
Mettere a bando la concessione di contributi con criteri chiari per tutti nell’ottica di un’amministrazione trasparente: è questo il fine della deliberazione per il Consiglio comunale, proprosta, oggi (20 dicembre), dalla commissione trasparenza e partecipazione, riunitasi nella sala della biblioteca di palazzo Santini e presieduta da Rita Nelli, consigliere comunale del Pd. La delibera presenta un regolamento generale per la concessione di contributi e benefici da parte del Comune, a persone ed enti pubblici e privati, tramite bandi di assegnazione. Presenti alla discussione anche Gabriele Olivati, consigliere di Lucca Civica e vicepresidente della commissione, Renato Bonturi, capogruppo del Pd in Consiglio, a nome di Enzo Giuntoli, l’assessore Gabriele Bove e Graziano Angeli, dirigente dell’avvocatura del Comune di Lucca. Assente invece l’opposizione: Giovanni Minniti, consigliere della Lega e Enrico Torrini, consigliere di Siamo Lucca.
Sul piano esecutivo, secondo la relazione di Corrado Grimaldi, segretario generale del comune di Lucca, per quanto riguarda la gestione dei contributi, questa sarà improntata su tre principi: la programmazione, l’evidenza pubblica e la parità di accesso. “Più il contributo riveste una natura economica, più è necessaria una disciplina. L’obiettivo è la valutazione – dice l’assessore Gabriele Bove -. I contributi per lo sviluppo delle attività proposte dalle varie associazioni potranno essere sia finanziari, sia indiretti. La svolta rispetto al passato è netta. I progetti verranno costantemente monitorati per eventuali effetti, aggiunte, assestamenti”. “La valutazione deve essere fatta a seconda della funzione”, interviene Graziano Angeli, dirigente del Comune di Lucca.
Parte della discussione ha riguardato anche la deliberazione per la proposta di modifica dell’articolo dello statuto comunale relativo all’esercizio della rappresentanza in giudizio e alle modalità di costituzione in giudizio del Comune di Lucca, con particolare attenzione al ruolo del sindaco. Sostanzialmente in tal senso è stato sottolineato nelle modifiche proposte la facoltà del sindaco di decidere di costituirsi in giudizio senza la necessità di alcuna autorizzazione preventiva e potendo rilasciare a tal fine la procura al legale.
Nel caso in cui poi il contenzioso sia originato da atti di competenza del consiglio o della giunta – è una delle modifiche introdotte – la decisione di promuovere o di resistere in lite è comunque di competenza del sindaco, acquisito il parere del dirigente competente in materia.