
Concessione Foro Boario, il caso alla Corte dei Conti. A portarcelo sarà proprio Casapound che, tramite l’associazione Epsilon, aveva chiesto lo spazio per festeggiare sabato (4 maggio) i 10 anni del partito di destra.
L’intervento arriva con una diretta Facebook dove Barsanti parla di “esperimento riuscito”.
“Avevamo sentore che gli spazi comunali fossero gestiti in modo anomalo dal Comune – dichiara Barsanti – e finalmente ora ne abbiamo la certezza. Per accertarlo abbiamo dovuto condurre un vero e proprio esperimento, che oggi possiamo dire riuscito. Attraverso vari accessi agli atti ho cercato in questi mesi di capire come mai alcune strutture pubbliche fossero appannaggio quasi esclusivo di associazioni legate alla maggioranza. In particolare il Foro Boario, dove vari cittadini mi avevano segnalato il mancato rispetto di qualunque regolamento comunale. Dagli accessi agli atti è emerso che il Foro Boario non è mai stato pagato dalle sigle di sinistra che lo hanno utilizzato. Per capire meglio ho inoltrato una richiesta per un evento fittizio, e quello che è successo dopo ha confermato ogni dubbio: alla nostra richiesta è stato risposto con oltre due mesi di attesa e a pochi giorni dalla data richiesta. Cioè un tempo incompatibile con l’organizzazione di qualunque evento. Questo mentre alle sigle ‘amiche’ della giunta vengono concessi in tempi strettissimi”.
“Non solo, anche sul pagamento dello spazio il Comune si è trovato in imbarazzo — prosegue Barsanti – Nonostante l’evento richiesto fosse dichiaratamente politico – e quindi soggetto a pagamento – il Comune prima non ci è stato richiesto alcun pagamento visto che alle associazioni ‘amiche’ non era mai stato richiesto. Poi, è stato correttamente applicato il regolamento, e il Comune è stato costretto a richiedere il canone per la prima volta anche a una delle associazioni legate alla maggioranza. Si tratta di un evento organizzato da svariati anni, con ciò dimostrando l’esistenza di un danno erariale per il Comune per i mancati pagamenti precedenti. Per questo procederemo con una denuncia alla Corte dei Conti”.
“La reazione isterica delle sigle di sinistra – conclude l’esponente di Casapound – che normalmente gestiscono a tutti gli effetti gli spazi comunali a loro piacimento, è la conferma definitiva. Contro la legittima richiesta di CasaPound si sono schierate tutte le associazioni – e i personaggi – che godono di concessioni da parte di Tambellini, che evidentemente ha trovato lì bacini di voti a cui ora deve rendere conto. Una vera e propria rete che gode di privilegi negati al resto della cittadinanza. A discapito delle casse comunali e dei soldi dei lucchesi. Tutte le sigle firmatarie hanno così dimostrato – a prescindere dai paraventi sportivi, musicali o sociali dietro cui si nascondono – di essere associazioni di matrice politica. Da ora in avanti, pertanto, sarà impossibile per il Comune di Lucca concedere loro gratuitamente gli spazi che per gli altri lucchesi sono a pagamento”.
La diretta Facebook di Fabio Barsanti