Potere al Popolo Lucca: “No ai ricatti di Confindustria”

14 aprile 2020 | 11:31
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Potere al Popolo Lucca: “No ai ricatti di Confindustria”

Il partito di sinistra stigmatizza la protesta dell’associazione con le bandiere a mezz’asta

Bandiera a mezz’asta a Confindustria, Potere al Popolo Lucca stigmatizza la protesta.

“Confindustria – dicono dal partito – inscena il lutto per la chiusura aziendale contro il contagio.
 Un atto indecente e sprezzante verso le decine di migliaia di lutti che attanagliano il nostro paese”.

“Confindustria si rammarica – dice la nota – per il mancato profitto, per i soldi non guadagnati, non per le persone venute a mancare, e questo è uno spregio alla sofferenza di tante famiglie di una gravità assoluta, che smaschera e mette chiaramente in primo piano le priorità della categoria, senza curarsi delle conseguenze.
 Noi, come lavoratori e lavoratrici, sappiamo bene come non vengano rispettate le norme di sicurezza nei luoghi di lavoro già durante periodi di normale amministrazione, e in questo momento può essere solo peggio, come purtroppo già dimostrato in più parti d’Italia, dove addirittura si licenzia (sempre in Toscana, nel Mugello) chi denuncia la mancanza di dispositivi di protezione individuale”.

“Data la condizione di disagio sociale nel quale sta piombando sempre di più questo paese – prosegue la nota – non ci possiamo fare ricattare da Confindustria. Non è accettabile che si costringano migliaia di lavoratori a tornare a lavoro ora che a crollare sono gli interessi di pochi, quegli stessi che non si sono mai fatti scrupoli a licenziare, a delocalizzare, a stracciare i diritti conquistati in decenni di lotte. 
Considerando anche il ritardo catastrofico nell’esecuzione di tamponi in una fase ancora critica per l’emergenza sanitaria e l’assenza di protocolli specifici per la sicurezza per ogni singola azienda”.

“Ai lavoratori non rimane che scegliere: o la borsa o la vita – conclude il partito di sinistra – messi di fronte alla minaccia di chiusura delle aziende e quindi dell’unica fonte di sostentamento di milioni di famiglie. In questo senso lo stato deve garantire delle misure sociali che aiutino chi non lavora, chi non arrivava a fine mese già prima dell’emergenza e a maggior ragione è in difficoltà adesso, chi non ha una casa, purtroppo tutti problemi che la nostra società aveva anche prima e di cui in pochi si curavano, oggi è il momento costruire qualcosa di nuovo, consapevoli degli errori fatti e che se vogliamo una via di uscita ce l’abbiamo. Si lavori in questa direzione invece che speculare sulla pelle delle persone. Vostri i profitti, nostri i morti”.