Ddl Zan, le associazioni dei diritti civili contro la diocesi di Lucca

12 settembre 2020 | 08:54
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Ddl Zan, le associazioni dei diritti civili contro la diocesi di Lucca

Critiche per la concessione di un locale al convegno del Family day Toscana

Le associazioni lucchesi impegnate nella difesa dei diritti sociali e della giustizia sociale dicono sì al ddl Zan contro l’omofobia. Lo fanno con una lettera aperta alla città in cui stigmatizzano il convegno del Family Day Toscana realizzato in un locale dell’arcidiocesi di Lucca.

“Siamo associazioni della società civile che, da tanti anni, operano a Lucca per la promozione dei valori della dignità – scrivono -, solidarietà, equità, giustizia, inclusione, uguaglianza e accoglienza e che, a diversi livelli, hanno collaborato e collaborano con l’Arcidiocesi di Lucca e le varie organizzazioni ad essa legate, in molti progetti per promuovere questi valori all’interno della nostra comunità”.

“Con questo comunicato – spiegano – vogliamo esprimere perplessità e disorientamento per la decisione dell’arcidiocesi di ospitare l’evento dell’associazione Family Day ToscanaDdl Zan. Dissenso informato. Le ragioni di un no per la libertà di tutti, che si è svolto mercoledì 9 settembre al salone dell’Arcivescovato”.

“Questo evento si è aperto con la seguente domanda: cosa rischia la libertà di espressione?, con riferimento al fatto che il Ddl Zan, oggetto di discussione, si pone l’obiettivo di tutelare e difendere le donne (il Ddl Zan prevede aggravanti per misoginia) e le persone lesbiche, gay, trans, bisessuali, intersex, asessuali e queer, dalle aggressioni fisiche e verbali, dalla violenza e dall’istigazione all’odio. È del tutto evidente che l’obiettivo del disegno di legge non ha niente a che fare con la libertà di espressione, ma vuole intervenire su azioni commesse contro queste persone, che sono crimini in tutto e per tutto, così come sono crimini quelle motivate da odio razziale, etnico e religioso”.

“Il nuovo disegno di legge – si sostiene – non crea un reato di opinione, nemmeno se questa viene espressa pubblicamente ma, semplicemente, estende le aggravanti della Legge Mancino e del Codice Penale (già presenti per i casi di odio razziale e religioso) ai crimini d’odio commessi per l’orientamento sessuale e l’identità di genere della vittima. Istituisce, inoltre, la Giornata Mondiale contro l’Omo-bi-trans-lesbofobia ed impone allo Stato di introdurre strumenti e azioni specifiche per combattere questo tipo di odio. Perplessità e disorientamento, perché questa iniziativa ha teso a confondere il piano della discussione sul Ddl Zan, mascherando dietro la tutela della libertà di espressione atti e azioni che non hanno niente a che vedere con la libertà, ma che, invece, ledono i diritti e la dignità delle persone, e che non possono lasciare indifferenti le istituzioni religiose”.

Perplessità e disorientamento perché, comunque, dobbiamo sempre essere coerenti con i valori della nostra Costituzione e, in particolare, con l’articolo 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale e l’articolo 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Vogliamo, quindi, continuare a operare ispirate dai principi di solidarietà, equità, giustizia, inclusione, uguaglianza e accoglienza e per la piena realizzazione dei diritti umani e della dignità sociale sul territorio lucchese e sosteniamo con forza il Ddl Zan ritenendolo un passo fondamentale per il raggiungimento di una società civile libera dall’odio nei confronti dell’altro”.