Emergenza, Per Lucca e i suoi paesi: “Consentire l’agricoltura non professionale”

Untervento a tutela delle attività familiari che potrebbero essere svolte mantenendo le distanze
“Crediamo che le normative che prevedono il distanziamento sociale allo scopo di prevenire l’estendersi dell’epidemia di coronavirus siano ottime ed efficaci, ma anche che non dovrebbero impedire, come ora in qualche caso avviene, attività non pericolose”. Così Per Lucca e i suoi paesi interviene a difesa di quelle attività che, come l’agricoltura non professionale, potrebbero essere svolte mantenendo le distanze, operando da soli, o a contatto con persone che fanno parte del nucleo familiare. Per questo la lista civica si è attivata con i politici locali per fare in modo che siano consentite queste attività, pur in un quadro chiaro e stringente di regole di sicurezza che debbono essere attentamente osservate.
“Oggi, specie nelle aree collinari e montane di molte province italiane e quella di Lucca e tra di esse, sono poche le aziende agricole, ma molti gli appezzamenti, specie con colture arboree o orticole, che sono condotti dai proprietari per trarne alimenti che vengono consumati in famiglia – spiega Per Lucca e i suoi paesi -. Il lavoro di questi piccoli o piccolissimi agricoltori è molto importante, sia perché permette la manutenzione di ambienti che, in caso contrario, sarebbero abbandonati, sia perché alimenta una certa economia (si pensi ad esempio ai frantoi che hanno nelle partite di olive di non professionisti una parte significativa del loro lavoro).
“Dato che gran parte delle pratiche agricole messe in atto dai coltivatori non professionali possono essere svolte da soli o con l’aiuto di un familiare convivente pensiamo sia ora venuto il momento, con le opportune avvertenze, di autorizzare i proprietari a raggiungere i fondi agricoli per terminare le potature degli olivi, rimuovere le ramaglie, procedere al taglio dell’erba e della vegetazione infestante – va avanti Per Lucca e i suoi paesi -. Altresì crediamo che sia opportuno permettere a chi voglia di ricominciare a coltivare gli orti familiari. Questo anche quando gli appezzamenti da coltivare, magari anche in virtù di distanze minime, si trovino in un comune diverso da quello di residenza. Speriamo che sia il governo centrale che quello regionale vogliano prestare attenzione a quanto noi chiediamo”.