Verso il voto |
Politica
/

Remaschi candidato sindaco a Coreglia, c’è chi dice no

16 agosto 2020 | 16:19
Share0
Remaschi candidato sindaco a Coreglia, c’è chi dice no

Lettera del ‘comitato della maggioranza silenziosa”: “Servono volti e metodi nuovi per amministrare il paese”

Remaschi candidato sindaco a Coreglia, c’è chi dice no.

Una lettera, primo firmatario Mario Simonetti, contesta la possibilità della candidatura dell’assessore regionale all’agricoltura uscente.

“Anche i cittadini di Coreglia – si legge nella lettera dell’autodefinito comitato “della maggioranza silenziosa di Coreglia” – assistono da qualche settimana alla sceneggiata inscenata intorno alla mancata ricandidatura alle elezioni regionali del prossimo 21 settembre dell’ex assessore regionale Marco Remaschi. La maggioranza politica che ha retto il Comune di Coreglia in questi anni si è dissolta sulla scelta del Partito Democratico di non avallare, dopo quindici anni, una nuova autocandidatura del loro esponente ad essere presente nelle liste regionali dello stesso partito. Quindi problemi di regolamenti interni e rinnovamento, all’interno di quel partito, che hanno dettato le scelte per la candidature”.

“Oggi preso atto della bocciatura – prosegue la lettera – òlo stesso Remaschi che in questi anni ha tirato le fila delle gestioni del sindaco uscente Valerio Amadei, vorrebbe far ricascare sulle prossime elezioni di settembre – che prevedono il rinnovo del consiglio comunale di Coreglia – un polverone mediatico tale da giustificare l’ennesima candidatura a sindaco di Coreglia dello stesso Remaschi. Come a dire che non avendo incarichi pubblici lo stesso Marco Remaschi non può restare senza una poltrona e lo si vuol chiamare ad amministrare di nuovo Coreglia. Appelli a favore della restaurazione stanno girando sul social e ora anche sui social media alla cerca di firme e consensi”.

“Davanti a questo tentativo improvvido – spiega il ‘comitato’ – un numeroso gruppo di cittadini vittime di pessime amministrazioni in questi anni del Comune di Coreglia, al punto di far perdere la fiducia nell’istituzione locale ha deciso di non farsi coinvolgere in questo clima di baraonda pre-elettorale tale da impedire proposte reali di cambiamento, aperte all’ascolto ed al confronto, e con la trasparenza necessaria perché la partecipazione diventi uno strumento reale di rinnovamento per una sana amministrazione.  Questi cittadini silenziosi credono che una amministrazione debba essere un servizio e non gestione del potere. Di conseguenza sia necessario trovare nuovi volti e soprattutto nuove esperienze intorno ad un programma di impegni e passione che si propone di amministrare la comunità in modo nuovo.  Questi cittadini pensano che Coreglia abbia voglia e bisogno di cambiare, rinnovandosi anche nella sua amministrazione, rifiutando i vecchi metodi delle cricche ed rigettando il clima che alcuni vorrebbero far passare e secondo il quale è ineluttabile la presenza di un ‘salvatore della patria’ per evitare il dissesto economico procurato dai nipotini dello stesso Marco Remaschi”.

“Questi cittadini sono certi che un Comune – prosegue la nota – debba essere amministrato con la partecipazione dei cittadini, senza divisioni politiche ispirate a motivi personali, ma difendendo con vigore il territorio, salvaguardando con energia l’ambiente,  potenzia i servizi sociali, le piccole imprese, ma soprattutto mettendo in regola in propri conti per ridurre i costi dei servizi. Noi in definitiva vorremmo che tutti i cittadini insieme richiamandosi a valori comuni potessero sceglie progetti e programmi misurati ai bisogni, le aspirazioni sociali ed economiche della comunità coreglina. I cittadini di Coreglia sono convinti che, ritrovando la voglia di stare insieme, possano aspirare ad avere una amministrazione nuova, senza metodi vecchi, e che si possa puntare ad immaginare un futuro migliore e lavorare uniti per costruirlo”.

“Oggi davanti alle finanze disastrate del Comune coreglino – conclude la lettera – pensiamo sia necessario uscire dall’individualità e ritrovare il senso della collettività e che ogni problema debba essere affrontato da tutti quanti insieme senza divisioni irresponsabili”.