Cemento al parco della Montagnola, comitato torna all’attacco

Dopo l’illustrazione del progetto: “Disattese le promesse di dietrofront”
Lavori a San Concordio, il comitato torna all’attacco. E punta il dito contro l’amministrazione responsabile, a detta dei componenti dell’associazione, di promesse e voltafaccia.
“‘L’area della montagnola resterà, nella sua interezza, a verde e ad erba; si salvaguarderanno le alberature presenti, prevedendo semmai nuove piantumazioni’ – ricordano dal comitato Per San Concordio – Questo leggemmo su una cronaca di Lucca il 31 luglio a proposito di un progetto dei Quartieri social a San Concordio di cui l’amministrazione annunciava significative modifiche alla prima idea progettuale, proprio prima del consiglio comunale straordinario. ‘L’erba resta e non si taglieranno alberi’ ribadirà il vicesindaco qualche settimana più tardi ad alcuni rappresentanti del comitato Per San Concordio, preoccupatissimi per le sorti del boschetto urbano confinante con piazza Aldo Moro. Qualche tempo dopo circolò la bozza di un disegno che sembrava confermare questi pronunciamenti e venne espressa la disponibilità dell’amministrazione a recepire le osservazioni puntuali dei cittadini. Il comitato ha dunque presentato un disegno che illustrava le richieste di modifica al progetto e finalmente martedì (3 marzo, ndr), tre suoi rappresentanti sono stati convocati per la sentenza finale… Ovviamente sfavorevole”.
“Che cosa sia intervenuto fra la sbandierata disponibilità dell’amministrazione e la marcia indietro avvenuta in questa data è motivo di illazioni – dice il comitato – Resta il fatto che non sono bastate neppure una petizione di mille firme né le reazioni scandalizzate di associazioni ambientaliste a far recedere l’amministrazione dal proposito di rovinare il parco didattico La Montagnola, anche a costo di smentire clamorosamente se stessa. Così il bel boschetto, ben integrato nello spazio urbano circostante e con alta valenza naturalistica, sarà ridotto e mortificato dall’assedio di opere tanto artificiali quanto non richieste e di dubbia utilità”.
“Le ragioni dell’asfalto a discapito di quelle del verde – si legge ancora nella nota – talvolta sconfinano nell’umorismo involontario. Un esempio? Siccome poche persone transiterebbero sul sentiero largo 1,50 metri che costeggia il muro delle elementari, lo si allarga a 4 metri, così “ce ne passeranno di più” (neanche fosse un tubo dell’acqua). E che dire del “padellino” di metallo con sedute collocato su una ampia zona asfaltata a spese dell’erba, all’entrata del parco? Chi lo userà? Certamente i cittadini in cerca di refrigerio dalla calura e gli studenti delle medie che aspettano i genitori; peccato che l’asfalto assolato non garantisca certo la frescura e che la tettoia sia ben distante dall’uscita della scuola (il comitato aveva proposto invece che vi fosse collocata accanto, anche come pensilina per i bus). E sempre a proposito di tettoie, un altro padellone sarà costruito davanti all’entrata a sud delle medie, ma non fatto in modo da riparare i pedoni fino al cancello, né gli studenti che si recano al palazzetto per le lezioni di educazione fisica (altra proposta del comitato)”.
“Mentre in altre città del mondo ci si prepara a affrontare l’emergenza climatica e l’aumento delle temperature ricoprendo edifici con erba e piante – dicono gli associati – sostituendo spazi asfaltati con spiazzi erbosi, a Lucca invece da un lato si afferma di sostenere le politiche e le pratiche ambientaliste, mentre dall’altro si accarezzano gli interessi prevalenti dell’asfalto e del cemento, con un continuo gioco allo scaricabarile: nella risibile fuga dalle responsabilità, le colpe sono sempre di altri. A chi protesta è stato detto spesso “provate a mettervi nei nostri panni”. Ecco, noi ci abbiamo provato in molti modi, offrendo collaborazione nella ricerca di soluzioni, nell’agire con coerenza e nel coraggio di non fare, piuttosto che fare male. Quello che abbiamo avuto in risposta è e sarà sotto gli occhi di tutti: una misera messa in scena che scarica sulla posterità eventuali effetti negativi, che fa promesse al vento e sottovaluta la nostra intelligenza”.
“L’accanimento contro il parco didattico La Montagnola – conclude la nota – la mancanza di rispetto verso l’unicità e la specificità del luogo, l’artificializzazione di ciò che è naturale, non saranno le ultime offese che il nostro quartiere è destinato a sopportare: altre e ben peggiori sono in arrivo perché, come ci ricordano i saggi, al peggio non c’è mai limite”.