
Polemica a distanza tra i rappresentanti del comitato Vivere il centro storico e l’assessore all’ambiente Francesco Raspini che alla fine di giugno è stato invitato in Senegal a parlare della gestione dei rifiuti lucchese. Un invito non apprezzato da Vcs che ha invitato l’assessore ad andare a lezione nella vicina Capannori.
“Quando abbiamo saputo che l‘assessore Raspini era andato in Senegal ad insegnare la politica lucchese di raccolta dei rifiuti siamo rimasti stupiti – si legge in una nota del gruppo -. La prima cosa che ci siamo chiesti è stato perché, prima di andare in Senegal a parlare di rifiuti, non ha ritenuto di dover fornire risposta a quelle domande che abbiamo posto il 15 aprile scorso, nelle quali si evidenziava una situazione dei rifiuti che definire catastrofica appare fin troppo generoso. Non vogliamo parafrasare qualche politico nazionale, però un bel ‘prima i lucchesi’ ci starebbe tutto. Poi ci siamo domandati cosa succederà in Senegal se metteranno in atto i suoi insegnamenti basati sull’esperienza lucchese”.
“Non avrà mica suggerito di svendere i cassonetti dell’ immondizia che hanno, raddoppiare il personale della azienda di raccolta rifiuti per passare al porta a porta, arrivare fino all’80% di differenziata, per poi smantellare il servizio tornando ai cassonetti comprandoli ex novo, ma restando con il personale raddoppiato rispetto a quello che c’era prima? – prosegue Vcs -. Non avrà mica insegnato che ogni 25 milioni di fatturato si possono lasciare 16 milioni di crediti non riscossi perché tanto questi soldi vengono spalmati in bolletta con un costo di accantonamento di 1,30 milioni l’anno che pagheranno gli utenti onesti? Avrà mica insegnato che le tariffe si riducono per i locali pubblici mentre si aumentano per i cittadini ‘normali’? Ci auguriamo che questi insegnamenti non siano stati fatti e, nel caso, che non vengano recepiti”.
“Se in Senegal mettessero in atto gli insegnamenti e quindi gli sprechi lucchesi registrati nella raccolta dei rifiuti – aggiunge Vcs – è verosimile pensare che quel paese sprofonderebbe nella crisi economica più assoluta. Assisteremmo ad un aumento della povertà e quindi ad un tale incremento degli sbarchi che metterebbe a serio rischio la tenuta del nostro paese e chissà, forse anche dell’Europa”.
“Invece di andare in Senegal ad insegnare ci domandiamo se non sarebbe stato meglio – conclude la nota – andare a Capannori per imparare, magari dopo aver trovato dieci minuti per rispondere alle osservazioni puntuali dei suoi concittadini che dopo 3 mesi non hanno ancora ricevuto risposte”.