Manifattura sud, ok variante fra le polemiche

26 novembre 2019 | 22:32
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Manifattura sud, ok variante fra le polemiche

Ok in consiglio comunale (20 voti favorevoli, 8 contrari e 2 non voto), nella movimentata seduta di questa sera (26 novembre) per la variante urbanistica semplificata per la porzione sud della manifattura tabacchi, quella che, nelle intenzioni dell’amministrazione, dovrà vedere l’intervento del privato per la riqualificazione, visto che non rientra nell’area in cui è il Comune a intervenire direttamente con i fondi Piuss.

La mozione pregiudiziale
Mozione pregiudiziale per la delibera di variante semplificata al regolamento urbanistico sulla porzione extra Piuss della manifattura tabacchi. Di Vito (Siamo Lucca) la presenta a nome dell’opposizione, chiedendo di interrompere la trattazione della pratica per un approfondimento in commissione. L’articolo di legge su cui si fonderebbe la variante, infatti, secondo l’opposizione non sarebbe in vigore in quanto riferito al piano operativo e non al regolamento urbanistico.
A favore della pregiudiziale si esprimono anche il consigliere del Movimento Cinque Stelle, Massimiliano Bindocci (“Non avete – dice – l’interpretazione autentica. Quindi fare un momento di riflessione è necessario per fermare le macchine e confrontarsi sulla normativa”) assieme al consigliere di Casapound, Fabio Barsanti e al capogruppo di SiAmo Lucca, Remo Santini. Per entrambi su un tema così importante serve un opportuno e maggiore approfondimento sulla pratica prima dell’approvazione.
“Credo che questa discussione sia in qualche modo oziosa – dice il sindaco Alessandro Tambellini – perché stasera definiamo solo un contesto funzionale e non altro. Forse questo intervento è suggerito dalla supremazia culturale di qualcuno che è fuori da questo Consiglio (il riferimento è con tutta probabilità al professor Piero Angelini, ndr). Nulla succede a caso e tutto arriva secondo i tempi e i modi previsti e seguendo il dettato delle normative di riferimento”.
La mozione pregiudiziale viene respinta con 9 voti favorevoli e 20 contrari prima dell’illustrazione da parte dell’assessore Serena Mammini.

L’intervento dell’assessore
L’assessora Serena Mammini stigmatizza in apertura il tentativo, con la pregiudiziale, di “far perdere un’altra occasione alla città di Lucca, come già successo in passato”, quindi rivendica gli interventi dell’amministrazioni per l’immobile industriale abbandonato dopo lo spostamento della produzione a Mugnano. Un intervento necessario per passare “dall’ideale al reale”.
“L’enorme complesso della Manifattura tabacchi, come è noto – ha spiegato Mammini – è di proprietà del Comune di Lucca. L’iter per l’acquisto risale al 1978 e si concluse nel dicembre 2003 quando l’amministrazione autonoma dei Monopòli di Stato, grazie alla legge 477 del 1982, autorizzò la vendita e maturò la decisione di trasferire lo stabilimento in un’area più idonea all’attività industriale. Idonea fino a un certo punto perché, all’epoca, non si tenne conto che un’area industriale per essere tale non ha bisogno soltanto del terreno per gli impianti, ma anche di infrastrutture adeguate, spazi di mitigazione, aree verdi. Invece no, niente di tutto questo. A Lucca con la pianificazione fuori le Mura non abbiamo avuto troppa fortuna, cosicché adesso ci troviamo un’area industriale non servita a dovere, il solito “non finito lucchese”. Situazione che i nuovi strumenti di pianificazione, come potranno, cercheranno di mitigare, ma poi serviranno risorse, tante risorse per poter concretizzare i progetti”.
