Comune entro 2030 modello per sostenibilità ambientale

29 settembre 2019 | 06:37
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Comune entro 2030 modello per sostenibilità ambientale

Un’agenda che guarda al 2030. Una prospettiva di lungo periodo per una vera e propria rivoluzione culturale all’interno della macchina comunale. Con un obiettivo: fare tutte le azioni possibili, per quanto di competenza di un ente pubblico, per ridurre l’impatto ambientale nel territorio di riferimento.
Una rivoluzione culturale perché non si tratta di mettere in pratica solo piccole o grandi azioni concrete, ma di cambiare il modo di pensare: della politica e, soprattutto, della macchina amministrativa. Che d’ora in poi dovrà chiedersi, per gli atti che approveranno o autorizzeranno, quale sarà il relativo impatto sull’ambiente.
È partita con una delibera in giunta comunale la strategia di sostenibilità ambientale del Comune di Lucca. E fra i primi fautori c’è l’assessore all’ambiente, Francesco Raspini, che a questo tema vuole dedicare la seconda metà del proprio mandato.

“Per far fronte all’emergenza climatica – spiega Raspini – si possono mettere in campo tante iniziative. A partire da interventi straordinari, come studiare la chiusura del ciclo dei rifiuti urbani ricavando metano dalla spremitura dell’organico o la ristrutturazione del patrimonio edilizio pubblico. Ma la sfida è un’altra: è quella di inserire driver di sostenibilità nelle scelte ordinarie dell’amministrazione comunale, come ad esempio nel piano triennale delle opere pubbliche”.
Un programma, come detto, ambizioso, un cambio di prospettiva che non può avere effetti nel breve: “L’intervento che facciamo – spiega l’assessore – ci consente di dare un contributo come ente alle scelte per il clima. L’obiettivo principale del prossimo decennio è quindi quello di innovare i processi in maniera significativa, tant’è che l’orizzonte che ci siamo dati è il 2030. In questo tempo bisognerà innovare meccanismi, avere idee grandi e costruire dei percorsi che ci aiutino a fare le cose in maniera coerente all’obiettivo”.
Nel concreto il percorso è iniziato con le prime due azioni: “Con la delibera di giunta – dice Raspini – abbiamo innanzitutto costituito un gruppo di lavoro, coordinato dal settore ambiente, che tenga dentro urbanistica, lavori pubblici, edilizia privata (per accompagnare una riconversione al patrimonio edilizio), mobilità cittadina, uffici che si occupano di performance dell’ente e di programmazione economica. L’obiettivo strategico è quello di misurare la produttività del personale secondo indicatori misurabili anche in base agli obiettivi prefissati. Un percorso, questo, appena partito e sicuramente lungo, che va pensato anche con nuovi ingressi di personale nella macchina ccomunale Ad esempio è in atto il concorso per la ricerca di architetti e ingegneri. Un concorso da cui mi aspetto molto (Raspini è anche assessore al personale, ndr) perché inseriremo una serie di competenze specifiche. Oltre a questo abbiamo affiancato al progetto un supporto scientifico all’altezza dell’obiettivo in questione: la Scuola Sant’Anna di Pisa è all’avanguardia a livello non solo nazionale sullo studio degli impatti ambientali delle filiere produttive”.
“Va capito insomma – questo l’obiettivo secondo l’assessore – come il Comune può agire per rendere consapevoli i cittadini e le proprie funzioni interne per realizzare filiere produttive virtuose e meno impattanti”. Già, perché la ‘rivoluzione’ non passa, quantomento non soltanto, dalla politica: “I politici sono solo una parte e spesso neanche la parte principale di un processo di cambiamento – commenta Raspini – Se le strutture tecnico amministrative, infatti, non sono pronte ad affrontare il cambiamento le cose non cambiano. I progettisti, ad esempio, d’ora in poi dovranno fare uno sforzo ulteriore. Così come si tiene conto sempre delle normative antisismiche, adesso occorrerà avere la competenza tecnica sui temi della sostenibilità ambientale. Il percorso si perpetua, al di là del colore politico di chi guida gli enti pubblici, rendendo automatica questa cosa. D’altronde, al di là di chi per calcolo elettorale specula sul negazionismo, l’opinione pubblica sa già che occorre fare così per il futuro del pianeta”. “L’orizzonte della politica lungimirante – conclude il ragionamento – deve guardare sempre al futuro e non solo alla propria scadenza elettorale. E gettare i semi di un cambiamento che chiunque potrà raccogliere”.
