Franchini (Pd): “Turismo, è il momento di lavorare”

La componente della segreteria territoriale del Pd avverte: “Si sfrutti questo momento per progettare la ripartenza”
“Il turismo è una delle industrie più sane ed in crescita nel nostro Paese. Poi è arrivato il corona virus. In questo scenario surreale ed apocalittico, il turismo sarà il settore più penalizzato, con una ripartenza lenta e dinamiche, almeno nei primi tempi, difficili da prevedere”. E’ la previsione che fa Tania Franchini, componente della segreteria territoriale del Pd con incarico al turismo e tecnico della progettazione turistica, avvertendo che serve un cambio di passo.
“Questo periodo – ammonisce – deve servire a fare spazio alle riflessioni ed alla progettazione, è questo il momento per resettare ed innovare un settore che, per una più rapida ripresa, ha bisogno di figure professionali che abbiano una visione manageriale dell’area turistica di competenza, radicate sul territorio, con specifiche capacità, per potersi inserire in un mercato vasto, articolato e sempre più competitivo come quello del turismo. L’improvvisazione non ha funzionato, adesso dobbiamo costruire, insieme, attraverso gli ambiti turistici, un’attività gestionale centralizzata”.
“Gli ambiti turistici – afferma – devono individuare figure professionali capaci di far dialogare l’ente pubblico con quello delle imprese private e di portare a sintesi gli obiettivi di sviluppo turistico di un territorio, di una destinazione. Lavorare adesso sugli ambiti turistici, ricordo che la Toscana è suddivisa in 28 ambiti territoriali omogenei, in base alle specifiche caratteristiche di ogni zona, tre interessano la provincia di Lucca: Garfagnana/Media Valle del Serchio, Piana di Lucca e Versilia, significa utilizzare un momento di stasi evitando di perdere altro tempo e farsi trovare pronti per la ripartenza, quando sarà finita questa, allucinante, tempesta. Gli ambiti sono tutti costituiti, grazie all’Assessore Regionale al turismo ed alle attività produttive Stefano Ciuoffo, che ha ‘costretto’, intelligentemente, i territori a lavorare insieme per strutturare una strategia turistica vincente”.
“L’assessore – va avanti – ha, oltretutto, messo a disposizione molte risorse per gli ambiti, cioè ‘soldi freschi’, da investire in promozione ed accoglienza turistica. Gli ambiti saranno uno strumento di valorizzazione ed un volano economico importante per i territori, soltanto se si riusciranno ad individuare risorse umane, perché ‘tutto parte dall’uomo o dalla donna’, con attitudine, predisposizione, conoscenze, competenze nel settore turistico, ma anche sociali, perché dovranno svolgere un ruolo di coordinamento e di progettazione per unire realtà territoriali, risorse, strutture, servizi e che facciano da anello di congiunzione tra pubblico e privato”.
“Gli ambiti turistici – prosegue – sono uno strumento nuovo, che vanno ad inserirsi in uno spazio nuovo ed hanno necessità di nuove professionalità, per esempio di destination manager o coordinatori di comunità locali, che abbiano una conoscenza ottimale del territorio, che ne facciano parte, capaci di mettere a sistema una rete di attrazioni ed attrattive territoriali, di beni immateriali e materiali, lavorando sulla creazione di prodotti da immettere sul mercato, individuando i bisogni e le richieste dei turisti. Cioè, capacità di trasformare in azioni concrete, tutto quello di cui si parla da anni”.
“Non ci sono più scuse, oltretutto, i nostri politici, sono stati bravissimi/e nell’essersi impegnati per riqualificare siti ed edifici di interesse turistico, motivo per cui, adesso, bisogna trovare un metodo per valorizzarli e farli conoscere al mondo, creando reddito. Per far questo, servono figure professionali che sappiano ‘leggere’ la complessità di una destinazione, coglierne tutti gli aspetti, unirli in maniera logica e strutturata, perché la complessità se non la si sa gestire, diventa paralizzante. Tutto ripartirà da queste risorse umane, che avranno gli ‘occhi allenati’, capaci di vedere e strutturare un sistema complesso in modo semplice. La strada da seguire è questa, va intrapresa adesso, individuando queste figure professionali, radicate nei vari territori, che sappiano coordinare una governance di ambito, collaborando con gli stakeholder, cittadini/e, aziende pubbliche e private, facendo consulenze, formazione, che sviluppino e rendano fertile il patrimonio storico, artistico, agroalimentare e naturalistico di una destinazione. Oltretutto, i comuni potrebbero disporre di persone competenti che possano apportare un aiuto concreto nell’amministrazione della casa comune, che sappiano consigliarli, muovendosi, una volta pianificata una strategia condivisa, in maniera autonoma, con professionalità, promuovendo e commercializzando la destinazione in ambito nazionale ed internazionale”.