Tetti (Europa Verde): “Porterò l’urlo delle Apuane in consiglio regionale”

14 settembre 2020 | 16:55
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Tetti (Europa Verde): “Porterò l’urlo delle Apuane in consiglio regionale”

L’appello al voto del candidato ambientalista: “Leale ma non darò tregua a Giani e al Pd sulle scelte che riterrò sbagliate”

Inizia oggi una serie di interventi, sollecitati dalla direzione, ad alcuni dei candidati alle elezioni regionali. Le domande sono uguali per tutti e si concludono con un appello al voto. Chi volesse rispondere alle domande proposte da Lucca in Diretta può farlo inviando le risposte all’indirizzo direttore@luccaindiretta.it.

Primo ‘ospite’ è Eros Tetti, candidato consigliere regionale con la lista Europa Verde, che sostiene Eugenio Giani per la carica di presidente della Regione.

È stata una campagna elettorale molto combattuta anche se breve e condizionata dal Covid-19: quale sarà il motivo principale che convincerà gli elettori a far vincere la sua coalizione? 

La necessità di difendere la particolarità e l’unicità della Toscana. Credo che sia un tema che metta dubbi anche agli stessi elettori di destra. La Toscana è terra colta, delicata, fragile e ci appare che la destra e la Lega, il cui approccio ai problemi è ruvido e “di pancia”, essendo cresciute convulsamente in pochi anni, non abbiano una classe dirigente esperta a sufficienza per governare la complessità di questa regione, del suo paesaggio e delle sue città. Tutto peggiorerebbe e vogliamo impedirlo. Il modo in cui la Lega affronta la questione Alpi Apuane, territorio di grande pregio riconosciuto dall’Unesco, chiedendo la totale libertà di escavazione, oppure ritenere il Parco di Migliarino San Rossore un freno allo sviluppo, lo dimostrano. In Toscana ci vuole riflessione, cultura e attenzione e la destra proprio non li ha!

Ogni candidato si è caratterizzato per un elemento di programma originale e innovativo: quale ritiene essere il suo ‘cavallo di battaglia’?

Io ed Europa Verde abbiamo una convinzione: il conflitto fra il lavoro e l’ambiente, da cui nessun altro partito e cultura politica sa uscire, non deve esistere. Bisogna avere la tenacia, l’intelligenza e la forza di studiare, imparare, riflettere, di fronte ad ogni problema, per salvaguardare sia il lavoro che l’ambiente. Lo si può sempre fare, senza dividersi fra chi, in nome del lavoro propone la distruzione dell’ambiente e viceversa. Il caso su cui mi sono formato è chiaro: nelle Apuane quel conflitto è palese ma ho nel programma soluzioni per uno sviluppo alternativo sostenibile che crei tanto lavoro quanto se ne perderà chiudendo le cave di marmo. O è il caso degli assi di penetrazione nella Pineta di Viareggio: sappiamo che la costa si ritira perché si alza il mare e, dunque, nessun nuovo taglio o opera nella Pineta, anzi essa deve essere allargata per mantenere l’arenile e la spiaggia.

Perché chiede la preferenza per rappresentare gli elettori e il suo partito a Firenze? Chi vorrebbe con sé in consiglio regionale?

Rispondo, prima, alla seconda domanda: vorrei con me in Consiglio regionale la popolazione della Garfagnana, Mediavalle, Versilia, Lucca; vorrei certamente – ed avrò, facendoli parlare loro direttamente in Consiglio – i comitati del territorio, della salute, Salviamo le Apuane, i comitati di Lucca e della Versilia, ecc. Sono determinato ad invertire il mio ruolo: ho scritto che porterò l’urlo delle Apuane in Consiglio. La gente non delegherà me di rappresentarla ma lavorerò perché nascano ovunque Consigli di paese e di quartiere, riconosciuti negli statuti comunali, che abbiano potere di proposta, controllo e consultivo e che possano parlare loro direttamente a Giani ed al Consiglio. Io ci sarò a loro disposizione ma i protagonisti sono loro.

Il provvedimento per cui si batterà fino all’ultimo nei cinque anni di mandato…

La revisione del Piano paesaggistico Pit nella parte riguardante le Apuane. Approvando la prima versione del Pit di Anna Marson stesso laddove si decideva la chiusura di tutte le cave nel Parco delle Alpi Apuane e l’attivazione di un progetto di sviluppo sostenibile integrato che crei tanto lavoro quanto ne è nelle cave chiuse. Come primo passo per chiudere poi le altre cave.

L’appello al voto

Mi ha portato in politica il non sopportare le immagini scassate delle Alpi Apuane che, passando nel territorio, ci appaiono da ogni lato. Non è possibile un futuro se la cultura di chi ci governa ritiene possibile autorizzare un’escavazione simile. La nascita della mia bimba, 8 mesi fa, mi ha caricato di un ulteriore dovere morale: lasciarle un mondo vivibile senza distruzioni, senza cave, senza caccia, senza allevamenti intensivi, senza inceneritori, senza il disinteresse totale all’ambiente.

Voglio lanciare un sasso nello stagno della politica toscana! Oggi, per fermare la destra e la Lega della Ceccardi ma, domani, per contrastare tanti progetti e programmi del Pd e di Renzi (che, non dimentico, sono la causa del caso Apuane). Non farò sconti né darò tregua a Giani ed al Pd e, pur annunciando lealtà, lavorerò sempre per cambiare o fermare alcune loro decisioni negative. Ma lo appoggerò nelle battaglie comuni come quella odierna per fermare Ceccardi. Ho tanti progetti positivi, tanti sì a proposte concrete ma voglio annunciare, qui, due no, perché bisogna saper dire anche no. Oltre che fermare le cave nelle Apuane, voglio:

1) fermare il progetto di Giorgio Del Ghingaro a Viareggio; mi opporrò, anche in piazza, anche fermando le ruspe fisicamente a ogni via di penetrazione nella Pineta. Il cambiamento climatico alza il mare e, dunque, eroderà la spiaggia della Lecciona ed altre. Dunque, la pineta di Viareggio va allargata, verso monte, altro che urbanizzata e limitata con strade ed altro! Bisogna guardare lontano.

2) fermare l’Aeroporto di Firenze: Pisa è l’aeroporto della Toscana e, dunque, anche di Firenze. No assoluto e annuncio di lotta dura per chi intende farlo.
Ma rassicuro la coalizione di Giani: il mio metodo non sarà mai estremista ma dialogante perché col dialogo, la tenacia, la pazienza e l’intelligenza si riesce a fare molto.

E porterò i comitati dei cittadini, fisicamente, in consiglio regionale a parlare dei loro problemi: il Palazzo si apra!