Buoni spesa, Fdi medita l’esposto all’Anac

25 febbraio 2019 | 12:01
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Buoni spesa, Fdi medita l’esposto all’Anac

“Gestione clientelare nella distribuzione dei buoni spesa da parte del Comune”. Questa l’accusa di Fratelli d’Italia di Lucca che medita l’esposto all’Anac: “Una platea di soggetti deboli – si legge nella nota del dipartimento sociale di Fdi Lucca – andata via via crescendo negli ultimi anni, complice anche la crisi economica e la mutata cultura della famiglia, ha fatto sì che risorse economiche pubbliche sempre più consistenti siano assorbite da soggetti quali famiglie a basso reddito, minori, disabili, anziani autosufficienti e non, adulti in condizioni di indigenza e di emarginazione. Riteniamo sia giusto e doveroso da parte di una pubblica amministrazione aiutare quest’ultimi, farsi cioè carico per quanto possibile, delle primarie necessità di coloro che faticano quotidianamente. Il grado di civiltà e quindi di umanità della società, si misura principalmente anche dalla sua capacità di condivisione”.

“Fratelli d’Italia – prosegue la nota – chiede una responsabile, accorta ed attenta gestione dei fondi destinati a finalità assistenziali. Parliamo dei contributi affitto e buoni spesa comunali, due delle voci assistenziali gestite dai servizi comunali del comune, che varrebbero da sole, circa 50mila euro al mese (600mila all’anno), un fiume di soldi provenienti dalle nostre tasse. La cosa che ci rende perplessi, è di come vengono erogati e gestiti, che a decidere unicamente sul chi, come e quanto, sia uno sparuto gruppo di assistenti sociali e un altrettanto esiguo gruppo di impiegati comunali dei servizi sociali. In riferimento ai buoni spesa acquisto di generi alimentari, ci chiediamo perché, al pari di quanto fatto da altre amministrazioni comunali che si sono dotate di atti/strumenti regolamentari specifici, Lucca non li abbia. Al Comune di Lucca qualcuno conosce le direttive Anac? Chi ha responsabilità specifiche in ordine all’indirizzo e alla gestione della cosa pubblica non ci pare proprio che in questi anni abbia rispettato le stesse e questo in barba ad ogni criterio di trasparenza amministrativa. Ci piacerebbe sapere cosa ha fatto la commissione tecnica comunale (Ctc) così come l’esito delle “improbabili” verifiche disposte dall’amministrazione”. “È doveroso – conclude il partito – dotarsi di un apposito regolamento in materia che limiti il più possibile le zone grigie che inevitabilmente esistono e che limitino ogni azione discrezionale. A tal proposito, ci preme evidenziare che ad oggi, sembrerebbe che l’unica ditta presso cui siano stati spesi i buoni acquisto in parola, sarebbe la Unicoop Firenze, fatto che, se confermato, porrebbe l’amministrazione in una delicata e discutibile posizione, non potendosi ignorare aspetti politici inquietanti e oltremodo disdicevoli. È nota la vicinanza, per usare un eufemismo, dell’area delle Unicoop alla parte politica maggioritaria regionale e che attualmente siede a Palazzo Santini. Chiediamo e chiederemo con una interrogazione che i buoni pasto siano spesi presso le piccole attività commerciali presenti sul territorio che si vorranno convenzionare con l’amministrazione e che sia fatto un bando aperto a tutti gli esercenti presenti sul territorio. Fratelli d’Italia continuerà a vigilare, e provvederà in tempi stretti all’invio di un apposito esposto sull’operato della pubblica amministrazione all’autorità anticorruzione (Anac) ravvisando tutti gli estremi per un suo intervento”.