Mei insiste: “I resti dell’antico porto ci sono”

30 ottobre 2019 | 16:03
Share0
Mei insiste: “I resti dell’antico porto ci sono”

Quartieri social e antico Porto di Lucca, Clara Mei torna all’attacco del Comune che ha dato il via libera alla riqualificazione che però secondo l’esponente del comitato di San Concordio distruggerebbe i resti dell’antica costruzione. “Dispiace – sottolinea Clara Mei che per l’occasione ha realizzato anche dei disegni per mostrare cosa sorgerà al posto del porto – che l’mministrazione comunale, focalizzata forse a portare a compimento la costruzione del malnato parcheggio interrato dello Steccone, abbia così grossolanamente trascurato l’importanza scientifica del sito del Porto di S.Concordio, e vari dei suoi esponenti vadano dicendo, da mesi, che il porto non c’è, sono solo quattro sassi”.

“Questo contraddice ogni evidenza – va avanti Clara Mei – non solo quella degli scavi condotti sotto la supervisione della Soprintendenza nel 2009 e 2010, ma anche quella dei molti ritrovamenti casuali degli anni precedenti, che hanno accertato la presenza di decine di metri di strutture murarie perfettamente conservate. Che i muri di contenimento del bacino del Porto siano integri è facilmente comprensibile: quando, con l’arrivo della Ferrovia, il Porto fluviale di Lucca, dopo forse oltre 2000 anni di attività, è stato dismesso, e, attorno al 1863, interrato e sepolto, il suo bacino è rimasto intatto, e non vi è mai stato costruito sopra, né mai risulta vi sia stato scavato. Anche gli scavi archeologici fin qui condotti non hanno interessato il bacino del Porto, ma solo una piccola parte della Darsena, ove tra l’altro sono state ritrovate le bitte per l’ormeggio delle barche. Quindi, il Porto c’è, aspetta solo di essere dissotterrato, come scrivevano, già 22 anni fa, i cittadini di S.Concordio che si erano autotassati per collocare, all’inizio di via Formica, il pannello che ancora oggi fa mostra di sé. Certo, se venisse fatta la costruzione della piazza coperta, le cui strutture di accesso (rampe, scivoli, scale e corridoi) insistono sopra il bacino del Porto e ne coprono totalmente la Darsena, allora sì, si perderà in maniera irreversibile la lettura e la topografia del sito, e i tanti reperti riportati finora alla luce, diventeranno a tutti gli effetti dei “sassi” privi di ogni contesto e riconoscibilità. E’ forse questo l’obiettivo che si prefigge questa Amministrazione, la cancellazione della memoria e del valore identitario che questo sito rappresenta per S.Concordio, obiettivo che persegue con coerenza di azioni, tra cui quella di anteporre la nuova costruzione della cd “piazza coperta”, finanziata, ricordiamo, con 6 milioni di denaro pubblico, alla bonifica e al restauro del vicinissimo Chiesone Gesam. Il disegno mostra in maniera inequivocabile come le strutture della “piazza coperta”, se realizzate, graveranno, in maniera irreversibile sul bacino e sulla darsena del Porto, che, fino ad oggi, sono rimaste libere da costruzioni”.