Dinelli (Pd) contro Minniti: “Strumentalizzare i giovani? Le iniziative fatte puntano al contrario”

Continua la polemica sull’iniziativa sui migranti all’Ite Carrara. Alle critiche venute dal consigliere comunale della Lega, Giovanni Minniti, risponde il consigliere del Pd Leonardo Dinelli. “Il consigliere Minniti ci crede davvero in quello che scrive oppure fa soltanto della misera propaganda politica? Come può affermare – aggiunge – che la scuola lucchese sia un terreno di conquista dell’ideologia politically correct che mira a propagandare multiculturalismo, relativismo, immigrazione incontrollata? Come si può affermare che simulazione e stimolazione siano chiari meccanismi di manipolazione del pensiero tendenti ad imporre ad adolescnti in età evolutiva il comportamento da tenere nei confronti di immigrati. La stimolazione e la simulazione servono, casomai, all’esatto contrario”.
“Forniscono – aggiunge Dinelli – ai ragazzi gli strumenti utili per acquisire una maggior consapevolezza del problema, processo che aiuta/favorisce l’elaborazione di un pensiero autonomo, più libero e cosciente. Caro Minniti quello che veramente è da considerarsi pericoloso, almeno per quanto mi riguarda, è la superficialità, l’assenza di conoscenza, l’incapacità di elaborare pensieri profondi che siano in grado di analizzare i problemi nella sua interezza, l’assenza di riflessione e di studio. Questo è veramente pericoloso. Questa risposta non è solo quella del consigliere comunale o del politico ma, piuttosto, è quella del genitore, del padre di due figli di 13 e 10 anni il quale sarebbe ben felice di sapere che un giorno i suoi due figli, che vivono anche di play station e video di you tube, possano nella loro scuola frequentare corsi dove finalmente sia possibile conoscere meglio le realtà vissute da tanti, troppi, loro coetanei e non solo. Pertanto caro Minniti, al di là della tua anacronistica presa di posizione, dovresti a mio avviso esprimere pieno sostegno ad attività che nelle scuole facciano pensare, che mettano i figli nelle condizioni di riflettere, di conoscere, sentire e immaginare. Ma forse, ahimé, so’ di chiederti troppo”.