Scuole, in provincia rischio di una riduzione tra le 20 e le 30 classi

15 maggio 2020 | 19:00
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Scuole, in provincia rischio di una riduzione tra le 20 e le 30 classi

Secondo i sindacati sono 43 i docenti in bilico

43 cattedre in meno per i docenti della provincia di Lucca, in un momento in cui sarebbe invece necessario aumentare il numero dei docenti per permettere la costituzione di aule con un numero ridotto di studenti. Questa la denuncia di Flc Cgil, Fsur Cisl, Uil scuola Rua, Snals e Gilda Unams che chiedono alla politica locale e nazionale di impegnarsi per invertire questa tendenza.

“Le intenzioni di pesante taglio degli organici da noi preannunciate sono state confermate ieri (14 maggio), nel corso dell’informativa regionale ai sindacati si legge in una nota -. Intanto, è stato chiarito che la conferma degli organici da parte del Ministero non c’è stata. Malgrado il covid, da Roma sono arrivati per la Toscana 118 posti comuni in meno, che significano almeno una cinquantina di classi in meno. Il calo demografico, che pure esiste, non giustifica affatto una riduzione di queste proporzioni, e significa, comunque, che si è continuato a ragionare come se la pandemia non ci fosse stata e come se i numeri degli alunni per classe non dovessero scendere, per consentire il rientro nelle aule che resteranno quelle che sono”.

“La denuncia da parte dei sindacati circa l’insostenibilità per il nostro territorio dei numeri prospettati sono valse il contentino – prosegue la nota – di 12 posti da distribuire su Lucca e Massa Carrara, il che porta i tagli su queste due province, da 95 che erano a 83. 83 (probabilmente Lucca –43) posti tagliati solo nell’alta Toscana su 118. Per Lucca, questa operazione costerà dalle 20 alle 30 classi in meno, a seconda del grado di scuola che si andrà a colpire. È vero, noi abbiamo 344 iscrizioni in meno, in valori assoluti il settimo calo più importante della Toscana, ma al primo posto come tagli. Firenze con un calo 1288 avrà un organico di 35 docenti in meno. E con 382 studenti in più, Prato avrà 70 docenti in più. Non c’è alcuna giustificazione neppure banalmente statistica di queste scelte, che appaiono molto più dipendenti dal peso politico dei diversi territori”.

“Noi chiediamo urgentemente ai nostri sindaci e al presidente della Provincia, che a breve si dovranno occupare di come stipare le nuove classi pollaio nelle aule già fortemente inadeguate del territorio, di far sentire alta e forte la loro voce – si legge ancora -. Chiediamo ai consiglieri regionali e ai parlamentari della nostra Provincia di prendere atto che il governo degli organici della scuola, se si vuole ripartire in sicurezza a settembre, non può tradursi, soprattutto nei territori più colpiti dalla pandemia in questo modo. Il ministero non può lavorare così o le scuole a settembre non potranno riaprire, perché quanti studenti ci saranno per ogni classe a settembre si decide ora, proprio sulla base degli organici assegnati. E siccome nessuno sarà in grado di allargare le aule, da qui a settembre, la sicurezza di studenti e lavoratori può essere salvaguardata soltanto riducendo i numeri degli allievi per classe. Dobbiamo attivare subito un tavolo istituzionale sulla scuola, non possiamo permettere che la nostra situazione resti così, perché andrà inevitabilmente a toccare tutte le famiglie della nostra provincia”.