una valutazione precisa della situazione. A noi questa sembra una presa di posizione prematura e strumentale”.
Claudio Cantini, presidente del gruppo consiliare di Lucca Civica, interviene per ribattere a Santini: “Non siamo noi a fare demagogia, noi vogliamo solo chiedere al governo di sospendere gli effetti del decreto fino al termine dell’iter parlamentare. Quello che ci interessa è la ricaduta sul Comune. Questo è il decreto insicurezza, perché passando dagli Sprar ai Cas si perde anche l’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo. Questo determinerà che i Comuni non sapranno più chi è sul suo territorio”.
Il consigliere del Movimento Cinque Stelle, Massimiliano Bindocci, si è detto disponibile a votare “questa mozione che una mera richiesta all’amministrazione di andare al governo a chiedere di sospendere il decreto fino al termine dell’iter parlamentare. Questo è il vero punto. Le questioni dell’immigrazione sono altri temi. Io invito la maggioranza a difendere il documento presentato dalla maggioranza. Su questo tema io sono disponibile. Sulle questioni relative alla gestione dell’immigrazione avrei delle difficoltà, ma condivido invece questo tipo di richiesta al governo”.
“Questo atto non è di disobbedienza civile – aggiunge Pilade Ciardetti, consigliere comunale di Sinistra Con -, chiediamo che sia preso del tempo per rivalutare meglio la questione. Ora questo decreto vuole togliere completamente al Comune la gestione sociale della situazione”.
Il consigliere di Casapound, Fabio Barsanti, invece, è contrario a richieste di sospensione del decreto, che invece condivide: “Finalmente dopo anni di gestione dell’immigrazione nel modo che abbiamo tutti visto, c’è un cambiamento di rotta – ha detto -. Il tema è stato gestito in maniera ideologica dal centrosinistra. Le problematiche sono anche quelle derivanti da questo sistema di gestione dell’immigrazione che ha portato problematiche molto serie sul territorio. E’ assurdo secondo me investire risorse, anche comunali, per persone per le quali viene poi rigettato lo status di rifugiato politico. Il decreto non dice basta con lo Sprar. Dice basta allo Sprar per i richiedenti asilo”.
Il consigliere del Pd, Gianni Giannini, ribatte a Barsanti: “E’ uscito ampiamente fuori tema, perché l’ordine del giorno parla di sospensione”. Poi attacca sull’uscita dall’aula di Minniti: “Mi chiede se sia uscito per non mettere in imbarazzo Bindocci o se sia stata fatta lasciando una delega a Santini”. “A me spiace molto sentire dopo tante polemiche in questi anni – ha detto – cittadini lucchesi che per posizioni politiche non vogliono prendere in considerazione gli effetti che sono stati dimostrati da questo decreto. Se Anci lancia un allarme su quello che può succedere, se la paura è sempre stata quella di avere le città piene di persone che vagano o mendicano, non vedo perché non si possa condividere la richiesta di una sospensione”. Donatella Buonriposi, consigliera comunale di Lei Lucca, ritiene che “in questo decreto ci sia il rischio reale che avvenga quanto previsto da Anci, però credo che quando un governo viene eletto lo si debba lasciar governare. Quali saranno gli effetti di questo decreto lo vedremo, credo anche che a questo punto il governo dovrà assumersi le proprie responsabilità. Se ci saranno le conseguenze temute, giusto sarà chiedere le dimissioni di quel ministro che ha proposto il decreto. Per questo mi astengo sull’ordine del giorno ma non perché non creda che vi siano veramente rischi”.