Commissione in visita al carcere. Ciardetti: “Pochi agenti ma clima tranquillo”

27 novembre 2018 | 15:46
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Commissione in visita al carcere. Ciardetti: “Pochi agenti ma clima tranquillo”

Venerdì scorso (23 novembre) la commissione scio-sanitaria presieduta da Pilade Ciardetti (Sinistra con Tambellini) si è recata in visita al carcere di Lucca. “La visita era stata richiesta da tempo ma soltanto la scorsa settimana ci è stata autorizzata dal Ministero – spiega Ciardetti -. Un incontro utile, perché tra l’altro coincide con il passaggio di consegne sia del direttore del carcere, sia della garante dei diritti dei carcerati. Questo ci ha offerto l’opportunità di fare il punto della situazione e rilanciare le nostre iniziative”.

“Il direttore, coadiuvato dalle due educatrici, ha fatto il quadro della situazione – spiega ancora il presidente di Commissione -. L’ambiente è quello che è: un antico convento, riadattato a prigione dove vivono 103 detenuti distribuiti su 4 sezioni. La capienza massima potrebbe raggiungere 160 ospiti. Gli agenti di polizia penitenziaria sono 93, ma il numero è insufficiente: ce ne vorrebbero almeno altri 5/7 per fa funzionare adeguatamente la struttura. Il San Giorgio è un istituto di media sicurezza con detenuti di non elevata pericolosità. Gli italiani sono 48 e bilanciano gli stranieri che sono rispettivamente: 17 del Marocco, 10 della Romania 12 dell’Albania, 9 della Tunisia 7 di altri stati. L’ambiente è quello di un antico convento del 1500 destinato alle monache di clausura domenicane, sicuramente molto suggestivo, ma poco adatto per un carcere, anche se gli interventi, in particolare quelli degli ultimi tempi, lo hanno reso più accettabile”.
“Al di là di alcuni episodi – prosegue Ciardetti nella sua disamina – da quanto riferito dal direttore, il clima nel carcere è relativamente discreto. Una buona parte di detenuti gode all’interno del carcere di libertà di movimento in un lungo corridoio su cui affacciano le celle che restano aperte quasi tutto il giorno. Un regime più rigoroso è riservato ai detenuti più pericolosi. Il problema è il tempo libero e l’assenza di lavoro, quest’ultima legata al fatto che questo è un carcere di passaggio, dove non si rimane in genere più di tre o quattro mesi. Per la maggior parte del tempo i detenuti restano in cella; talvolta partecipano alle attività organizzate dai volontari, in particolare dalla Caritas. I carcerati si occupano della cucina interna e del verde; in carcere sono attivi corsi di teatro, cucina, cineforum italiano, corso di barbiere. C’è una biblioteca e una palestra che sta aperta solo tre giorni perché attualmente mancano dei volontari per trasformarla in un’attività continuativa. Novità sono la ciclo-officina e un nuovo progetto Asl-Caritas che dovrebbe prevedere l’impiego di detenuti. L’obiettivo naturalmente è creare competenze da spendere una volta fuori”.
“La visita al carcere ha confermato il clima relativamente tranquillo, dovuto molto alle 2 educatrici ma anche agli agenti di polizia penitenziaria che grazie a una professionalità per molti di loro di lunga data, cercano di alleggerire le tensioni – aggiunge ancora Ciardetti -. Stupore ha suscitato il padiglione ancora da inaugurare, vuoto, che dovrebbe ospitare la mensa e un grande spazio culturale e ricreativo: è costato 90mila euro, ne abbiamo sollecitato il collaudo al fine di poterlo mettere in funzione quanto prima. Il collaudo c’è stato, ma mancano 6/7 agenti per poterlo aprire: per ora, quindi, resta chiuso. Una situazione davvero triste, soprattutto per i detenuti e per la vivibilità complessiva della struttura: tavoli, sedie, armadi sparsi sul pavimento in attesa di essere montati che rischiano di essere vecchi prima dell’uso”.
“La visita della commissione sociale è solo il primo passo di un impegno che l’amministrazione si è presa per il 2019 – conclude Ciardetti -: concordare iniziative con la Caritas, già presente con progetti di borse lavoro in collaborazione con la Asl; rilanciare e articolare meglio l’impegno del Gruppo volontari carcere, non solo per l’utilizzo della casa San Francesco (che accoglie gli ex detenuti) ma anche per attività all’interno del carcere; infine, nell’ambito delle relazioni fra istituzioni, l’amministrazione cercherà in ogni modo di far arrivare la voce della casa circondariale di Lucca fino al ministero della giustizia in modo da far presente la necessità impellente e assoluta dell’utilizzo dei nuovi padiglioni, affinché possa arrivare l’organico necessario e ad oggi mancante”.