Spettacolo su migranti, Brinzi: “Faccio teatro, non propaganda”

Dopo la polemica di Casa Pound e Lega per il progetto nelle scuole del Comune di Lucca sull’immagrazione non si fa attendere la risposta dell’attore lucchese Marco Brinzi che ha collaborato all’iniziativa. “Rispetto alle accuse mosse da parte di alcuni movimenti politici sul mio operato e in particolare sul progetto dell’immigrazione portato con il Comune di Lucca nelle scuole locali – si sfoga Brinzi sui social – mi preme precisare e ricordare che è propaganda l’attività di disseminazione di idee e di informazioni con lo scopo di indurre a specifici atteggiamenti e azioni attraverso l’utilizzo di tecniche di persuasione per raggiungere specifici obiettivi”.
“È propaganda – continua – l’utilizzo della retorica, degli slogan, dei simboli (cito così ad esempio, ma solo per esempio, i busti del Duce) strumenti efficaci per fare leva sugli studenti nelle scuole e fargli un bel lavaggio di cervello… non credo lo sia farsì che nelle scuole ci si domandi il perché esiste un fenomeno come quello dell’immigrazione di massa. Comunque ripeto, io: racconto storie di uomini ad altri uomini per capirne assieme l’assurda natura e spesso scelgo storie che hanno domande/temi attuali come l’immigrazione. Se chi accusa il mio operato nelle scuole, ovvero i lavori teatrali come Autobiografia di un picchiatore fascista o questo ultimo progetto, avesse mai visto un mio lavoro prima di parlare definendoli ‘farneticazioni antifasciste’ e accusando me e i collaboratori di sprecare soldi pubblici (la cifra non sono ovviamente i 49milioni che la Lega deve agli italiani) capirebbe realmente cosa faccio e forse sarebbe meno vittima della sua demagogia e di qualunquismo”.
“Concludo – dice Brinzi – sposando in pieno la prima parte dell’osservazione pervenuta dai miei ‘accusatori’. È vero la scuola (aggiungo anche le università) sono i luoghi della formazione delle coscienze e dell’educazione. Per questo motivo è di fondamentale importanza per me che siano proprio i luoghi dove nasce il sapere ad essere protagonisti e promotori di un dibattito culturale su temi importanti come quello dell’immigrazione per capire come occuparsene umanamente (in primis) prima della scelta politica ed economica da attuare. Altro tema di estrema importanza di cui parlare nelle scuole, visti e sentiti i tempi, è quello sull’antifascismo, un valore su cui si fonda la nostra Repubblica italiana. Una patria, quella italiana, tanto amata quanto offesa e distrutta dalla dittatura e da una ideologia fascista che, pare, ispiri fortemente i miei ‘accusatori’. Uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di alcune forze politiche è stata la promessa di fermare l’immigrazione incontrollata ed espellere migliaia di migranti irregolari. Hanno ‘insistito’ talmente tanto su questo tema che noi italiani abbiamo adesso una percezione lontana dalla realtà e lo confermano i dati e i numeri degli sbarchi e dei richiedenti asilo… È una percezione distorta e manipolata che ha portato all’aumento di attacchi e aggressioni contro gli immigrati nel nostro paese. Le leggi razziali del Duce ebbero vita nello stesso modo”.