Gandolfini (Family day) difende il convegno in diocesi: “Ddl Zan crea nuovo reato di opinione”

La risposta alle critiche arrivate dalle associazioni per i diritti civili
“Non si può negare che il ddl Zan crea un nuovo reato di opinione per due semplici motivi; il primo è che il legislatore nel testo non definisce il reato di omo-transfobia, lasciando alla magistratura ampi margini di interpretazione; in secondo luogo viene introdotto il concetto di genere e di auto percezione di sé sganciata completamente dal dato biologico”: così Massimo Gandolfini risponde alle polemiche alzate dalle sedicenti associazioni lucchesi per i diritti sociali che hanno criticato lo svolgimento del convegno ddl Zan. Dissenso informato Le ragioni di un no per la libertà di tutti.
“In questo modo chiunque sostenga che i sessi sono due e che un bambino ha diritto ad un padre e una madre potrà essere tacciato di omofobia – va avanti -. Alla luce di queste considerazioni, il vescovo di Lucca e l’arcidiocesi hanno ospitato un confronto libero e plurale tra il family day e note esponenti del femminismo italiano che ritengono, come milioni di altre donne, che l’uguaglianza, l’emancipazione e la piena realizzazione dei diritti della donna non può prescindere da un preciso riconoscimento della sua identità sessuata e che questa non può essere diluita in una numerosa varietà di generi”.
“Ringraziamo quindi nuovamente il vescovo e la arcidiocesi per aver consentito questo momento di confronto avvenuto senza alcuna sfumatura di origine religiosa. Il vescovo semmai – aggiunge – si è schierato dalla parte della tutela della libertà di espressione. La contrarietà al ddl Zan è infatti manifestata da moltissime organizzazioni laiche e da numerosi giuristi che ricordano che la magistratura e le forze di polizia hanno già tutti gli strumenti per reprimere ogni tipo di violenza o discriminazione basata sull’orientamento sessuale. Oltretutto, proprio la scorsa settimana, la Ragioneria dello Stato ha bocciato l’articolo 5 del ddl che istituisce la giornata nazionale contro l’omofobia che prevede a spese della collettività iniziative pubbliche nelle scuole, cerimonie e incontri. Respingiamo quindi il tentativo di chi vorrebbe impedirci di parlare di tutti gli elementi controversi del ddl criticati da ambienti culturali molto diversi mettendoci già il bavaglio prima dell’approvazione della legge”.