Bianchi (Toscana a sinistra): “Ex Manifattura sud, non si riduca tutto alla questione passerella”

30 agosto 2020 | 12:46
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Bianchi (Toscana a sinistra): “Ex Manifattura sud, non si riduca tutto alla questione passerella”

La candidata al consiglio regionale: “Per noi resta una speculazione”

“Il presidente della commissione urbanistica consigliere Giannini, per giustificare l’operazione di speculazione edilizia in atto alla ex manifattura Tabacchi, accusa, chi è contrario al progetto, di immobilismo e conservatorismo. E dopo una lunga premessa a sostegno di questa tesi, suggerisce di sospendere l’ipotesi di collegamento tra l’ex manifattura sud e le mura, in modo da ‘riprendere su basi nuove il dialogo con la città’. Fermo restando che .. se ne potrà riparlare in seguito, se ce ne fosse bisogno. Ma davvero si pensa di ridurre il problema a passerella sì, passerella no?”. A dirlo è Roberta Bianchi, candidata al consiglio regionale per Toscana a Sinistra.

“Noi abbiamo detto e lo ribadiamo che l’operazione riguardante la parte di Ex Manifattura non interessata dal progetto Piuss è una grande speculazione edilizia, attraverso la quale la città verrà spogliata di uno dei suoi beni più grandi a uso e consumo di privati, che saranno autorizzati a farci qualunque cosa. E il tutto avverrà senza alcuna partecipazione, perché nel novembre 2019 l’amministrazione ha pensato bene di far approvare una variante al regolamento urbanistico che consente un intervento su quest’area semplicemente con un permesso diretto. Il piano attuativo previsto dagli strumenti urbanistici vigenti avrebbe richiesto un confronto con le opposizioni e con la città. L’amministrazione, con questo atto, ha pensato bene di evitare queste lungaggini.. come qualcuno ha dichiarato”.

“Così nella Manifattura – aggiunge – si sono previsti alberghi, medie strutture di vendita, ogni tipo di residenza e altro ancora. Qualcuno dimostri che è di questo che ha bisogno la nostra città. Non dimentichiamo che la ex Manifattura tabacchi è classificata “bene culturale” e in quanto tale le funzioni sono indicate dal Ministero e devono essere di pubblica utilità e destinati ad una funzione collettiva. Per questo noi chiedevamo: un polo scolastico nido, materne, elementari; spazi aggiuntivi per le scuole superiori nonché una palestra, che le scuole del centro storico non hanno; spazi per la cultura e per l’aggregazione sia giovanile che dell’associazionismo.. Ma dal confronto con la città potevano venire altre idee e proposte, compatibili con la qualifica di bene culturale. L’amministrazione ha fatto delle scelte, discutibili sia nel merito che per il metodo seguito e di queste dovrà dare conto a tutta la città”.