Simoni (Fdi): “Superare il divario digitale”

13 settembre 2020 | 16:11
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Simoni (Fdi): “Superare il divario digitale”

Il candidato: “Necessario internet veloce”

“La Toscana digitale è ancora troppo lontana perché fino ad oggi non sono stati investiti come si deve i fondi europei. Il Pd, in compenso, da decenni si incensa sulle politiche di superamento del gap digitale”. L’accusa di immobilismo alla Regione Toscana viene da Massimiliano Simoni, candidato di Fdi alle regionali del 20 e 21 settembre.

“Secondo quanto promesso, entro il 2010 l’intero territorio toscano avrebbe dovuto essere coperto dalla banda larga, ma la realtà è molto diversa da ciò che è stato sbandierato solo a parole”.   Il lockdown, secondo Simoni, ha messo in luce la fragilità di tutto il sistema digitale: “Il nostro territorio è tutt’oggi coperto solo parzialmente e dove esiste la copertura a banda larga c’è già la necessità di ottenere quella ultra larga, che manca ovunque”.“La  copertura attualmente è a macchia di leopardo”, spiega Simoni.

“Alcune zone, tipo Viareggio – continua –  hanno la dorsale a fibra a banda larga, mentre molte zone interne della Versilia e della Garfagnana devono arrangiarsi con tecnologie wireless o Lte 4G della telefonia mobile che sono sempre di più perché necessitano di minori investimenti. Il guaio – sottolinea Simoni – è che  raggiungono sì le utenze, ma a discapito della salute. Se non potenziamo la fibra come dorsale, non raggiungeremo mai l’efficienza delle città del nord che viaggiano con fibra a velocità tra 300mbps e 1000mbps. Abbiamo sperimentato tutti le difficoltà di connessione durante lo smart working e i nostri figli hanno pagato a proprie spese il prezzo di una didattica a distanza resa difficoltosa da queste connessioni internet”.

“Agli annunci del Pd – ribadisce il candidato di Fdi – come al solito non c’è alcun seguito. Bisogna investire concretamente sulla banda spendendo meglio di quanto fatto fino ad oggi i Fondi europei Fesr. Le strategie di specializzazione intelligente adottate fino ad ora per la ricerca e l’innovazione in Toscana  – conclude Simoni – hanno solo il sapore di discussioni d’accademia con scarsi risultati”.