“Anche per la Manifattura sud – spiega Mammini – dovremo fare molta attenzione a non perdere eventuali occasioni che, speriamo, si presenteranno, perché fino dal 2004, anno del trasferimento a Mugnano, per la ,anifattura cittadina, che nel frattempo è diventata ex Manifattura, niente è successo. Evidentemente, tra i tanti motivi per cui dal 2004 la Manifattura è rimasta inanimata, silente, c’è anche quello che gli strumenti predisposti per un suo iter di riqualificazione, non erano adeguati. Fatto è che oltre ai tanti discorsi, alle tante idee e proposte, alcune anche interessanti, niente è successo. E gli immobili dagli antichi magazzini del grano sono diventati magazzini del guano come abbiamo visto anche con l’ultimo sopralluogo. Quindi per far sì che i discorsi si concretizzino, soprattutto per un “esercizio” così difficile e complesso, stiamo parlando, per la Manifattura di oltre 20mila metri quadrati, occorre una visione d’insieme, un iter chiaro; ed è quello che già da tempo questa amministrazione ha iniziato a fare. Proprio questa impostazione ci ha portato a presentare, qui in Consiglio, un atto d’indirizzo, un masteplan. Perché occorre trovare un equilibrio tra reale e possibile (senza scomodare Henri Bergson), che, in sintesi, è quello che l’atto di stasera cerca di fare: coniugare le esigenze di ristrutturazione, innegabili, di un’area che si sta degradando sempre di più, i bisogni della città – e penso allo spazio pubblico come le aree di parcheggio e le piazze – con l’interesse di eventuali sani investitori, sapendo che un intervento di questo calibro richiede risorse tali che un’amministrazione pubblica, da sola, anche con un bilancio sano, difficilmente riuscirebbe a fare tramite bandi o mezzi propri, e comunque per un terzo dell’area lo sta facendo. E poi le ristrutturazioni una volta fatte vanno riempite di contenuti e mantenute. Questo è l’intento della variante di stasera e, pensiamo, il volere della città”.
“Alla ex Manifattura tabacchi – spiega Mammini – vorremmo poter togliere quel prefisso “ex” e far sì che di nuovo quel luogo, insieme all’adiacente area nord già oggetto di una rimodulazione sia delle risorse sia delle funzioni, quel luogo, dicevo, diventasse una nuova Manifattura, in equilibrio con il resto della città, anzi, attrattore e non in competizione con le altre aree del centro. Non a caso “lavoro, servizi, cultura” sono le tre parole cardine, i tre contenuti fondamentali del masterplan. Masterplan che sapete non ha valenza pianificatoria, ma che ha costituito, in gran parte, il quadro di riferimento per il passaggio di stasera. Obiettivo della variante è la riqualificazione del complesso, ovviamente, senza stravolgerne la natura architettonica e la valenza paesistica nella quale è inserito. Nel 2004, anno di redazione del regolamento urbanisticop, l’area era ancora in parte occupata dall’attività della Manifattura e la normativa introdotta prevedeva che, con la cessazione dell’attività, la trasformazione del complesso fosse subordinata a un piano attuativo. Si prevedeva la ricostruzione dell’isolato di via Cittadella demolito negli anni ’50 con il recupero di altri volumi demoliti. Per la parte oggetto di variante di stasera il consiglio comunale, nel 2011 aveva impegnato sindaco e giunta a elaborare un programma complesso che avrebbe interessato anche l’area della ex Lorenzini. Infatti, la variante del 2012 nel frattempo, nel 2005, era cambiata anche la legge regionale, subordinava l’area ad un programma complesso di riqualificazione insediativa. Il programma complesso è uno strumento di programmazione attuativa per interventi volti al recupero, riqualificazione e nuova edificazione. Dal 2004 nessun piano è stato fatto, e se in 15 anni niente è arrivato a buon fine, forse, tra i motivi c’è anche quello che lo strumento di attuazione non sia quello giusto. Quindi attualmente le destinazioni previste sono quella produttiva, quindi, o vogliamo lì un’industria o cerchiamo una pluralità di funzioni che rivitalizzi l’area”.
