Manifestazione in piazza San Michele per Bibbiano

31 luglio 2019 | 08:54
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Manifestazione in piazza San Michele per Bibbiano

Lucca scende in piazza per Bibbiano. L’appuntamento è fissato per le 21 di domani (1 agosto) in piazza San Michele. Anche il comitato dei cittadini per i diritti umani, un’associazione di denuncia contro gli abusi nel campo della salute mentale, aderisce alla manifestazione Io sto con i bamabini strappati indetta da un gruppo di mamme di Lucca per chiedere verità e giustizia sugli affidamenti illeciti che si sarebbero verificati nel comune in provincia di Reggio Emilia.

“Mentre ancora divampa la controversia sul giro d’affari multimilionario attorno a cui ruotano queste tristi vicende, aumenta la sensazione di trovarsi di fronte a un fenomeno che riguarda l’intero Belpaese in maniera trasversale e bipartisan – fa sapere il comitato -. Secondo una stima recente, solo il venti percento degli allontanamenti di minori dalle loro famiglie sarebbe dovuto a casi documentati di violenza o abusi, mentre la maggior parte è motivata da diagnosi psichiatriche. Già una ventina di anni fa, lo scrittore premio Nobel Dario Fo, nel commentare un caso simile accaduto nel milanese, aveva parlato di spocchia delle istituzioni, che trattano i bambini come fascicoli. Adesso il pentolone è stato scoperchiato, e la magistratura sta cercando di fare luce, ma al di là delle responsabilità individuali a carico di singoli operatori e dirigenti, se vogliamo garantire che cose simili non accadano più, è necessaria una profonda riforma della giustizia minorile”. “In quasi vent’anni abbiamo documentato centinaia di casi, aiutando tantissimi bambini a tornare nelle loro famiglie, e denunciato casi di conflitto d’interesse – commenta il presidente del Ccdu – in cui l’autore della perizia che giustificava l’allontanamento lavorava anche per la casa-famiglia cui veniva affidato il minore”. Ciò che chiede il comitato è di interrompere la filiera diagnostica psichiatrica, ridimensionando l’influenza delle perizie psichiatriche nei tribunali. “Queste valutazioni, essendo prive di riscontri oggettivi, sono per loro natura soggettive e opinabili – conclude – e non dovrebbero avere valore di prova. L’allontanamento di un minore dovrebbe essere l’extrema ratio, da utilizzare solo in casi gravissimi e, soprattutto, documentati da prove oggettive, non una generica valutazione d’inidoneità genitoriale”.