Siamo Lucca: “Ampliamento pronto soccorso? Promesse fatte”

11 ottobre 2019 | 12:00
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Siamo Lucca: “Ampliamento pronto soccorso? Promesse fatte”

“La politica è presuntuosa, impositiva e poco rispettosa dei cittadini, che chiedono di essere trattati come esseri umani e non viceversa: non può succedere che un paziente muoia dopo 4 ore di attesa su una barella del pronto soccorso, in attesa della visita da circa quattro ore e in assenza del conforto dei familiari”. A sottolinearlo con forza è la lista civica SìAmoLucca dopo la tragedia avvenuta nei giorni scorsi all’ospedale San Luca.

“Prendiamo atto della presa di posizione del sindaco Tambellini, che però non condividiamo. In qualità di presidente della conferenza zonale e membro della conferenza dei sindaci si vanta del fatto che a fronte di una sua richiesta alle problematiche del pronto soccorso avrebbe ottenuto una prima risposta positiva, attraverso il finanziamento regionale per l’ampliamento dei locali e per l’assunzione di nuovo personale – spiegano i consiglieri comunali Alessandro Di Vito, Serena Borselli, Cristina Consani e Enrico Torrini -. Però come sarà ampliato visto che è vincolato ad un project financing che ghigliottinerebbe ulteriormente gli utenti dal punto di vista finanziario? Il sindaco è a conoscenza che all’apertura dell’ospedale, ovvero 5 anni fa, era già stato promesso ai lucchesi un ampliamento della sala di attesa, ma non è mai stata realizzato realizzata? Problemi tecnici? Costi esorbitanti? Che significa poi aver proposto all’azienda sanitaria, da parte di Tambellini, un interfaccia tra pronto soccorso e cittadini, portato avanti da personale qualificato e formato? Non è quello che serve. Chiediamo invece al sindaco di farsi portavoce di quell’istanza che nel luglio scorso abbiamo proposto come SìAmoLucca, ovvero aprire le porte del Pronto Soccorso ai familiari in modo che gli stessi possano stare vicini al loro congiunto”. Continuano gli esponenti delle liste civiche: “La recente morte al San Luca non sarebbe avvenuta se si fosse dato corso a quanto sollecitavamo: il familiare sarebbe stato vicino al suo congiunto essendo fra l’altro, come riportato sulla stampa, un persona sofferente di una grave patologia. Rabbrividiamo al pensiero che il Pronto Soccorso abbia una zona chiusa al pubblico e dove si accede solo previa concessione di un badge. Ma dov’é l’umanità? Eppure ci sono leggi che parlano chiaro in questo senso. Si rimedi il prima possibile”.