Polemica Brinzi, Minniti: “Faccia attore nei teatri e tenga politica fuori da scuole”

13 marzo 2019 | 16:14
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Polemica Brinzi, Minniti: “Faccia attore nei teatri e tenga politica fuori da scuole”

Il capogruppo della Lega in consiglio comunale Giovanni Minniti interviene ancora sulla polemica sorta dopo l’iniziativa del Comune di Lucca che ha portato, con la collaborazione dell’attore Marco Brinzi, il tema dell’immigrazione sui banchi di scuola e replica alle affermazioni dell’attore che ha negato ogni finalità politica della rappresentazione teatrale pro-immigrazione di cui è stato protagonista. 
“Mentre gli assessori Del Chiaro e Vietina – esordisce il consigliere leghista – si sono chiuse in un assordante silenzio sulla questione essendo consapevoli di averla fatta grossa, l’attore Marco Brinzi sui social ha esternato alcune considerazioni che sprizzano convinzioni politiche ed ideologiche da ogni singola lettera che ha concorso ad esprimere il suo pensiero. Mio malgrado, sono costretto ad intervenire ancora una volta perché la propaganda politica nelle scuole, dissimulata sotto le forme dello spettacolo teatrale, deve cessare immediatamente ed è mia ferma intenzione lottare strenuamente per impedirla”.

“Brinzi – continua Minniti – ha più volte fatto riferimento ad antifascismo, flussi migratori, contrasto all’immigrazione incontrollata, sbarchi, ovvero a temi dalla forte connotazione politica ed ideologica ed ha fatto trasparire il suo desiderio di continuare la sua attività per così dire ‘divulgativa’ nelle scuole. Se queste sono le motivazioni di Brinzi appare difficile affermare che sia stata fatta formazione e non propaganda. Per quale motivo Brinzi desidera così tanto andare nelle scuole per interpretare spettacoli sull’immigrazione che non è materia di insegnamento anziché per leggere Dante, Foscolo, Leopardi, Manzoni dando prova così del suo talento recitativo e trasmettere sapere e conoscenza vere al suo uditorio? I ragazzi di oggi – continua – sono bene informati su ciò che accade nel mondo e non hanno certo bisogno di intermediari per comprendere la realtà potendo contare anche su docenti particolarmente qualificati ed abilitati all’insegnamento grazie a titoli di merito che non credo il Brinzi possegga. Il desiderio di fare politica, dunque, non è un sospetto ma una certezza. Se Brinzi o anche altri intendono trattare nelle scuole i temi dell’immigrazione sulla base delle loro personali convinzioni allora analogo spazio dovrebbe essere lasciato per ‘par condicio’ a chi sostiene tesi diametralmente opposte ma la scuola, così, precipiterebbe nel caos della contesa politica. Un consiglio, caro Brinzi: porti gli spettacoli sull’immigrazione nei teatri di tutto il mondo – conclude – con il successo che la partecipazione spontanea di pubblico le vorrà decretare e che, di cuore, le auguro, ma lasci in pace gli studenti che non hanno bisogno del suo contributo per comprendere i fenomeni del mondo di oggi”.