Mammini: con variante Manifattura cambia volto

27 novembre 2019 | 15:52
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Mammini: con variante Manifattura cambia volto

Una nuova vita per una nuova Manifattura: 20mila metri quadrati di città che si apprestano a cambiare volto. E’ questo, secondo l’assessore all’urbanistica Serena Mammini, l’obiettivo della variante per consentire la riqualificazione della porzione sud del complesso, approvata ieri sera (26 novembre) in consiglio comunale. Uno strumento che Mammini difende e di cui ricostruisce anche l’iter che ha portato nelle ultime ore al via libera.

“Dal 2004, anno del trasferimento a Mugnano, la Manifattura cittadina è diventata la ex Manifattura – esordisce Mammini -. Vorremmo togliere quel prefisso ‘ex’ e far sì che quel luogo diventi una nuova Manifattura, in equilibrio con il resto della città, anzi, attrattore e non in competizione con le altre aree del centro. Non a caso ‘lavoro, servizi, cultura’ sono le tre parole cardine, i tre contenuti fondamentali del masterplan elaborato dall’amministrazione che ha costituito, in gran parte, il quadro di riferimento per la variante. La Manifattura, un complesso di edifici inanimati che, se per un terzo sta ritornando a nuova vita, per la restante parte niente ha visto concretizzarsi per la sua riqualificazione. Tra i tanti motivi per cui in 15 anni è rimasta silente, c’è anche quello che, evidentemente, gli strumenti predisposti per un suo iter di riqualificazione, non erano adeguati. Tanti discorsi, tante idee e proposte, alcune anche interessanti, ma niente è accaduto. E gli immobili dagli antichi magazzini del grano sono diventati magazzini del guano. Per far sì che i discorsi si potessero concretizzare occorreva una visione d’insieme, uno strumento attuativo più flessibile, un iter chiaro: coniugare le esigenze di ristrutturazione, innegabili, di un’area che si sta degradando sempre di più, i bisogni della città – e penso allo spazio pubblico come le aree di parcheggio e le piazze – con l’interesse di eventuali investitori, sapendo che un intervento di questo calibro richiede risorse tali che un’amministrazione pubblica difficilmente riuscirebbe a fare. Questo è l’intento della Variante adottata ieri e, pensiamo, il volere della città. Obiettivo della variante è la riqualificazione del complesso, ovviamente, senza stravolgerne la natura architettonica e la valenza paesaggistica. Attualmente, senza Variante, la destinazione prevista è quella produttiva, quindi, o vogliamo lì un’industria o cerchiamo una pluralità di funzioni per poter finalmente rivitalizzare tutta l’area e anche oltre. La Variante adottata ieri quindi è finalizzata a introdurre una modalità di attuazione più flessibile rispetto a quella prevista dal regolamento urbanistico (e mai attuata) e un ventaglio di destinazioni compatibili con il contesto, quindi uno strumento più snello rispetto al mai attuato programma complesso di riqualificazione insediativa, introducendo al suo posto l’intervento diretto. Anche perché, è utile sottolinearlo, visto che abbiamo letto gravi inesattezze al riguardo, non sono previsti nuovi volumi, non è prevista nuova edificazione. Inoltre, nel 2013 tutta l’area è stata dichiarata di interesse culturale, quindi ha un vincolo di tutela diretta, oltre a due vincoli paesaggistici (DM 17 luglio 1985 e DM 20 maggio 1957). L’Amministrazione tramite indirizzi specifici riguardo alle funzioni per i vari immobili cerca di rianimare l’area nell’ottica della conservazione dell’impianto vincolato. Questo per cercare di recuperare il complesso dall’avanzato stato di degrado in cui si trova e provare a dare vita nuova a oltre 20.000 metri quadrati di città”.