Città delle donne: “Lucca offra sempre più servizi”

6 maggio 2019 | 20:27
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Città delle donne: “Lucca offra sempre più servizi”

“Lucca capitale? Sì, delle donne che la abitano”. Lo ha detto al consiglio comunale aperto sul futuro di Lucca l’associazione Città delle donne, che partendo dal lavoro fatto finora ha anche avanzato precise richieste all’amministrazione chiedendo impegno a valorizzare e offrire più servizi per le donne.

“E’ questa la città che vogliamo, nel 2030 ma anche oggi, nel maggio 2019: una città che sia amica delle sue abitanti, sorella che sappia condividere con loro i suoi successi e collaborare insieme a loro per raggiungere gli obiettivi prefissati – è stato spiegato -. Una città in cui sia capitale diffuso la cultura dell’uguaglianza, del rispetto delle differenze, senza stereotipi sessisti, che contrasti la violenza contro le donne, l’omofobia e la transfobia, che sia non razzista e dichiaratamente antifascista. Questa è la capitale che vogliamo, questo è il capitale, di saperi, di esperienze e di risorse, di cui disponiamo e che vogliamo sia messo a beneficio delle donne che vivono Lucca tutti i giorni”.
“A tal fine – si legge nell’intervento fatto in consiglio comunale – è fondamentale sottolineare quanto la partecipazione femminile nella politica sia essenziale per il buon funzionamento della società lucchese: una partecipazione che sia effettiva ed a tutti i livelli, rimuovendo gli ostacoli che si frappongono ad essa, soprattutto in materia di occupazione e di servizi. Il maggior ostacolo alla loro partecipazione viene unanimemente individuato nel carico di lavoro di cura all’interno della famiglia determinato anche dalla carenza di servizi sul territorio che potrebbero diminuire la molteplicità ed il carico delle mansioni. Inoltre, nel lavoro retribuito, le condizioni di precarietà diffusa che colpiscono in particolar modo proprio le donne aggravano l’inconciliabilità della vita lavorativa con l’impegno nella vita politica. La maggior partecipazione delle donne alla vita politica della città è però ancora insufficiente: ciò è dovuto anche alle forme, ai contenuti e ai metodi della politica caratterizzati soprattutto da tempi e dinamiche maschili. In questi anni, relativamente alle istanze femminili molto si è fatto, già da subito nel primo mandato Tambellini, con il raggiungimento di alcuni degli obiettivi che la nostra associazione aveva posto come prioritari: la nascita della Commissione Comunale di Pari Opportunità, che in questi anni ha lavorato e lavora per stimolare l’attività dell’amministrazione in un’ottica attenta alle istanze femminili, ponendo l’attenzione su temi come il contrasto alla violenza di genere, anche attraverso la diffusione della cultura del rispetto tra uomo e donna (con percorsi formativi nelle scuole), la rimozione degli stereotipi che relegano le donne in ruoli subalterni, l’importanza di avere sul territorio un Consultorio familiare rispettoso della norma, a difesa della salute e del benessere delle donne e delle famiglie, requisiti fondamentali per il benessere della società in cui esse vivono: riteniamo però importante che la Commissione abbia una dotazione finanziaria adeguata per i compiti che le spettano; la predisposizione del bilancio di genere, che ha permesso di valutare in un’ottica di genere le diverse politiche e di effettuare inchieste statistiche sulle problematiche sociali del territorio lucchese in relazione alla composizione (genere, età, reddito, posizione familiare ecc.) della popolazione residente. E’ a nostro avviso importante che tale esperienza sia mantenuta nel tempo, divenendo prassi ordinaria, e che per questa finalità siano destinate risorse umane in misura maggiore dell’attuale; è stata sviluppata un’efficiente ed efficace rete tra le associazioni del territorio e l’amministrazione, che consente di concentrare esperienze in iniziative congiunte su temi di interesse collettivo, basti ricordare gli eventi ricorrenti sul contrasto alla violenza e sulla sensibilizzazione sulla diagnosi precoce e cura delle principali malattie tumorali che affliggono le donne e ne pregiudicano la qualità della vita nel loro contesto familiare, lavorativo e sociale; è stato sviluppato il progetto Cicogna, che permette alle gestanti e puerpere di parcheggiare la propria auto negli spazi blu con il pagamento agevolato di una tariffa mensile, nei mesi che vanno dal settimo della gravidanza al terzo del puerperio. Ben più concreto del demagogico parcheggio rosa, non previsto dal Codice della Strada e quindi derogabile dall’utenza: lasciare la discrezionalità al buon senso del cittadino (le cronache spesso ci parlano di comportamenti contrari, non al buon senso, ma al Codice della Strada addirittura, con