Pd Viareggio, trenta firme per il ricorso contro il commissariamento

13 giugno 2020 | 19:53
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Pd Viareggio, trenta firme per il ricorso contro il commissariamento

Secondo gli iscritti che contestano il provvedimento la volontà del partito regionale è quella di un accordo con il sindaco Del Ghingaro

Presentato il ricorso al collegio dei garanti del Pdcontro il commissariamento del partito di Viareggio, voluto dalla segretaria regionale, Simona Bonafè. Una trentina di firme per chiedere l’annullamento del provvedimento, invocando la regolarità del percorso svolto e il venir meno di alcuni articoli statutari.

“Il Pd di Viareggio – spiegano i ricorrenti – è stato commissariato dalla segreteria regionale con una mail arrivata alla reggenza (Glauco Dal Pino, Gianmarco Romanini, Stefanella Liberatore) in data 21 maggio. Alessandro Franchi, ex sindaco di Rosignano, è stato inviato in Versilia per guidare il partito fino alle amministrative e regionali e poi fino al nuovo congresso dell’Unione comunale di Viareggio. Ciò ha scatenato molti malumori, anche perché, seppur vero che l’assemblea era scaduta ad aprile e il segretario dimissionario era stato sostituito da una reggenza di tre persone, non prevista nello statuto, in pratica sarebbe stato impossibile procedere ad un nuovo congresso in piena emergenza Covid e quindi il commissariamento è stato letto con un significato politico abbastanza evidente: l’assemblea di Viareggio aveva approvato per ben due volte la coalizione di centro sinistra con partiti e liste civiche e aveva ufficializzato la candidatura di Sandro Bonaceto, senza che ciò convincesse la segreteria regionale, più incline a trovare un accordo con Giorgio Del Ghingaro“.

“Dunque il mandato del commissario regionale – spiegano i firmatari del ricorso – risultava piuttosto lampante: rimettere tutto in discussione, a cominciare dal candidato prescelti e dalla coalizione. Nel frattempo, studiando attentamente sia lo statuto nazionale sia quello regionale, è stato elaborato un ricorso alla commissione di garanzia, sia regionale sia nazionale.   Ecco alcune motivazioni: la violazione dell’articolo 28 commi 6 e 7 dello statuto regionale del Pd “dove si enuncia che la richiesta di commissariare una Unione comunale può essere avanzata dal segretario del livello superiore o dal quaranta per cento dei componenti l’assemblea dello stesso livello, al livello competente per statuto. Nel caso di specie il commissariamento è stato posto in essere dalla segretaria regionale in maniera del tutto arbitraria, non essendo pervenuta alcuna richiesta né dal segretario di federazione, né tanto meno dai componenti della assemblea comunale”. Nello statuto stesso si legge che “la proposta di commissariamento deve essere motivata sulla base dei seguenti casi: violazione del mandato politico scelto dagli iscritti o dagli elettori, negazione agli iscritti e od agli elettori di un circolo, di una Unione comunale, di un coordinamento territoriale dei diritti a loro riconosciuti dallo Ssatuto nazionale e dal presente statuto, tra cui quello di partecipare alle primarie ed in tutti i casi di violazione del presente statuto”.

“I ricorrenti affermano invece – spiega la nota – che “nessuna delle suddette violazioni possono evidenziarsi nel comportamento dell’unione comunale di Viareggio, che ha sempre preso le proprie decisioni ad ampia maggioranza se non addirittura all’unanimità dei propri componenti. Anzi le regole ed i principi fondanti il nostro partito sono state violate proprio dal commissariamento impugnato che ha come finalità quella di sovvertire le decisioni assunte democraticamente”.
Altra anomalia: alla reggenza del Pd Viareggio non è mai stato comunicato alcun parere preliminare della commissione regionale di garanzia e la convocazione della direzione regionale per la ratifica del commissariamento è avvenuta in modo del tutto anomalo ed inconsueto. La direzione regionale, infatti, non si è riunita neppure con collegamento da remoto, ma i suoi membri, in maniera del tutto irrituale, sono stati invitati ad inviare a mezzo mail entro le 12 di lunedì (8 giugno), voto di ratifica del commissariamento escludendo qualsiasi tipo di conoscenza dei fatti, confronto e discussione dei membri della direzione chiamati a votare”.

“Dopo aver ricordato il percorso che aveva portato l’assemblea del Pd di Viareggio a scegliere la coalizione e il candidato sindaco in piena regolarità, si chiede dunque – concludono i ricorrenti –  l’immediata sospensione della decisione di commissariamento assunta della segretaria regionale Pd Toscana ed il suo integrale annullamento. Disponibili a dare qualsiasi chiarimento alla commissione, si indicano le persone informate sui fatti in Leonardo Betti ex segretario dell’unione comunale, Luca Poletti capogruppo Pd in consiglio comunale, Stefanella Liberatore ex reggente, Glauco Dal Pino ex reggente, Gianmarco Romanini ex reggente, Maria Cristina Marcucci ex coordinatrice del circolo Pd Viareggio”.