Bonifica ex Lazzi, Fdi: “Verificheremo tutto l’iter”

19 marzo 2019 | 17:02
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Bonifica ex Lazzi, Fdi: “Verificheremo tutto l’iter”

Ex Officine Lazzi, il caso tiene ancora banco ed è al centro delle polemiche per le note questioni relative alla bonifica. Nella situazione di stallo la Guinigi Costruzioni Srl è impossibilitata ad operare. E’ su questo che fa leva la critica che giunge all’amministrazione comunale da parte di Fratelli d’Italia di Lucca che avvisa: “I nostri dipartimenti stanno analizzando tutte le carte di cui sono in possesso e verificando se e per quale motivo in 10 anni nulla si sia risolto – si spiega in una nota -, questo chiaramente senza nulla togliere alla magistratura che si occupa del caso in quanto in essere un contenzioso tra le parti. Noi, in questa prima fase, vogliamo entrare nel merito, solo ed esclusivamente, sulla questione di come sia possibile che un privato cittadino, agendo in maniera onesta e nel rispetto delle leggi, dopo 10 anni sia ancora in balia di carte-ricorsi senza essere arrivato a nulla”.

L’immobile fu acquistato dalla Guinigi Costruzioni Srl nel lontano 2004 e “solo nel 2009 – ricapitola il dipartimento urbanistica di Fratelli d’Italia – dopo l’attesa di 5 anni vengono rilasciate le relative concessioni ad edificare. Il titolare della società, correttamente nel 2010 dopo aver iniziato i lavori, denuncia l’inquinamento dei terreni oggetti di intervento a causa di presenza di idrocarburi e successivamente anche l’inquinamento della falda acquifera. Fino qui la storia di un cittadino che in ottemperanza delle vigenti leggi pensa di aver agito nel rispetto delle stesse. Dopo tale denuncia vengono dagli organi competenti svolte le relative indagini acclarando che le Autolinee F.lli Lazzi sono i responsabili di tale inquinamento. Da quel momento le istituzioni, che dovrebbero difendere l’onesto cittadino si rimbalzano le varie responsabilità senza ad oggi dare una risposta all’imprenditore che ha investito denaro e tempo in quella operazione. Il sindaco in quanto autorità preposta alla pubblica salute, interviene con molto ritardo. A maggior chiarimento indichiamo i valori di inquinamento, tricloetilene valore 17.000. tetracloroetilene valore 12.000 e dicloroetilene valore 5.900, tutti valori al di sopra dei minimi di legge ed altamente inquinanti come evidenziato addirittura dal Ctu nominato dal tribunale. Siamo in una zona urbanistica altamente edificata, sia residenziale che direzionale-commerciale, e chiediamo a chi di dovere, questo inquinamento può portare ad effetti collaterali alle attività e residenze limitrofe? Nel 2018 la Lazzi (precisiamo attualmente in liquidazione) ha presentato un nuovo piano di bonifica per la matrice acque che prevede tempi di 5/6 anni per la bonifica ed una fideussione di 800.000 euro, che tra l’altro vorremmo capire come ha fatto a presentarla essendo in liquidazione”.
“I nostri dipartimenti – va avanti Fdi – stanno analizzando tutte le carte di cui sono in possesso e verificando se e per quale motivo in 10 anni nulla si sia risolto, questo chiaramente senza nulla togliere alla Magistratura che si occupa del caso in quanto in essere un contenzioso tra le parti. Noi, in questa prima fase, vogliamo entrare nel merito, solo ed esclusivamente, sulla questione di come sia possibile che un privato cittadino, agendo in maniera onesta e nel rispetto delle leggi, dopo 10 anni sia ancora in balia di carte-ricorsi senza essere arrivato a nulla. Avere comprato quell’area ha comportato un investimento enorme che ad oggi sta rischiando di portare al dissesto la società proprietaria. Non è compito della legge e di chi la rappresenta tutelare i cittadini onesti? Non è compito del sindaco, in quanto massima autorità responsabile della salute dei suoi cittadini, intervenire? Il sindaco si è mai costituito parte civile contro la Lazzi a tutela della salute dei suoi cittadini? Le garanzie fideussorie rilasciate nel passato risultano scadute nel dicembre 2017, sono state escusse dal Comune? Potrebbe il mancato incasso creare un grave danno erariale per le casse comunali e di conseguenza dei cittadini? Oggi notiamo che ad appena 100 metri circa di distanza da questo sito altamente inquinato, l’amministrazione sta procedendo ad uno scavo per la realizzazione di un sottopasso, in tale zona è stato verificato nei terreni oggetto d’intervento se esiste inquinamento? Gli enti preposti hanno verificato la questione? L’unica cosa che ha saputo fare ad oggi l’amministrazione comunale è stata quella di richiedere al privato la somma di circa 250.000 euro per l’occupazione di suolo pubblico. Ed in ultimo, ma non per questo meno importante, nei bilanci Ccmunali, avendo l’obbligo per legge di effettuare la bonifica in proprio, obbligo che viene dato proprio per la tutela della salute dei suoi cittadini, il sindaco ha iscritto l’importo della bonifica dell’area? Andremo avanti analizzando sempre di più la questione, anche ricorrendo ad interrogazioni presso la Regione ed effettueremo anche interpellanze parlamentari al fine di chiarire questa vicenda, in primis per la tutela della salute dei nostri concittadini ed in secondo per cercare di premiare un cittadino che con onestà ha dichiarato tale sito inquinato senza ricorrere a sotterfugi di alcun genere e rispettando le vigenti leggi”.