tagliandi invalidi falsi, ad es.) non è un’efficace misura di attenzione da parte dell’amministrazione. Chiediamo piuttosto che il progetto “Cicogna” venga esteso per durata (e possibilmente con un costo inferiore), cioè dall’inizio della gravidanza al primo anno del bambino, poiché nei mesi in cui tale progetto è attualmente previsto le possibilità di movimento della gestante/madre sono abbastanza limitate ed invece sarabbe utile permetterne l’utilizzo – per le medesime finalità – anche nelle fasi precedente e successiva, certamente non meno impegnative. Attraverso la rete tra amministrazione, Asl, associazioni è stato possibile ridisegnare, a favore delle esigenze della comunità lucchese, donne e uomini e nel rispetto della legge, il Consultorio familiare – che si trova nella Cittadella della Salute ex Campo di Marte – che sta finalmente diventando un presidio importantissimo per la salute della donna e della famiglia, ma sul quale non bisogna smettere di insistere perché sia completo di tutte le competenze che gli permettano di funzionare al meglio”.
“L’esperienza di tutte noi, che viviamo la nostra città ogni giorno – prosegue la Città delle donne -, ci pone di fronte ad alcune esigenze non più derogabili, visto il periodo di crisi economica e di valori in cui la nostra società è immersa: crediamo sia utile e auspicabile l’attivazione di servizi informativi mirati ai diversi bisogni delle donne e delle persone: uno tra tutti, quello legato allo specifico problema delle cure per non autosufficienti che spesso grava sulle attività familiari e anche occupazionali delle donne, ma anche quello che aiuti le donne a districarsi nei meandri della burocrazia, quando si trovano direttamente alle prese con una malattia invalidante. Non dimentichiamo che oggi la famiglia ha perso quella rete di persone di cui disponeva un tempo: oggi la realtà vede la presenza di famiglie monoparentali e spesso le donne si trovano da sole ad affrontare malattie che le colpiscono direttamente o colpiscono loro familiari stretti. Pertanto, si ritiene opportuna la creazione di uno sportello informativo unico in cui siano raccolte e rese disponibili con linguaggi e modalità appropriate alle diverse situazioni familiari tutte le informazioni circa le risorse disponibili sul territorio per la cura e l’integrazione sociale delle persone non autosufficienti e per le loro famiglie, unificando informazioni utili sia per chi domanda aiuti e sostegni di cura e di integrazione sociale, sia per chi offre il proprio lavoro o attività di assistenza a vario titolo, ma anche attraverso la disponibilità delle associazioni, che sul territorio operano in tale settore. E ancora, un aumento dell’assistenza domiciliare per anziani, favorendo la permanenza presso l’abitazione, senza scaricarne interamente il peso sulle donne. Serve un trasporto pubblico più efficiente, e in orari più congeniali alle esigenze dell’utenza, che, partendo dalle linee Lam che permettono di raggiungere agevolmente il cuore del centro storico, sia però più uniforme sul territorio periferico, ancora relegato all’utilizzo del mezzo privato. Si possono delineare, infine, alcuni aspetti specifici su cui sarebbe possibile ed opportuno provare a sperimentare: a partire dai taxi in rosa (con prezzo calmierato) per agevolare gli spostamenti delle donne in termini di sicurezza, e taxi collettivi per agevolare spostamenti di donne giovani e anziani. Chiediamo che sia effettuata, ad opera degli assessorati competenti, una mappatura completa delle attività (del centro storico e non) amiche delle mamme e dei bambini, con locali e strutture adeguate all’allattamento e al cambio dei neonati e dei bambini e ne sia data adeguata pubblicità, anche nel sito internet del Comune, e/o con locali (pensiamo ad es. ad una delle Casermette) di proprietà dell’amministrazione comunale adibite a tale finalità, anche attraverso convenzioni/sponsorizzazioni con attività private che possano mettere a disposizione materiale (fasciatoi, scaldabiberon, ecc.) atto allo scopo, perchè Lucca sia una città vicina alla famiglia, anche negli atti più banali del vivere quotidiano, che talvolta però sono resi difficoltosi dal contesto. È necessario attivare buone pratiche, favorendo la partecipazione femminile, anche in occasione di grandi eventi in ambito culturale e artistico, dove troppo spesso è prevista quasi esclusivamente la presenza maschile. Si dovrebbe avere attenzione e tenere conto delle crescenti ed eccellenti competenze femminili nell’organizzare cartelloni sia nel cinema che nel teatro e nella musica. La Lucca capitale delle donne per noi è questa, una Lucca vicina alle donne che la vivono, inclusiva e rispettosa delle differenze ma che tenda ad eliminare le disuguaglianze che ne rendono difficile la vivibilità”.