“La variante di stasera quindi è finalizzata a introdurre una modalità di attuazione più flessibile rispetto a quella prevista (e mai attuata) e un ventaglio di destinazioni compatibili con il contesto. Passaggio quindi che vuol dare uno strumento più snello rispetto al programma complesso di riqualificazione insediativa attualmente previsto dall’articolo 80 del regolamento urbanistico vigente introducendo al suo posto l’intervento diretto. Anche perché, come prevedeva invece il programma complesso, non sono previsti nuovi volumi. Inoltre, nel 2013 tutta l’area, a seguito di procedura di verifica ai sensi dell’articolo 12 del codice dei beni culturali (42/2004) è stata dichiarata di interesse culturale ai sensi dell’articolo 10 comma 1 ed è stato emesso (articolo 13) il relativo provvedimento in data 18 novembre. Quindi l’area oggetto di variante è tutelata dai seguenti vincoli: vincolo di tutela diretta istituito il 18 novembre 2013 ai sensi del codice dei beni culturali e vincoli paesaggistici. Vista quindi la presenza del vincolo diretto d’interesse storico-culturale, che prevede che la verifica della compatibilità degli interventi sia assicurata dai procedimenti autorizzativi di competenza della Soprintendenza, e visto anche che nell’area non ci sarà nuova edificazione, l’amministrazione ha ritenuto possibile intervenire sulle aree e gli immobili tramite intervento diretto, impartendo però indirizzi specifici riguardo alle funzioni per i vari immobili e favorendo la rifunzionalizzazione nell’ottica della conservazione dell’impianto vincolato. Questo per cercare di recuperare il complesso dall’avanzato stato di degrado in cui si trova e provare a dare vita nuova a oltre 20mila metri quadri di città. Quindi andiamo a modificare l’articolo 80 delle Nta del regolamento urbanistico ammettendo una pluralità di destinazioni e la possibilità di intervenire sugli immobili con interventi fino alla ristrutturazione edilizia ricostruttiva previo parere della Soprintendenza e prevedendo di mantenere le aree libere esistenti pubbliche o di uso pubblico. Sarà possibile l’apertura di nuove porte d’ingresso sulle vie pubbliche e private e la realizzazione di nuovi vani scala che rispondano alle esigenze delle nuove funzioni. Tutto questo garantendo il mantenimento dell’organicità e della coerenza dei fronti e degli allineamenti preesistenti. Le categorie di utilizzazione ammesse, come indicato nella scheda della distribuzione delle funzioni presente nelle nuove Nta della variante, saranno direzionale e di servizio, commerciale al dettaglio, turistico-ricettivo, parcheggi, residenziale, industriale e artigianale con l’esclusione delle attività insalubri o a elevato impatto ambientale”.
“L’area in esame – prosegue e conclude l’assessore – è all’interno del perimetro del territorio urbanizzato, così come individuato dal piano sturutturale, quindi rientra tra quelle a procedura semplificata per cui gli interessati potranno presentare osservazioni nei 30 giorni successivi alla pubblicazione sul Burt. Decorso tale termine la variante è approvata dal Comune che controdeduce le eventuali osservazioni pervenute. Nel caso non pervenissero osservazioni la variante diventa efficace a seguito della pubblicazione sul Burt. Il procedimento di Vas relativo alla proposta di variante è stato espletato e si è concluso con la non assoggettabilità”.

Il dibattito sulla variante
Aggiunge elementi di discussione la presidente della commissione urbanistica, Francesca Pierotti: “La manifattura tabacchi – dice – è principalmente un luogo caro ai lucchesi. È vero che in commissione urbanistica si è sollevato il tema di aver dato poco tempo alla discussione, ma nella stessa commissione più volte è emerso il tema del perché le procedure sono sempre lunghe e farraginose. Stavolte l’amministrazione sottolinea come vuole cercare di anticipare il lavoro che poi sarà il lavoro del piano operativo di rifunzionalizzazione degli spazi dismessi. È il proseguimento di un iter complicato, che ha già messo questa amministrazione davanti a scelte non facili”.
