
“Sono consapevoli i consiglieri comunali che con l’approvazione della scala ed i relativi ballatoi vanno ad approvare anche altre modifiche non consentite dal regolamento urbanistico inerente il centro storico, tipo le falde dei tetti, i relativi ballatoi e le nuove aperture sulle facciate di corte Paoli e nuove scale esterne di accesso al piano sottotetto?”. Così esordisce una nota del dipartimento urbanistica di Fratelli d’Italia in vista del consiglio comunale in programma per mercoledì (5 marzo) dove l’assise cittadina sarà chiamata ad esprimersi in merito alla richiesta di costruzione in deroga della scala di emergenza all’Hotel Universo. Nello specifico, la richiesta riguarda la richiesta a costruire una scala di emergenza esterna che però dovrebbe essere costruita su suolo pubblico. Secondo Fdi inoltre, tra le richieste di costruzione in deroga ci sarebbero anche altri dettagli che “stravolgerebbero” la configurazione storica dell’edificio. E proprio per questi motivi il gruppo di opposizione medita anche un ricorso al Tar e alla Corte dei conti.
“Nel novembre del 2017, Il dirigente Angeli autorizzava per 9 anni l’occupazione permanente del suolo pubblico all’Hotel Universo in corte Paoli senza peraltro fissare un canone. Come è stato possibile si chiede Fdi – concedere tale autorizzazione nel 2017 quando ancora non era stato autorizzato tale intervento? Preveggenza del dirigente? Tanto è vero che correttamente in una comunicazione interna inviata alla Giunta Comunale, il dirigente Prina, dichiarava che per il rilascio del suolo pubblico permanente su area demaniale serviva obbligatoriamente un passaggio in consiglio comunale per la sdemanializzazione non esistendo nei regolamenti comunali tale fattispecie di occupazione. Tradotto in sintesi: l’occupazione permanente può avvenire solo a seguito di vendita del terreno dopo che il consiglio comunale abbia deliberato la stessa, avendone stabilito il valore”.
“‘È un palazzo monumentale’, dichiara l’assessore ed allora ci chiediamo – prosegue la nota di Fdi – come sia possibile, ad esempio, trasformare finestre in porte per accedere a detta scala. Sia ben chiaro, siamo favorevoli ad interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente ed anzi detti interventi dovrebbero essere incentivati in ottemperanza delle leggi e normative vigenti cosa che in questo specifico caso sembra non essere avvenuto. Il rispetto dovuto a tutti i cittadini esige da chi amministra la ‘cosa pubblica’ la massima trasparenza, efficienza, competenza e rigore. Il consiglio, senza volere insegnare nulla a nessuno, che questo dipartimento si sente di dare ai consiglieri comunali è quello di leggersi ed approfondire quanto previsto dall’articolo 97 della legge 65 del 2014 della Regione Toscana dando una corretta valutazione, valutando anche i richiami legislativi citati nella premessa della delibera, dopodichè, se lo riterranno opportuno, alzarsi ed uscire prima della votazione. Quest’ultima potrebbe essere un atto illegittimo e quindi se ne assumerebbero in proprio tutte le conseguenze e corresponsabilità”.
“Come ha scritto giustamente Prina – prosegue la nota – prima deve essere sdemanializzata l’area pubblica interessata alla realizzazione della scala esterna. Come può risultare possibile realizzare un’opera di tale importanza su un’area che non risulta di proprietà del privato quando detto presupposto è cosa essenziale per la realizzazione di qualunque intervento edilizio? Ed ancora, perché se si approva una variante inerente una scala di emergenza si allegano alla delibera anche gli elaborati che interessano altre parti dell’edificio? E la soprintendenza se la sentirà di autorizzare ed assumersi la gravosa responsabilità, per l’interesse di un singolo, di un cambiamento così epocale dell’impianto storico/architettonico della città?”.
“È il consiglio comunale che con l’approvazione di tale delibera, renderebbe legittimo tale procedimento e non il sindaco e la sua giunta. Fratelli d’Italia – conclude la nota – determinati nell’azione e animati dal desiderio di porsi al servizio sempre e comunque del bene della collettività, si riserva di portare all’attenzione del Tar e della Corte dei conti l’operato dell’amministrazione sia per la parte edilizio/urbanistica dell’intervento autorizzato, sia per l’eventuale danno erariale arrecato”.