Bindocci lancia la sfida all’ipotesi di candidatura Raspini: “Un nome contro le oligarchie”

23 novembre 2019 | 16:58
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Bindocci lancia la sfida all’ipotesi di candidatura Raspini: “Un nome contro le oligarchie”

Raspini candidato sindaco in pectore del centrosinistra? È forse prematuro, ma il portavoce del Movimento Cinque Stelle, Massimiliano Bindocci, si interroga su alcune tematiche politiche legate a questa ipotesi. E, soprattutto, su una possibile alternativa.
“La decisione – dice – sempre più evidente del centrosinistra di candidare Raspini a futuro sindaco della città, resa inequivocabile con la nomina nell’Anci, ed anche da una capillare campagna comunicativa, è ovviamente lecita, tra l’altro ha la mia personale simpatia – non credo corrisposta – per la sua cordialità con cui reagisce alle mie provocazioni, ma politicamente impone due domande e, a chi è parte dei ceti medi e popolari, anche una riflessione”.

“La prima domanda è dove lo hanno deciso? Perché e per chi? – si chiede Bindocci – Se certa sinistra che vanta, a suo dire, un rapporto con i ceti medi e popolari ha ancora una parvenza di democrazia (si pensi al nome dello stesso partito) resta evidente che queste scelte – che sono tanto più evidenti quanti più vengono negate – sono state prese invece in qualche riunione di oligarchie locali, di cui il buon Raspini è, per una serie di ragioni, secondo me l’espressione politica. La seconda domanda è: quindi adesso avremo una gestione della vita politica della città piegata ad una campagna a elettorale lunga quasi 3 anni, ed ogni settimana Sistema Ambiente inventerà qualche tipo di raccolta per fare dei comunicati nuovi con foto dell’assessore? E sarà la solita cosa sulla sicurezza? Estremizzo ovviamente, ma queste sono le domande. Il tempo ci darà le risposte”.
“La riflessione invece che mi viene è questa – commenta Bindocci – È in grado la società lucchese di elaborare una proposta di governo della città che esca dalle solite famiglie, dai soliti giri e che tragga consenso dalle esigenze dei quartieri, dalle esigenze dell’ambiente e non dei costruttori, dai bisogni dei piccoli commercianti, e non solo dai soliti notabili del centro rappresentati dall’asse Confcommercio – Mercanti, dagli artigiani e non dai gruppi di potere, dai pensionati e dai lavoratori che faticano ad arrivare alla fine del mese e che vorrebbero nel Comune un alleato per affrontare la quotidianità e non un ostacolo, ed anche da chi ama Lucca e la sua bellezza e che ritiene una vergogna passare dalle isole a scomparsa a questi scogli ben visibili in centro storico, da chi rispetta la soprintendenza nel dover trovare un equilibrio tra la salvaguardia della bellezza e le attività, da chi vuole trasparenza nelle partecipate e nelle spese? Per farlo dobbiamo saper superare anche certe divisioni ideologiche che oggi stanno regalando alle oligarchie lucchesi il futuro di Lucca, perché certe divisioni tra destra e sinistra, fascismo e partigiani, migranti e ipocrisia della finta solidarietà, impediscono ai cittadini semplici di mettersi insieme per esprimere una proposta di governo della città ed un candidato in grado di rappresentare e tutelare quel cittadino che non salta la fila, che non conosce “nessuno”, che pagano le tasse e che vorrebbero solo vivere meglio. Insomma sociale, ambiente, servizi, salute, trasparenza”.
“Lucca è oggi una città con le mura – conclude Bindocci – con delle protezioni che sembrano filo spinato, con una applicazione delle regole molto controversa, si pensi alle casermette, chi vuole lavorare ha sempre più difficoltà (si provi a parlare con un geometra). Lucca è la città con il pronto soccorso dove sembra ci sia scritto Hic sunt leones, con le scuole nei container, con un traffico ed una qualità dell’aria preoccupanti, con una alta incidentalità che non è certo una fatalità, con le scuole dove le verifiche antisismiche e le normative anti incendio sono state gestite in meno della metà dei plessi, con delle cose che si devono costruire per forza velocemente ed altre che diventano cantieri perenni, con i furti nelle case e con l’accattonaggio molesto, con le commesse che escono dal centro la sera con la paura… insomma i problemi ci sono ed aumentano (e la mancanza di risorse c’è, ma sta diventando un alibi), la situazione sta peggiorando e l’unica alternativa ai politicanti ed alle oligarchie è superare certi steccati per saper difendere davvero l’interesse dei cittadini. Ritengo che la vera sfida sarà provare a pensare ad un progetto di gestione della città fuori dalle solite stanze, che parta dai cittadini per i cittadini. Difficile, ma non impossibile, se si supera gli steccati e si parte per tempo, qualche idea potrebbe anche esserci”.