
Ancora una volta la questione della piazza coperta in via di costruzione a San Concordio, all’incrocio fra via Consani e via della Formica, approda in consiglio comunale. Lo fa per la mozione presentata dai consiglieri Bindocci (M5S) e Di Vito (SiAmo Lucca).
È Bindocci ad aprire la discussione, contestando la scelta di non far intervenire davanti al Consiglio un rappresentante del comitato: “Anche stavolta – dice – si è impedito di far parlare una componente del comitato. Una posizione purtroppo non nuova da parte di questa maggioranza”.
“Questa protesta – spiega Bindocci – non si fermerà finché non si fermerà il progetto scellerato che state realizzando. C’è da ripensare il progetto, considerata la presenza di strutture della vecchia darsena e i segni del porto della Formica”. Per questo nella mozione si chiede “la modifica del progetto in quanto incompatibile alla riemersione fuori terra delle strutture interrate della darsena e del porto”. Si chiede poi di destinare “parte dei fondi della riqualificazione dell’area ex Gesam per la conclusione della campagna di scavi”.
Alla fine c’è l’appello del consigliere Bindocci: “Il mio è un invito alla coerenza della maggioranza: pentitevi, salvatevi. State distruggendo una parte del patrimonio culturale e ambientale della città”.
Pronta la replica del consigliere di Sinistra con Tambellini, Daniele Bianucci, che respinge le accuse di aver condizionato la scelta di non far parlare la componente del comitato: “È falso e scorretto – prosegue – il fatto che sia stato io a dire al presidente del Consiglio di non far intervenire la dottoressa Mei in Consiglio. Le posizioni dei cittadini sono legittime e non necessitano delle strumentalizzazioni di Bindocci. La questione è stata decisa dal presidente perché far intervenire la componente del comitato avrebbe costituito una discriminazione rispetto alla possibilità di intervenire di altri cittadini”
Il consigliere di SiAmo Lucca, Alessandro Di Vito, ripercorre i quattro punti di contrasto al progetto presentati dai comitati e definisce il progetto “uno sputo nell’occhio”: “Vogliamo prendere in considerazione – dice il consigliere – la lotta decennale di questi cittadini? Qui il rischio è di rovinare un altro quartiere dopo quanto già successo all’Arancio e San Filippo con il nuovo ospedale. Ragioniamo di nuovo di quell’area e, se è il caso, rinunciamo all’intervento”.
Per la maggioranza parla Gabriele Olivati di Lucca Civica: “Si è compiuto – ricorda – da parte i questa amministrazione un percorso per intercettare fondi europei ingenti per la periferia. Si è trattato di bandi complessi e difficili che siamo stati bravi a vincere e quelli vinti abbiamo cercato di gestirli al meglio. Alla fine, però, di fronte alle diversi posizioni di tutti, l’amministrazione deve decidere e decidere non significa ascoltare i comitati. Il dialogo per noi non finisce comunque oggi, con una mozione presentata dall’opposizione. Proseguiamo il percorso di un progetto in cui crediamo, compresa la possibilità di alcune modifiche e diamo la testimonianza della chiara volontà dell’interesse per il porto della Formica”.
Le volontà della maggioranza sono state per questo incardinate in un ordine del giorno in cui si ribadisce l’impegno a valorizzare la storia del sito e a creare un centro di documentazione.
A sollevare un’altra voce critica è Fabio Barsanti di Casapound: “Valorizzare la zona nel senso culturale e archeologico è fondamentale – dice – Anche io in questo senso presento una mozione perché nei testi di maggioranza e opposizione non viene considerata la possibilità di dirottare parte dei finanziamenti alla riqualificazione del vecchio Chiesone, elemento di archeologia industriale in un punto che potrebbe prevedere un’area a parco e a verde per dare risposta alle esigenze di spazi e funzioni come chiedono le associazioni”.
Due ‘sanconcordiesi’ doc intervengono per la maggioranza. Pilade Ciardetti (Sinistra con Tambellini) sottolinea la possibilità di “rendere più accettabile la struttura”, mantenendo la possibilità di valorizzare l’area del porto e dell’antica darsena. Più duro Gianni Giannini (Pd): “Siamo passati dallo Steccone – ricorda il consigliere – a una realtà destinata a un uso pubblico a disposizione della cittadinanza. Il quartiere da tantissimo tempo chiede nuove aree per fare attività collettiva. Noi stiamo progettando un edificio per dare al quartiere aree di socializzazione. Le città si rinnovano e l’inserimento del moderno all’interno delle città è auspicabile”. Poi arrivano gli strali contro i comitati: “Bisogna verificarne la consistenza – commenta – perché non sono la voce della verità e non possono pretendere di cambiare un progetto. Abbiamo l’obbligo di portare a termine ciò che il bando ci ha affidato”.
Il sindaco, Alessandro Tambellini, difende l’attività dell’amministrazione e le scelte su San Concordio, rispondendo alle varie sollecitazioni. Sulla questione Chiesone risponde a Barsanti: “Non si può intervenire sul Chiesone – dice – perché c’è una vertenza fra Comune e Italgas su chi ha inquinato la zona. Inutile stare a discutere su quello che è al di sopra della parte interrata perché bisogna procedere con la bonifica”.
“Quella proposta – prosegue il sindaco – è l’unica possibilità di restituire alla città un’area duramente colpita, che peraltro abbiamo riportato noi alla città, visto che prima era di Polis, società parzialmente privata”.
“La piazza coperta – spiega nel dettaglio – occupa la parte oggetto del precedente intervento ma non pregiudica tutto il resto e le sue caratteristiche le riteniamo positive. Dov’è la cementificazione, rispetto a un intervento che è largamente aria? Replichiamo un sistema, ammodernato, che era già preesistente. Lì sotto c’è una vasca in cemento, scavata fino a 4 metri e k’intervento non pregiudica di scavare altrove perché insiste su dove è già stato scavato”.
Il sindaco rivendica poi i risultati ottenuti anche in termini di urbanistica: “Noi abbiamo cambiato tutto il Piuss, abbiamo fatto tante opere – spiega – Vorrei capire quali sono i danni fatti al territorio, dove è la cementificazione da parte di questa maggioranza. Abbiamo messo insieme quello che ritenevamo che potesse chiudere una situazione brutta e complessa, poi ci saranno i successivi interventi che ci permetteranno di ricostituire un ambito archeologico che è tutto da verificare. Abbiamo fatto quanto possibile partendo da una situazione difficile”.
Bindocci sottolinea le contraddizioni della maggioranza: “C’è qualcosa che non va – dice – se da una parte il sindaco dice che va tutto bene e dall’altra la maggioranza presenta un ordine del giorno in cui fa alcune concessioni. Vogliamo fare realmente un confronto con quella parte della città che lo chiede? Non chiudetevi a riccio su questa cosa – dice alla maggioranza – perché altrimenti si fa una forzatura per realizzare un’opera che una volta fatta è irreversibile”.
La mozione Bindocci-Di Vito ottiene 6 voti favorevoli ma viene bocciata da 19 componenti della maggioranza. L’ordine del giorno presentato da Barsanti viene bocciato con gli stessi numeri. Ottiene invece l’ok l’ordine del giorno presentato dalla maggioranza con 20 voti favorevoli, 2 astenuti e 4 non voto.