“Noi vogliamo – spiega – che la manifattura anche nella parte sud sia riqualificata anche nelle funzioni e sia complementare al lavoro di rimodulazione del Piuss e che sia funzionale alla rivitalizzazione dell’area e di tutto il centro storico di conseguenza. Lo si fa con uno strumento come la variante semplificata che permette di raggiungere l’obiettivo in tempi abbastanza rapidi. Così si chiude l’iter urbanistico. Poi auspichiamo che tutte le funzioni che la delibera stabilisce vengano effettivamente realizzate e si possa dar spazio alla mobilità e accessibilità al centro storico. Per questo presenteremo anche un ordine del giorno in corso di seduta”.
Critica Simona Testaferrata, per l’opposizione: “Siamo a votare – dice – senza necessario approfondimento perché abbiamo potuto conoscere la variante solo sei giorni fa in sede di sopralluogo. La commissione è la sede pià appropriata per approfondire le questioni. Sui parcheggi, ad esempio, mi è stato detto che non era il momento di parlare del tema, ma poi abbiamo visto le parole di assessore e presente di commissione che parlavano proprio di possibilità di parcheggi. Altro punto è la questione della manifestazione di interesse della Coima: si può vedere? Inoltre abbiamo appreso della richiesta di una valutazione tecnica sul valore della porzione di manifattura di cui non conosciamo il contenuto. Insomma, le domande sono molte. È mancata la volontà dell’amministrazione di approfondire su questo tema”.
Aggiunge elementi di critica il capogruppo di SiAmo Lucca, Remo Santini: “Quanta fretta. Perché per una scelta così importante si sta correndo come treni senza aprire un vero dibattito in città? Si tratta di ponderare bene senza farsi abbagliare da un mega investimento in arrivo. Come è stata coinvolta la città in questa scelta. Gli investimenti di 50-60 milioni di euro della Fondazione Cassa di Risparmio attraverso la Coima sono stati presentati in una assemblea dei soci di alcuni giorni fa: 90 appartamenti da 70 metri quadri, fondi commerciali, un museo-negozio dedicato al sigaro e un parcheggio su due piani con una piazza pubblica. Ma quanti posti avrà questo parcheggio? Da autorevoli fonti della Fondazione Cassa di Risparmio verrebbe fuori che i posti a disposizione della cittadinanza sarebbero solo una ottantina. Per questo non siamo particolarmente tranquilli questa sera con questa variante su questo tema. Il rischio è quello di prendere a scatola chiusa un cospicuo finanziamento e sulle destioni d’uso si può anche chiudere un occhio. Ci sono, insomma, molti lati da chiarire, soprattutto perché il rischio è che non ci siamo margini per cambiare quel progetto illustrato dalla Fondazione Cassa di Risparmio ai propri soci”. “Nutriamo – conclude Santini – che il progetto di Coima non sia adatto alla nostra città. Temiamo che questa amministrazione si faccia calare dall’alto decisioni altrui. E invece noi vogliamo che questo progetto venga discusso, anche per parlare delle politiche di rilancio del centro storico. L’immobile dell’ex manifattura è l’unico attraverso il quale si può dare una risposta a queste esigenze, tenendo presente quale effettivamente vogliamo sia il futuro di questa città”.
Per Barsanti il rischio è di affidare del tutto al privato il futuro dell’area. Barsanti è contrario alle soluzioni residenziali e commerciali per la zona, mentre vede favorevolmente la realizzazione di un parcheggio all’interno del perimetro. “L’intervento della Fondazione – dice il consigliere – non dà garanzie alla città. Per questo esprimo la mia contrarietà alla variante”.
