Caruso (Lega): “Elezione vicepresidente, violato lo statuto”

16 giugno 2019 | 12:58
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Caruso (Lega): “Elezione vicepresidente, violato lo statuto”

Non smette di far discutere il consiglio comunale di ieri (15 giugno) in cui si è insediata la nuova giunta Menesini ed è stata eletta la nuova presidente del Consiglio. A parlarne è il consigliere comunale della Lega, Domenico Caruso.
“Il primo consiglio comunale svolto ieri a Capannori – afferma il consigliere comunale della Lega Domenico Caruso – è stato particolarmente significativo per comprendere il modus operandi al quale sindaco e maggioranza intendono attenersi nei rapporti con l’opposizione. Hanno fatto tutto il sindaco e la sua maggioranza: hanno scelto il presidente del consiglio comunale senza interpellare preventivamente l’opposizione per correttezza istituzionale; hanno impedito l’elezione del candidato alla vicepresidenza del consiglio comunale indicato dall’opposizione; hanno eletto vicepresidente dell’assise comunale me ma ho immediatamente rinunciato alla carica, trattandosi di graziosa concessione della maggioranza non richiesta e, pertanto, politicamente irricevibile”.

“Su questo punto – afferma il consigliere leghista – è bene precisare che non essendo stata votata l’immediata esecutività della votazione essa non ha prodotto alcun effetto giuridico per cui appare più corretto parlare di rinuncia all’incarico che in quanto tale è ontologicamente diversa dalla fattispecie delle dimissioni dal munus pubblico di consigliere comunale così come disciplinate dall’articolo 38 del Tuel. Ne consegue che il consiglio comunale non ha ottemperato al dettato di cui agli articoli 15 dello statuto e 6 del regolamento del consiglio comunale secondo cui nella prima seduta si procede all’elezione del presidente e del vicepresidente. Nel nostro caso l’elezione del vicepresidente è formalmente avvenuta ma è risultata essere giuridicamente inefficace e, pertanto, la carica è da considerare vacante. In tal modo si è contravvenuto a quanto disposto dallo Statuto e dal regolamento del consiglio comunale che impongono l’attribuzione delle due cariche nella prima seduta. Ho subito posto una eccezione sull’interpretazione delle norme in questione ma il sindaco ha ordinato perentoriamente la trattazione degli altri argomenti all’ordine del giorno esautorando di fatto le prerogative del presidente dell’assise”.
“E qui – incalza il consigliere Caruso – si pone una questione politica di assoluto rilievo in quanto nell’impianto normativo del Tuel il presidente del consiglio comunale svolge il ruolo di garante del corretto funzionamento dell’organo collegiale presieduto facendo rispettare le norme di legge e quelle statutarie e regolamentari in modo tale che la maggioranza non prevarichi le ragioni della minoranza. Il ruolo del presidente del consiglio comunale per principio è super partes non subordinato al sindaco il quale, anzi, deve rispettare le prerogative del consiglio comunale organo sovrano essendo stato collocato al primo posto degli organi di governo locale dall’articolo 36 del Tuel. Occorre mettere mano alle norme dello statuto e del regolamento che disciplinano l’elezione e la cessazione dalla carica del presidente del consiglio comunale poiché, in linea generale, appare difficile ravvisare i requisiti di terzietà, autonomia, indipendenza in un èresidente espresso dalla sola maggioranza e la cui preoccupazione potrebbe essere quella di evitare conflitti con il primo cittadino considerata anche la metà più uno dei voti dei componenti dell’assemblea cittadina sufficiente per disporre la revoca quasi “ad nutum” del presidente eventualmente non più gradito al sindaco ed alla sua maggioranza e la mancanza di espressa e tassativa indicazione dei motivi di revoca”:
“Appare del tutto evidente che eleggere alla prima votazione un presidente senza una maggioranza qualificata non rappresenta certo un successo politico. Sarà compito dell’opposizione –  conclude Caruso – vigilare affinchè il consiglio comunale mantenga intatte le proprie prerogative e non sia retrocesso al rango di mero organo chiamato a ratificare decisioni prese altrove”.