Spettacolo su migranti, Favati: “Non propaganda ma formazione”

Spettacolo sull’immigrazione, interviene anche la professoressa Patrizia Favati, ex assessora e docente di lettere al liceo artistico Passaglia: “Vorrei fornire un contributo in merito alle polemiche sul progetto Muselakwakaba-Colui che si sposta, organizzato dal Comune di Lucca, avendovi partecipato, il 21 febbraio, come docente, con la classe 2E del liceo artistico musicale Passaglia. L’adesione al progetto è stata chiesta ai docenti che, quindi, erano liberi se aderire o meno. Ho deciso di portare la 2E perché gli studenti avevano già svolto un approfondimento sull’argomento. Avevano consultato quotidiani, settimanali e testi di geografia per raccogliere informazioni in merito a: provenienza dei migranti, variazioni dei flussi migratori in Italia e in Europa, cause degli spostamenti, cambiamenti in corso nel nostro paese sull’accoglienza”.
“I primi colpevoli del presunto indottrinamento – prosegue Favati – dovrebbero essere, allora, i docenti che hanno aderito all’iniziativa. Se si ritiene che argomenti come l’accoglienza e i migranti siano politica tout court. Per inciso vorrei sottolineare che, da tempo, la scuola è ritenuta il luogo di elezione per la formazione dei cittadini di domani. Le viene chiesto, infatti, dal Miur, di essere inclusiva , di svolgere tematiche relative a cittadinanza e Costituzione, di trasmettere conoscenze, ma anche di sviluppare strumenti per costruire un pensiero critico nei confronti del mondo in cui viviamo. L’animatore dell’incontro, Marco Brinzi, grazie ad una serie di giochi partecipati, è riuscito a coinvolgere i ragazzi e a rendere “leggero” e quindi più efficace, il tema dell’incontro stesso, tanto da farmi riflettere sull’opportunità di adottare modalità simili nella mia didattica giornaliera. La citata “esperienza di ambienti angusti” è consistita nel far rimanere, per un quarto d’ora, una decina di studenti, in piedi, dentro un rettangolo di circa due metri per due. Lo scopo, per altro dichiarato, era far capire, in modo molto soft, cosa provino quelle persone che sono costrette a vivere per mesi nelle prigioni libiche. Dato che la didattica esperienziale viene utilizzata, oggi, come veicolo di un apprendimento efficace, ho pensato che l’esperienza citata sia stato molto istruttiva”.
“Le assessore Vietina e Del Chiaro si sono limitate a rispondere alle domande degli studenti – prosegue Favati – ai quali sono stati chiesti dei feed-back rispetto ai dati e alle informazioni fornite. Non c’è stata nessuna “impronta politica o ideologica”, ma una correttezza esemplare, dato l’argomento di scottante attualità. Il video proiettato all’inizio dell’incontro e i dati forniti al termine sulle quantità dei migranti in Italia e in altri paesi europei, o informazioni simili, sono rintracciabili sui media. I miei studenti, avendo svolto l’approfondimento di geografia, ne erano già al corrente. Le fonti orali, le due ragazze nigeriane, hanno raccontato le loro storie esponendo i fatti in cui sono state coinvolte, senza commenti. Le emozioni che hanno suscitato negli studenti sono state, a mio parere, positive, dato che i ragazzi vivono, spesso, in un “qui e ora” limitato a loro stessi”.
“Tornati a scuola, i miei alunni, divisi in gruppi – conclude la professoressa – hanno scritto una relazione sull’incontro. Mi ha fatto piacere notare che, seppure già informati, avevano appreso qualcosa di nuovo, avendo fatto un’“esperienza” più significativa del dato scritto. Le relazioni sono a disposizione di chi le volesse leggere nella sede di via Fillungo del liceo artistico”.