Massimiliano Bindocci del Movimento Cinque Stelle parla apertamente di “ennesima speculazione edilizia in città”. “È un’operazione – dice – che permette di fare di tutto: dall’artigianato al commerciale. Si va a gestire un grosso pezzo della città senza discussione, con procedure secondo noi irregolari. Si fa una operazione enorme e non se n’è mai parlato con la città. Ammesso che non siamo tenuti, inutile parlare di partecipazione se non si fa su un’operazione come questa. Questa è la vergogna. Voler decidere con modalità molto semplificate una cosa importante come il futuro della manifattura tabacchi. Non si è voluto fare, evidentemente, perché le scelte si fanno altrove. Dare a un privato tutto questo potere è evidentemente una scelta importante: c’è bisogno di 90 appartamenti di un certo valore commerciale? No, c’è bisogno di dare la casa a chi non ce l’ha. Ma a voi degli ultimi non ve ne frega niente, perché fate affari con la Fondazione e con una società di Milano”.
Di Vito (SiAmo Lucca) insiste su norme e procedure: “Domani – dice – è l’ultimo giorno per poter applicare la procedura dell’articolo 222. E si applica per una questione così importante come la manifattura tabacchi, ancora una volta bypassando la partecipazione dei cittadini”.
Anche Marco Martinelli condivide con l’opposizione la necessità di una maggiore condivisione con i cittadini dell’iter: “Il tutto è partito il 15 di maggio – dice Martinelli – quando il sindaco chiede al dirigente di avviare l’iter per la variante. Successivamente arriva la manifestazione di interesse di Coima, quindi si apprende dell’affidamento da parte del Comune di una valutazione sul valore della porzione extra Piuss della manifattura. Il sopralluogo della commissione, poi, è arrivata a pochissimi giorni dal consiglio comunale di oggi. Nel frattempo abbiamo avuto informazioni su tutte le possibili ipotesi per il futuro di questa porzione dell’ex manifattura tabacchi”. “Si parla poi del parcheggio – prosegue Martinelli – Da parte della maggioranza a parole c’è sempre stata disponibilità ad accogliere quanto da noi richiesto. Poi andiamo a verificare come da fonti autorevoli della Fondazione si dica che verranno realizzati circa 80 stalli in più rispetto a quelli attuali laddove nella tavola allegata alla delibera 44/2016 approvata dal consiglio comunale si parlava di 560 posti auto. La domanda a questo punto sorge spontanea: quanti sono i posti a disposizione oltre a quelli che ci saranno destinati alle attività che si insedieranno? Chiedo quindi all’amministrazione di chiarire precisamente quali saranno le disponibilità di stalli per la città”.

Gli ordini del giorno
Proprio sul tema dei parcheggi vertono quattro ordini del giorno, tre dell’opposizione e uno della maggioranza. Uno porta la firma di Marco Martinelli come primo firmatario e dei consiglieri Testaferrata, Minniti, Borselli, Santini, Di Vito e Buchignani. L’ordine del giorno, come anticipato da Martinelli invita “a prevedere nel complesso ex Manifattura Tabacchi la realizzazione di un parcheggio di dimensioni tali che possa ospitare un numero di stalli capace di soddisfare non solo le nuove funzioni e residenze che verranno realizzate all’interno del complesso ma diventi il punto principale per la sosta sia per residenti del centro storico sia per i visitatori della città”.
Due gli ordini del giorno presentati dal consigliere del Movimento Cinque Stelle, Massimiliano Bindocci: una riguarda la necessità di un processo partecipativo vincolante sul tema del futuro della manifattura tabacchi; l’altra, più tecnica, sulla questione del dimensionamento della manifattura e sulle contraddizione nei diversi atti approvati negli atti dall’amministrazione. Secondo quest’ultima si chiede di sospendere ogni procedura in attesa di revisione e chiarimento dei diversi strumenti approvati.
