Minniti e Recaldin: “Il Re è nudo e con la Lega la pacchia è finita”

14 novembre 2018 | 08:39
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Minniti e Recaldin: “Il Re è nudo e con la Lega la pacchia è finita”

“Il Re è nudo, è finita la pacchia”. Parole di Giovanni Minniti, consigliere comunale della Lega e del commissario provinciale Andrea Recaldin, a commento dell’ordine del giorno approvato ieri sera a Palazzo Santini in cui il consiglio impegna il sindaco a chiedere al governo la sospensione del decreto immigrazione.
“Nel corso del suo intervento – sottolinea una nota della Lega -, il consigliere Minniti ha invitato, invano, la maggioranza a non approvare la mozione che chiedeva, in sostanza, la disapplicazione di un atto già avente forza di legge per il quale sussistono i requisiti di necessità ed urgenza previsti dalla Costituzione stante la firma del presidente della Repubblica anche al fine di evitare il parto di una mostruosità giuridica”.

“Infatti – si spiega ancora -, una legge può essere abrogata da una legge successiva mentre alcune norme possono essere dichiarate incostituzionali o abrogate a seguito di referendum popolare; sussiste, il potere dei giudici amministrativi di disapplicare l’atto amministrativo illegittimo ma non esiste la possibilità di disapplicare un atto avente forza di legge almeno negli ordinamenti giuridici moderni sicchè è possibile definire eversiva una richiesta del genere (eversiva nell’accezione di ciò che mira ad abolire, a sopprimere). Infatti, ciò che chiedono i consiglieri di maggioranza, è una legibus solutus che in passato riconosceva al princeps il privilegio della non assoggettabilità alle regole del diritto. E l’odierno princeps, per i buonisti, è l’immigrato entrato clandestinamente in Italia che in quanto tale deve essere protetto, tutelato e messo al di sopra delle leggi specie se volute da un ministro che ha a  cuore il tema della sicurezza dei cittadini. Dura lex sed lex ammoniva Ulpiano con un brocardo che quasi due millenni fa è stato recepito nel Corpus iuris civilis di Giustiniano ma che qualcuno  ignora o finge di ignorare. La legge, si applica a tutti piaccia o non piaccia e non devono esistere isole felici di esenzione come per i princeps del passato. Il gigantesco business dell’accoglienza a spese degli italiani deve cessare. Sono circa 36.000 in Italia le persone (dipendenti di cooperative, mediatori culturali, psicologi, interpreti) che lucrano con l’accoglienza SPA assorbendo risorse per 5 miliardi di euro che dovrebbero essere spesi per investimento, ricerca, a favore dei giovani senza lavoro e degli anziani non autosufficienti. Il re è nudo e con la Lega al Governo la pacchia è finita. I comuni lascino stare i cosiddetti richiedenti asilo e si preoccupino di garantire servizi ai cittadini ed alle imprese magari diminuendo la tassazione locale. E’ questo il compito delle amministrazioni locali e non quello di accogliere indiscriminatamente migranti economici del tutto incompatibili con il nostro tessuto sociale”.