Taradash ed Hermanin a Lucca ‘spingono’ +Europa

11 maggio 2019 | 13:54
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Un argine ai sovranismi ed al populismo, per recuperare un’idea federalista che spinga lo sguardo oltre gli Stati nazionali: +Europa riparte da qui, come testimoniano Marco Taradash e Costanza Hermanin, candidati in ticket in vista dell’imminente tornata elettorale. Ospiti alla Domus romana di Lucca, i due alfieri del movimento politico che fa capo ad Emma Bonino affrontano i temi cruciali per viaggiare “verso una ricostruzione europea” perché – come recita lo slogan utilizzato – “un’altra Italia è possibile, così come un’altra Ue”.

Taradash ed Hermanin soppesano anzitutto lo scollamento tra cittadini e istituzioni, servendo la loro ricetta: “La retorica dei nazionalisti – spiega Taradash – ha creato un clima che porta alla mancanza di solidarietà tra i popoli. I responsabili di tutto questo? Il governo precedente ed il Parlamento europeo. In Italia, poi, oggi ci sono le bugie del ‘governo del contrasto’ a farla da padrona”. Emblematica, secondo Hermanin, l’odierna presa di posizione di Salvini: “Vuole avocare a sé la competenza sui porti per risolvere la questione immigrazione, ma quando si è trattato di votare sulla riforma del trattato di Dublino la Lega si è astenuta”, commenta.
In Europa, affermano i candidati, “una grande alleanza liberaldemocratica potrebbe consentirci di cambiare le cose. Intanto – ricordano – siamo gli unici a far parte di Alde, oggi il vero e proprio ago della bilancia”.
In Italia, invece, lo scenario appare più complesso: “M5S e Lega litigano, Forza Italia si propone come scialuppa di salvataggio di Salvini, il Pd corre per arrivare secondo. No – commenta Taradash – non è la migliore delle situazioni. Ci troviamo di fronte ad una vera e propria minaccia nei confronti della democrazia liberale, barattata da queste figure nel nome dell’ordine e della sicurezza”.
Per invertire la rotta e “sfidare la corrente” (altro slogan coniato per queste elezioni) è quindi necessario muoversi per priorità. “La mia – prosegue Taradash – sarà la ricostruzione europea. Vogliamo che il Consiglio europeo diventi una sorta di Senato delle autonomie, per creare una dimensione comprensibile e apprezzabile da parte dei cittadini. Dobbiamo riprendere il cammino federale – ammonisce – per opporci ai nemici dell’occidente, gli imperialisti cinesi e russi, ed alla primazia dilagante degli Usa, guidati oggi da un presidente non degno di questo ruolo. La civilizzazione europea è altrimenti messa a serio rischio”.
Hermanin, invece, pone al primo posto in agenda temi esiziali come economia, ambiente e lavoro. “Sono tra loro interconnessi – spiega – perché investendo in un ambiente più sano si creano nuove opportunità occupazionali”. Tra le misure indicate spicca quella di una fiscalità unica per le industri inquinanti, chiamate alla transizione ecologica col pungolo di una tassazione più alta. “è arrivato anche il momento – conclude – di tassare davvero i giganti del web, perché non è possibile che tutti i colossi del digitali si rifugino in Irlanda. Si tratta di un circolo realizzabile: basti pensare che circa il 60% delle emissioni proviene dagli edifici. Riconvertendoli possiamo creare nuovi posti di lavoro”.
Infine, un’altra stoccata da parte di entrambi al governo gialloverde: “La questione del lavoro si risolve aumentando la nostra competitività – dichiarano – e non con una misura assistenzialistica come il reddito di cittadinanza”.
Poi, sulle pensioni: “Quota 100 – l’affondo – mette a casa lavoratori nel pieno delle loro forze e manda in tilt il sistema. Chiediamo alla gente di aiutarci a mandare a casa questi governanti barbari ed incapaci, in Italia come in Europa”.

L’appello di Costanza Hermanin

L’appello di Marco Taradash

Paolo Lazzari