Giannini (Pd): “Manifattura sud, via l’ipotesi di un collegamento con le Mura”

28 agosto 2020 | 17:54
Share0
Giannini (Pd): “Manifattura sud, via l’ipotesi di un collegamento con le Mura”

Il presidente della commissione urbanistica: “Soluzione d’obbligo togliere questo tema dalla disputa sulla riqualificazione”

Togliere dal tavolo del progetto di recupero dell’ex Manifattura sud l’ipotesi di un collegamento con le Mura, in modo da riprendere, su basi nuove, il dialogo con la città. E’ questo il messaggio che Gianni Giannini, consigliere comunale del Pd e presidente della commissione urbanistica lancia alla città attraverso una lettera aperta in cui ripercorre anni di scontri su grandi temi dell’urbanistica cittadina. Andando a ritroso nel tempo.

“Da anni – sostiene – Lucca non viveva un fermento dialettico così accentuato su temi di assetto urbanistico della città. Per tornare indietro a periodi di acceso dibattito dovremmo risalire agli anni 70 ed ai temi del traffico automobilistico entro le mura. Risalendo ancora prima agli anni 50, con progetti di ridisegno degli spalti, di nuovi sottopassi e di nuova viabilità. Solo gli anni 30, in pieno regime fascista, vissero radicali interventi urbanistici senza voci contrarie”.

“Ma sicuramente – prosegue – il più aspro confronto cittadino risale ai primi anni del 900 ( 1906), quando il progetto per l’apertura di una nuova porta (oggi Porta S.Anna) spaccò la città in due fra favorevoli e contrari con una tale intensità e fervore delle parti contrapposte, che il nostro Geppe ( ovvero il sommo poeta lucchese in vernacolo Gino Custer de Nobili) richiamando comunque l’amministrazione alla necessaria valutazione degli interessi dei cittadini, non ebbe timore a definire la controversia: ‘una sciabigottata’. Il progetto, aveva dato il via ad una contrapposta campagna di opinione con il diretto coinvolgimento di intellettuali del tempo, quali Pascoli, Carducci, D’Annunzio e lo stesso Puccini contrari all’opera”.

“La porta, come ben sappiamo – ricorda -, doveva mettere in comunicazione via Vittorio Emanuele con la Sarzanese ed il quartiere di S.Anna. Coloro che si opponevano sostenevano che la vicina Porta S. Donato, sebbene stretta ed a una sola corsia, sarebbe stata più che sufficiente alla congiunzione. Va ricordato che i mezzi del tempo erano carri e calessi. L’amministrazione del tempo fu definita con i peggiori improperi, tacciata di meditato vandalismo e di insensibilità nella conservazione dell’arborato cerchio. L’architetto Francesco Bandettini deriso per l’estetica dell’opera. L’apertura di Porta S. Anna è stata definita successivamente: ‘architettonicamente: semplice, ma assai funzionale e sicuramente da catalogare tra i principali interventi urbanistici di quei tempi a Lucca’”.

“Evidentemente, la differenza di approccio all’opera fra gli intellettuali e l’amministrazione aveva creato un corto circuito che, se avessero avuto la meglio i contrari – aggiunge – avrebbe confinato la città ancora di più dentro le sue mura. Finita la disputa ed iniziata la costruzione, gli intellettuali tornarono alle loro incombenze lontani dalla città, dimostrando poi negli anni successivi, una tardiva comprensione ed apprezzamento per le nuove comodità ed invenzioni sia di meccanica automobilistica che aviatoria, portate dalla modernità. E i Lucchesi cominciarono a vivere una città che da blindatura militare si apriva come si direbbe oggi alle esigenze della società civile. Proviamo a pensare alla evoluzione degli anni successivi. Alle necessità derivanti dall’aumento dei processi produttivi ormai insediati in città ( da Porta s. Donato forse non avrebbero potuto transitare i Tir della manifattura tabacchi). Pensiamo come a volte, mal impostate dispute ideologiche possano avere determinanti ricadute negative negli anni successivi. Ogni volta che la città cerca di cambiare volto per adeguarsi alla contemporaneità, parte immancabilmente una opposizione ed un richiamo all’analisi storica ed alle radici culturali, come se ad ogni innovazione si temesse di perderne pezzi. Lucca si è evoluta ma non è stata violentata”.

“Grazie alle straordinarie resistenze della sua popolazione alla innovazione? Sì ma anche al continuo, mediato e prudente concorso di idee messo in atto dalle sue vituperate Amministrazioni, attraverso piani strutturali ed operativi in evoluzione con i momenti storici – afferma – nel complesso sempre più sensibili al valore architettonico/urbanistico della città. Ho sempre pensato che il ruolo di una Capitale (così si ostinano a volerla chiamare) fosse quello di fare da modello di riferimento per le infrastrutture della contemporaneità, apripista, se possibile antesignano, di soluzioni innovative che il futuro sollecita. Pur nella considerazione dei suoi trascorsi storici, se ci si arroccasse alla pura conservazione del presente le aspirazioni da Capitale ne sarebbero altamente mortificate. E forse troppo spesso lo sono state. Il recupero urbanistico delle Manifatture Tabacchi, è un tema appassionato di molte città italiane, e al seguito, si stanno portando avanti i più variegati progetti, sviluppandoli secondo le moderne esigenze/ previsioni delle città interessate. Ma anche secondo necessità edìli incombenti. I vari percorsi di recupero nelle città prese ad esempio, non hanno smosso accesi dibattiti identitari, eppure quasi tutti comprendono pezzi importanti di partecipazione di privati, con progetti e destinazioni d’uso a rendita, in alcuni casi per società straniere partecipi ai progetti”.

“Ma Lucca ha le mura. Una barriera fisica, un totem , un corpo a se. Lucca è perché ha le mura e la Manifattura Tabacchi è all’interno di queste mura. Ed allora, ad azzeramento di qualunque pretestuosità, e per la ripresa di un corretto confronto cittadino, credo che sia d’obbligo togliere dalla disputa sul progetto di recupero della Manifattura sud, qualunque ipotesi di nuova opera di connessione con il “sacro totem” delle Mura cittadine. Solo a decisione conclusiva, si ritenesse di necessità complementare, valutare se attraverso l’esistente, esistano possibilità alternative, come già in atto in altre città storiche, per mantenere comunque la connettività con le nuove strutture previste ad uso del cittadino”.