Palio di San Paolino, scoppia il caso sui pratini dell’arcivescovato

18 agosto 2020 | 17:02
Share0
Palio di San Paolino, scoppia il caso sui pratini dell’arcivescovato

Santini (Siamo Lucca): “Esposto della Soprindenza: il Comune non ha chiesto alcun nullla osta”

Un esposto della Soprindenza contro Palazzo Orsetti. Sembrano tornare a farsi tesi i rapporti tra il Comune di Lucca e le Belle Arti. E’ questo, almeno, quello che prefigurano dall’opposizione e in particolare da Siamo Lucca. Il capogruppo Remo Santini e il consigliere Alessandro Di Vito fanno leva su un caso aperto dall’utilizzo dei pratini dell’arcivescovato per il palio di S. Paolino.

“L’arroganza del Comune è ormai fuori controllo: non solo non si confronta con i cittadini sui progetti, calandoli dall’alto, ma cerca di bypassare sistematicamente anche la Soprintendenza su grandi e piccole questioni. E alla fine, siccome la misura è colma, c’è scappato un esposto ai carabinieri da parte della Soprintendenza stessa”.

“Per il Palio di San Paolino che si è svolto il 12 luglio e le iniziative della vigilia, una giunta di centrosinistra che ormai è alla deriva non ha chiesto il nulla osta, necessario in quanto lo svolgimento è previsti sui pratini dell’Arcivescovato che è un bene architettonico sottoposto a tutela  – spiegano – e così la Soprintendenza ha presentato un esposto al comando dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale.  Perché non sono stati rispettati i passaggi burocratici previsti per legge”.

“Intanto va rimarcata la figura rimediata dal Comune che ora rischia pure la denuncia, ma soprattutto ad emergere è il fatto che l’amministrazione cerca sempre di schiacciare la Soprintendenza o di non interpellarla anche per le cose più banali. E con questo comportamento ha alimentato un vero e proprio scontro istituzionale”. Di Vito e Santini elencano tutti gli screzi di questi mesi. “Tutti legati a mancati adempimenti di un Comune presuntuoso – proseguono -. Si parte, come questione piu’ recente, dal mancato coinvolgimento sul progetto ex Manifattura presentato da Coima e Fondazione per arrivare al braccio di ferro per lo stabilizzato sugli spalti delle Mura nella circostanza di organizzazione di eventi, senza dimenticare la dislocazione dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti nel centro storico, su cui gli uffici della Soprintendenza sono dovuti intervenire per evitare alcuni scempi (piu’ di quelli poi fatti), fino al caso delle ringhiere che l’amministrazione Tambellini voleva sistemare lungo le Mura”. Per i due consiglieri l’atteggiamento del Comune nei confronti della Soprintendenza e chi di la guida, la dottoressa Angela Acordon, è insopportabile. “In alcuni casi gli adempimenti possono sembrare fin troppo burocratici ed esagerati, e probabilmente lo sono  – concludono Di Vito e Santini – ma l’amministrazione ha il dovere di rispettare sempre le leggi. La denuncia presentata dalla Soprintendenza ai carabinieri è il finale a cui non pensavamo di dover assistere. Il rispetto delle istituzioni è fondamentale, per avere un rapporto di reciproca fiducia”.