Al momento, sul processo avviato, in Comune non ci sono state resistenze: “Dal punto di vista politico – spiega Raspini – le resistenze principali sono legate al fatto che ogni macchina ha la sua inerzia. Adesso occorrerà concentrarsi sulla programmazione invece che sulla gestione. Dobbiamo programmare invece che agire sull’emergenza. Occorre dare una visione: immaginare che Lucca nel 2030 sia un modello nella sua attività e nella sua capacità di rendere consapevoli i cittadini sul tema dell’ambiente è un sogno sul quale vale la pena di impegnarsi”.
Tutto questo passa, come detto, anche da piccole o grandi azioni concrete: “Lo sono in questo senso – spiega Raspini – alcune azioni già annunciate, anche se piccole o simbolice. Come la rete delle stazioni dell’acqua e le fontane, per diminuire l’utilizzo dell’acqua in bottiglia e di conseguenza dei camion che la trasportano. Con i fontanelli, ad esempio, abbiamo già potuto calcolare quante emissioni siamo riusciti a diminuire grazie all’installazione”. Non solo: “Sistema Ambiente ha acquistato una nuova sede a San Pietro a Vico. Si è deciso si trasformare questa ristrutturazione in un esempio di ristrutturazione sostenibile. Bisogna poi ricordare che Lucense, eccellenza della città e partecipata del Comune, ha sviluppato il modello Abitare Mediterraneo, con modelli costruttivi con varie gradazioni di complessità tecnica che possono cambiare radicalmente il modo di progettare. Per questo Lucense, Comune e Sistema Ambiente firmeranno un protocollo di intesa a tre da trasformare in un primo modello di integrazione di questo progetto nel concreto”.
La spinta a tutte queste azioni, Raspini non lo nega, arriva dai ragazzi che si stanno mobilitando da mesi per arginare il cambiamento climatico: “Sono rimasto molto colpito – spiega – dalla cattiveria e faciloneria che si è fatta in questi mesi e in questi giorni su Greta e su questi ragazzi. Il compito delle istituzioni è quello di mediare le istanze di più o meno ampi strati della popolzione con la fattibilità tecnico economica delle proposte, stando attenti a non far pagare le trasformazioni esclusivamente ai cittadini. Ma, al netto di mediare le loro istanze con tutto il resto, bisognerebbe avere rispetto nei confronti di chi è in grado di aggregarsi intanto intorno a un modello positivo e propositivo. Una cosa che è più bene comune dell’ambiente non esiste e questa battaglia è una cosa bella e da rispettare profondamente. D’altronde è innegabile che qualche responsabilità le generazioni che precedono ce l’hanno. Occorre quindi cogliere il senso di questa protesta: attiviamoci, ognuno faccia la propria parte e rispettiamo le richieste di questo movimento. Il Comune, in questo senso, si è attivato. E il merito storico di tutto questo va attribuito ai ragazzi del movimento con cui abbiamo dialogato e che hanno saputo con fermezza porre le loro richieste”.
Un merito che si è concretizzato anche nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica, come dimostra la sala piena all’Agora nell’evento di venerdì scorso, in cui tanti cittadini sono intervenuti con proposte di buon senso e recepite dagli amministratori.
Nel frattempo, nel 2020, c’è già un passaggio politico importante, ovvero il voto per il rinnovo del consiglio regionale e per il governatore: “Il tema dell’ambiente – dice Raspini – se vogliamo essere allineati, deve essere centrale nella campagna elettorale. Faccio un esempio. Come detto in questi giorni per la prima volta nella storia di Lucca un cittadino dell’Oltreserchio si potrà allacciare alla fognatura. E non si tratta solo di un problema di servizi al cittadino ma anche di ambiente, visto che in quella zona ci sono pozzi importanti che danno acqua a Lucca, ma anche a Pisa e a Livorno. Bisognerà quindi pensare a come la fiscalità generale possa finanziare ulteriori interventi di ampliamento di fognature in quella zona”. “Inoltre la Toscana – prosegue Raspini – si sta dotando di una sua agenda 2030. Non solo questa cosa va fatta, ma va avviata una discussione per dare il segnale che queste cose sono una priorità assoluta”.
Una priorità per il prossimo decennio. Cui per ora il Comune di Lucca ha risposto presente. A controllare ci sarà l’occhio vigile di centinaia di giovani e giovanissimi.

Enrico Pace