Franchi: “Assi viari, questione ambientale totalmente ignorata”

4 dicembre 2018 | 16:36
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Franchi: “Assi viari, questione ambientale totalmente ignorata”

“Nel giorno del grande raduno di amministratori locali a Palazzo Orsetti la questione ambientale, la distruzione del poco verde rimasto nella piana di Lucca e l’inquinamento crescente, siano stati del tutto assenti. L’imperativo è costruire gli assi viari costi quel che costi. Eppure, nel passato, non è mancata la mobilitazione popolare a difesa dell’ambiente con assemblee con una forte partecipazione per imporre un cambio di rotta”. A scagliarsi contro gli assi viari, all’indomani dell’incontro che ha visto riuniti allo stesso tavolo parlamentari ed amministratori locali di diverso colore politico a Palazzo Orsetti, questa volta è Umberto Franchi, ex sindacalista della Cgil, che denuncia la totale assenza dal tavolo delle trattative della questione ambientale.

“Una partecipazione però che non è riuscita a divenire una vertenza ambientale e sociale del nostro territorio – prosegue Franchi – con i lavoratori preoccupati più della fine del mese che della deturpazione dell’ambiente. Ma se guardiamo il progetto viario riportato sulla stampa, in media alto 5 metri che spezza il territorio, credo che nell’inconscio di ciascuno di noi, dei politici amministratori o gente comune, ci sia la sensazione che la futura viabilità non sarà una vittoria di progresso e civiltà. Naturalmente c’è anche chi vede con ingordigia nel futuro ‘l’affare’ per le proprie aziende, senza curarsi di cosa realmente succederà. Sono pochi gli imprenditori che si sforzano di capire quanto di sostenibile ci sia negli assi viari e quanto ancora lo spazio vitale della nostra Provincia, possa essere salvaguardato nel futuro”.
“Eppure – insiste l’ex sindacalista – sembrava che anche tra loro qualche timida voce esprimeva il coraggio di chiedere una valida alternativa con l’utilizzo dell’autostrada senza pagamento del tiket da Altopascio a Lucca con il raddoppio dei binari da Lucca ad Aulla e da Pistoia a Viareggio. Anche se il tempo non è maturo, bisognerà arrivare a capire che la difesa dei territori è una rivoluzione, l’unica in grado di garantire vita e benessere alle comunità che li abitano, assieme ad un lavoro più libero e più utile per tutti, nativi e migranti, anche attraverso una inderogabile conversione ecologica degli assetti produttivi: energia, edilizia, agricoltura, alimentazione, mobilità, assetti del territorio, salute, istruzione, cultura. Solo con una radicale conversione ecologica, si possono ricostituire spazi ambientali per tutti”.