È la consigliera Pierotti a presentare l’ordine del giorno della maggioranza che, sottolineando come l’atto approvato questa sera sia la sola variante urbanistica, impegna sindaco e giunta “a completare il percorso di recupero della Ex Manifattura Tabacchi che, sulla base di quanto definito dalla variante urbanistica, porti ad un recupero funzionale di tutto il complesso secondo una visione complessiva integrata della parte nord (su cui insistono i progetti Piuss) con la parte sud e più in generale con il contesto urbano in cui si inserisce; ad attivare, quindi, le necessarie procedure amministrative che portino a reperire risorse utili per il recupero edilizio, al fine di incrementare fattivamente all’interno del centro storico il mix di funzioni di residenza/commercio/servizi/parcheggi che è strategico per la vitalità dei centri urbani; a valutare nell’ambito di tale procedura tutti gli aspetti legati al tema della sostenibilità e dell’accessibilità urbana, imprescindibili per il raggiungimento di standard qualitativi ottimali nel recupero edilizio ed urbanistico, anche prendendo a riferimento analisi di dettaglio legate al tema della mobilità; a valorizzare il recupero dello spazio pubblico senza trascurare il tema della progettazione universale; a incentivare i progetti che prevedano la realizzazione del maggior numero di parcheggi a servizio delle ex Manifattura e in generale del centro storico”.
Alla fine l’ordine del giorno con primo firmatario Martinelli vede 8 voti favorevoli, 4 contrari, 8 astenuti e 4 non voto. L’ordine del giorno Bindocci sulla partecipazione riceve 5 voti favorevoli e 20 voti contrari e 5 non votanti, il secondo sul dimensionamento ottiene 7 voti favorevoli, 20 voti contrari con 3 non votanti. Infine l’odg della maggioranza, votato in blocco dai 20 componenti di maggioranza, con 7 voti contrari e 3 non voto.

La replica del sindaco
Alessandro Tambellini torna sul tema già esposto in replica alla pregiudiziale: “La discussione fin qui – ha detto il sindaco – è oziosa. Perché al momento non si sta parlando di un progetto concreto ma solo della variante al regolamento urbanistico, con il quadro di funzioni possibili per quella porzione della manifattura. Quando ci verrà presentato un progetto concreto lo presenteremo alla città nella maniera più ampia possibile”.
Dure, durante le dichiarazioni di voto, le accuse dei componenti dell’opposizione fra mancata partecipazione e “inganno” (parole di Santini) sul tema dei parcheggi. Martinelli sottolinea ancora una volta come il Consiglio non sia stato messo in condizioni di esprimersi su un tema così complesso come quello del futuro di un complesso così importante per la città. Non esita a parlare di “vergogna” il consigliere Bindocci.

Bagarre dopo il voto
Anche dopo il voto la bagarre non manca. Il consigliere Di Vito chiede di mettere a verbale che il voto sulla variante arriva dopo la mezzanotte del 26, scatenando l’ira del sindaco Alessandro Tambellini, che parla di atteggiamento strumentalmente dilatorio dell’opposizione. “Sottolineo – dice il sindaco – che se per un qualunque motivo le cose non dovessero andare a buon fine la responsabilità sarà di questa opposizione”. Santini respinge le accuse parlando di “fretta evidente di questa maggioranza nel voler approvare questa pratica, tanto che l’assessore non ha replicato e il sindaco ci ha dedicato solo un minuto”. Mentre Bonturi (Pd) conferma i concetti espressi dal sindaco attaccando l’atteggiamento strumentale dell’opposizione sulla discussione. Dura la risposta di Bindocci (M5S) che accusa la maggioranza “di essere strumentale esclusivamente al sindaco che, come ha detto il presidente, può fare quello che gli pare. Siete qui solo per alzare la mano, probabilmente senza neanche sapere cosa votate. Il sindaco può fare quello che gli pare? Solo a casa sua e se glielo consentono”. Testaferrata respinge le accuse di ‘giochini’ da parte dell’opposizione mentre per Barsanti (Casapound) il protrarsi della discussione è legata proprio alla mancanza di confronto e discussione precedentemente all’appuntamento in aula.
Chiude il fuori programma il consigliere Remo Santini di SiAmo Lucca che parla di parole “inaccettabili e inaudite da parte del sindaco nei confronti dell’opposizione che ci ha accusato di affossare la città. Ricordo sommessamente che questa maggioranza la governa da sette anni e mezzo”. L’opposizione ha abbandonato l’aula e non ha partecipato al voto delle ultime tre pratiche all’ordine del giorno.