Taglio dei parlamentari, Veronesi (Pd): “Al referendum io voto no”

Il candidato al consiglio regionale invita i compagni di lista a prendere una posizione chiara
“Al referendum io voto No. Ballo da solo, ma in ottima compagnia”. E’ così che Alberto Veronesi, candidato al consiglio regionale della Toscana nel collegio Lucca e Versilia, esprime senza mezzi termini la sua posizione riguardo al referendum sul taglio dei parlamentari invitando i compagni di lista a fare altrettanto.
“Nei giorni scorsi ho scritto una lettera alle altre candidate e agli altri candidati con cui sto condividendo questa straordinaria ed emozionante avventura elettorale a sostegno di Eugenio Giani per la presidenza della Toscana – spiega Veronesi -. Il motivo che mi aveva portato a prendere carta e penna era per ricordare a tutti noi che il 20 e il 21 settembre non si deciderà soltanto della Regione, ma anche di un’importantissima realtà comunale qual è Viareggio e, ancor più, dell’assetto costituzionale del nostro Paese con il referendum ostativo sulla riduzione del numero dei parlamentari. E chiedevo loro di contrastare la deriva populista che da ormai troppi anni si alimenta di antipolitica”.
“Personalmente, nel 2016, mi ero speso a favore del ‘sì’ nel referendum per ‘il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari’. Ma in quell’occasione, la riduzione dei parlamentari s’inquadrava in un disegno di riordino e differenziazione delle funzioni di Camera e Senato – va avanti Versonesi -. Invece, ora, siamo chiamati a votare non una riforma, ma una riduzione della rappresentanza e della democrazia. Lo so che si tratta di una battaglia difficile e impopolare, ma s’impone per le ragioni che ci ricorda l’Anpi. Non è vero che in Europa abbiamo il più alto numero di deputati e senatori. Non è vero che si risparmierebbero 500 milioni di euro a legislatura. Non è vero che ci sarebbe una maggiore efficienza del parlamento. Contro la distorsione della verità, ritengo di debba avere il coraggio di dire ‘no’ e invitare gli elettori a votare ‘no’ al referendum. Soltanto Gisa Mazza mi ha risposto dicendo che lei voterà ‘sì’. Le altre e gli altri o non hanno risposto oppure hanno dichiarato di voler attendere il pronunciamento ufficiale del Pd nazionale. Tutto chiaro, tutto legittimo. Tuttavia, io sento la necessità di mettere i valori della Costituzione davanti alle mie fortune elettorali. Al referendum, dunque, ballerò da solo, ma in ottima compagnia. Con me ci saranno il liberalismo democratico di Carlo Cottarelli; il socialismo democratico di Enrico Rossi e il cattolicesimo democratico di Romano Prodi”.