Bindocci: “Contro pm10 una tramvia e zone 30”

28 febbraio 2019 | 15:06
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Bindocci: “Contro pm10 una tramvia e zone 30”

Pannelli informativi sulla qualità aria, un migliore controllo della temperatura negli uffici, riscaldamento condizionamento spento nei giorni di chiusura, allargamento delle zone a 30 chilometri all’ora, controllo degli accessi Ztl, sincronizzazione semafori e nuove licenze taxi solo per mezzi elettrici. Sono alcune delle proposte che fa, attraverso una apposita mozione in consiglio comunale, il consigliere comunale M5S, Massimiliano Bindocci in tema di contrasto all’inquinamento dell’aria, prendendo le distanze dalle recenti ordinanze adottate dal Comune e invitando a rivedere i parametri di valutazione con i quali queste ordinanze vengono assunte nell’ambito del Pac d’area lucchese.

“La qualità dell’aria nella piana di Lucca riguardo le polveri sottili, pm10 e pm2,5, è tra le peggiori d’Italia – è questo il presupposto da dove parte l’analisi di Bindocci -. Giusto pochi giorni fa il sindaco ha emesso l’ennesima ordinanza, la 243 del 18 febbraio con la quale si prende atto della gravità della situazione dell’inquinamento dell’aria, specificamente i livelli pm10, ed applicando quanto previsto dal Pac d’area lucchese che ordina i soliti interventi, che si sono dimostrati negli anni poco più che pannicelli caldi. La nota rivista Lancet Oncology – prosegue Bindocci – ha pubblicato i risultati di uno studio condotto in 36 paesi per indagare la correlazione tra inquinamento e tumore ai polmoni. Ad ogni incremento di 5 microgrammi di pm2.5, il rischio aumenta del 18%. Mentre, ad ogni incremento di 10 microgrammi di pm10, cresce del 22%. Dobbiamo combatte l’atteggiamento notarile, la salute è un diritto primario dell’individuo e della collettività ed occorre un impegno che vada oltre la semplice applicazione di vecchi piani”.
“Diciamo vecchi piani – specifica ancora Bindocci – perché esiste un Pac d’area lucchese, nei fatti un piano ben poco efficace, anche perché vecchio scritto basandosi sui dati Irse 2010, che valutano solo le emissioni di pm10 primario, quello cioè prodotto direttamente dall’attività antropica. Secondo il progetto Patos, altro studio su cui si basano i provvedimenti del Pac, nell’area di Capannori la componente del pm10 secondario risulta dominante in tutte le stagioni, anche se poi nelle pagine successive si dice che la colpa è dei caminetti a legna. Quindi il piano basandosi su fonti Irse ignora le fonti più rilevanti di generazione pm10, cioè il particolato secondario. Progetto Patos che forse avrebbe bisogno di aggiornamento, visto che si basa per Capannori, su rilevamenti del 2005-2006. Anche la relazione Arpat 2015 sulle sorgenti di emissione della Piana di Lucca – sostiene ancora Bindocci – è basata sui soliti Irse 2010 e quindi relativa al pm10 primario, conseguentemente la combustione della legna sembrerebbe responsabile del 70% delle pm10. Lo strano è che regioni a noi vicine come Emilia-Romagna e Lazio, usando metodi di calcolo diversi che tengono conto anche del particolato secondario originato principalmente dal trasporto su gomma, arrivano a conclusioni diametralmente opposte, secondo le quali il trasporto su gomma arriverebbe ad essere il 70-80% del pm10 totale.  Per questo abbiamo presentato in Consiglio Comunale una mozione che propone una lunga serie di provvedimenti per il breve e il medio termine atti a raggiungere tale primario obiettivo. In rapida sintesi, proponiamo l’istallazione di pannelli informativi su qualità aria, migliore controllo temperatura negli uffici, riscaldamento/condizionamento spento nei giorni di chiusura, allargamento delle zone 30km/ora, controllo accessi Ztl, come possibile che certi esercizi in centro richiedano centinaia e centinaia di permessi, sincronizzazione semafori, nuove licenze taxi solo per mezzi elettrici. Mentre più a medio termine piantare alberi (almeno il 20% in più), realizzazione della promessa linea tranviaria Ponte a Moriano – S. Donato e relative sottostazioni, migliorare i collegamenti ferroviari con il porto di Livorno e con Firenze, incentivare la metanizzazione delle zone non coperte, potenziamento personale Arpat per avere maggiori controlli. Sono tante misure di più o meno facile realizzazione, spesso di responsabilità sovracomunale, ma il Comune di Lucca deve essere di pungolo presso i responsabili, nell’interesse della salute dei cittadini”.